Sanofi, obiettivo 2030 diventare leader mondiale nell’immunologia con investimenti in innovazione e AI; Cattani: “Abbiamo 83 molecole allo studio, 33 in fase avanzata”


Sanofi, l’obiettivo del 2030 è di diventare leader mondiale nell’immunologia con investimenti in innovazione e AI; Cattani: “Abbiamo 83 molecole allo studio, 33 in fase avanzata”. Sanofi mira a diventare, entro il 2030, la prima biofarmaceutica al mondo focalizzata sull’immunologia, con un’attenzione particolare alla comprensione dei meccanismi del sistema immunitario. Il cavallo di metallo Zeus, simbolo dei Giochi olimpici di Parigi 2024, che ha sorvolato la Senna durante l’inaugurazione, e portato a Milano durante il Salone del Design, diventa un ideale simbolo di questa ambizione.

Un investimento strategico in Italia

La crescita di Sanofi è strettamente legata anche all’Italia, come sottolineato da Marcello Cattani, Presidente e Managing Director dell’area Italia e Malta di Sanofi, nonché Presidente di Farmindustria. A ridosso della Giornata mondiale dell’Immunologia, che si celebra il 29 aprile, Cattani ha commentato: “La Giornata dell’immunologia è un’opportunità per affermare il valore dell’azienda. La nostra pipeline è quadruplicata in pochi anni e si è completamente trasformata, rivelando l’ambizione di diventare un’immunology company. Abbiamo 83 molecole allo studio, di cui 33 in fase 3, molto avanzata. Dodici di queste sono potenzialmente rivoluzionarie. Possono essere multiindicazione e standard di riferimento clinici, con 40 indicazioni terapeutiche entro il 2031.”

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Tre di queste molecole saranno prodotte in Italia, precisamente nello stabilimento di Scoppito (L’Aquila). La produzione a livello nazionale si inserisce in un contesto di investimenti strategici: “Quest’anno abbiamo in cantiere investimenti in Italia per 75 milioni, probabilmente sarà così anche l’anno prossimo“, afferma Cattani. Un impegno che porterà, in totale, a 150 milioni di investimenti in due anni.

Sanofi, che impiega 1.800 persone in Italia e ha registrato ricavi di 1,7 miliardi di euro nel 2024, ha recentemente annunciato di aver investito 50 milioni all’anno dal 2020 al 2023 in ricerca, sviluppo, tecnologia e industria. E non ha intenzione di fermarsi qui, con piani di crescita ancora più ambiziosi per il futuro.

Focus su innovazione e medicina di precisione

Sanofi sta abbandonando il settore dei farmaci da banco, come l’Enterogermina, il Buscopan e il Maalox, dopo la cessione al fondo americano Clayton Dubilier & Rice (CD&R) del 50% della divisione Opella. “Un segnale del cambio di pelle“, afferma Cattani. L’azienda ora concentra i suoi sforzi su trattamenti innovativi e medicina di precisione, con l’intento di sviluppare farmaci rivoluzionari. La cessione della divisione Opella, che include anche lo stabilimento di Origgio, è prevista per essere conclusa a breve.

Farmaci rivoluzionari in arrivo

Tra le molecole più promettenti, quattro sono in fase di approvazione o appena introdotte sul mercato. Il primo è un anticorpo monoclonale, il dupilumab, per il trattamento della bronchite cronica, una delle principali cause di morte nel mondo. Il farmaco è già stato approvato dall’EMA e la sua approvazione finale in Italia è attesa a breve.

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Il secondo farmaco è il tolebrutinib, destinato al trattamento della sclerosi multipla. Questo farmaco ha la capacità di oltrepassare la barriera ematoencefalica, riducendo il livello di disabilità cognitiva e funzionale. L’approvazione da parte dell’EMA è attesa per il 2026, mentre quella della FDA è già avvenuta.

Un altro importante anticorpo monoclonale in fase di approvazione è il teplizumab, destinato a ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 1. Il farmaco è già stato approvato negli Stati Uniti e si prevede che ottenga l’autorizzazione in Europa entro il 2026.

Infine, c’è il nirsevimab, che ha già cambiato il paradigma della prevenzione del virus respiratorio sinciziale nei neonati. Questo farmaco è utilizzato per proteggere i bambini al di sotto di un anno, ed è stato impiegato con successo nella stagione 2024-2025.

L’intelligenza artificiale come acceleratore

Dietro l’accelerazione nell’innovazione c’è anche l’intelligenza artificiale, che sta giocando un ruolo chiave nel rendere più rapidi i processi di approvazione interna e la valutazione delle molecole. «Ci consente di capire prima se la molecola funziona o no. I tempi di passaggio dalla fase di ricerca alla produzione intensiva possono dimezzarsi», afferma Cattani. In passato, il processo di brevettazione di un farmaco commerciale richiedeva tra i dieci e i dodici anni, ma grazie all’AI, ora potrebbero bastare solo cinque o sei anni.

Le sfide globali: dazi e protezione dell’industria europea

Concludendo, Cattani, in qualità di presidente di Farmindustria, ha parlato anche della questione dei dazi americani sui farmaci europei. “Stiamo monitorando la situazione. Il farmaceutico è uno dei settori più solidi d’Europa, e va difeso. Ci auguriamo che la situazione si sblocchi. Se si applicano i dazi sui farmaci europei, il primo effetto sarebbe rafforzare l’industria farmaceutica cinese“.





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