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La Corte di Cassazione ha assunto nel tempo posizioni più rigide favorendo l’ampliamento dei tempi di accertamento riguardo all’utilizzo di fatture false per pagare meno tasse. Questo fenomeno è stato al centro di diverse sentenze che hanno reso più severi i controlli per contrastare le pratiche illecite sia da parte di chi emette le fatture sia da parte di chi le utilizza. Vediamo più nel dettaglio come si articola questa nuova fase di lotta all’evasione fiscale:
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Tempi di accertamento prolungati sulle fatture false -
Controlli più severi sulle fatture false per pagare meno tasse
Tempi di accertamento prolungati sulle fatture false
Uno degli aspetti chiave della recente evoluzione normativa è l’allungamento dei termini di accertamento in caso di utilizzo di fatture false. Prima della riforma, il termine standard per l’accertamento delle irregolarità fiscali era limitato a cinque anni, ma con le sentenze della Corte di Cassazione, in particolare la 34444 del 2023, questo termine è stato esteso fino a otto anni. Questa modifica permette all’Agenzia delle entrate di avere un margine temporale più ampio per effettuare verifiche approfondite e per colpire in maniera più efficace coloro che sfruttano fatture false per ridurre il proprio carico fiscale.
La proroga dei termini di accertamento riguarda non solo gli utilizzatori delle fatture false, ma anche coloro che le emettono. L’emittente è ritenuto responsabile tanto quanto l’utilizzatore e può subire sanzioni altrettanto gravi. L’articolo 93 bis del Codice di Procedura Civile stabilisce che i controlli fiscali possano protrarsi per un periodo più lungo, ampliando così la possibilità di identificare e punire i responsabili di queste pratiche fraudolente.
Le sentenze recenti sottolineano la responsabilità congiunta tra chi emette e chi utilizza le fatture false. Questa co-responsabilità implica che entrambi i soggetti coinvolti siano soggetti alle stesse tempistiche di accertamento e agli stessi rischi di sanzioni.
L’utilizzatore delle fatture false, che inserisce queste operazioni inesistenti nella propria contabilità per ridurre l’imponibile fiscale, va incontro a sanzioni severissime se individuato. L’emittente, che crea le fatture per operazioni inesistenti, è altrettanto responsabile e, grazie al prolungamento dei tempi di accertamento, è esposto a controlli più accurati e a lungo termine.
Controlli più severi sulle fatture false per pagare meno tasse
In aggiunta alla proroga dei termini sono inaspriti i controlli incrociati delle informazioni fiscali attraverso l’uso di banche dati condivise tra diversi enti, come l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza. Con questi strumenti, l’autorità fiscale è in grado di monitorare e verificare le discrepanze tra le fatture emesse e quelle corrispondenti a operazioni reali.
L’inasprimento delle sanzioni per l’emissione e l’utilizzo di fatture false è accompagnato dall’introduzione di nuove tecnologie per combattere l’evasione fiscale. Le sanzioni pecuniarie possono essere molto elevate e variano a seconda dell’entità dell’evasione. In caso di frode rilevata, le multe possono arrivare a centinaia di migliaia di euro, soprattutto se la pratica fraudolenta viene considerata reiterata nel tempo. Nei casi più gravi, il reato può configurare anche un illecito penale, con il rischio di procedimenti giudiziari e detenzione per i responsabili.
L’utilizzo di software avanzati di controllo fiscale e la digitalizzazione dei registri contabili hanno reso più semplice l’individuazione di fatture false. Attraverso l’incrocio di dati fiscali e contabili, è possibile tracciare l’origine e l’utilizzo di una fattura in modo molto più accurato rispetto al passato. Queste tecnologie migliorano l’efficienza dell’Agenzia delle entrate e riducono anche i tempi necessari per rilevare eventuali frodi fiscali, aumentando così la probabilità che i trasgressori vengano scoperti e sanzionati.
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