La discutibile campagna sulla sicurezza stradale della Lombardia

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Da un po’ di mesi la Regione Lombardia ha avviato una nuova campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, la cui parte più visibile ha previsto la pubblicazione di contenuti di vario genere su YouTube, sul sito e sulle pagine social della Regione (quella meno visibile invece consisteva nell’organizzazione di corsi in aziende pubbliche e private). Dal punto di vista delle attenzioni generate non è andata particolarmente bene, nel senso che per diverso tempo in pochi si sono accorti della sua esistenza: finché lunedì 13 gennaio un post pubblicato sui social network ha provocato talmente tante critiche che la Regione è arrivata a sospendere temporaneamente la campagna, rimuovendo il post contestato.

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Il post di Regione Lombardia sulla sicurezza stradale pubblicato su Instagram il 13 gennaio 2025 e poi rimosso

Il post elencava una serie di «consigli per pedoni responsabili», suggerendo i comportamenti che chi cammina per strada dovrebbe tenere per evitare un incidente. Per come era scritto però spostava molte delle responsabilità degli incidenti proprio sui pedoni, a tratti dando l’impressione di colpevolizzarli: conteneva frasi come «molti pedoni danno per scontato di avere sempre la precedenza, senza tenere conto che la sicurezza dipende anche dalla loro attenzione». In realtà la gran parte degli incidenti stradali è causata da comportamenti scorretti degli automobilisti: i pedoni sono i cosiddetti “utenti deboli” della strada, cioè i più esposti ai rischi (insieme a ciclisti e persone con disabilità).

Il presidente della regione Attilio Fontana, della Lega, nella nota con cui ha comunicato la sospensione della campagna ha ammesso che il post conteneva alcuni «passaggi fuorvianti».

Il post sui pedoni è emblematico di diversi problemi di questa campagna, all’interno della quale già nei mesi scorsi erano stati pubblicati alcuni video con un’impostazione simile e in alcuni casi altrettanto discutibile: la loro diffusione però era stata minima, e nonostante qualche critica non c’era stato bisogno di un intervento dell’amministrazione regionale. Il video indirizzato ai ciclisti per esempio dice che questi ultimi possono evitare di essere investiti in città usando una maggiore responsabilità mentre guidano: non dice niente invece di cosa dovrebbe fare chi guida le auto e gli altri mezzi, cioè le persone che investono attivamente i ciclisti.

Un fermo immagine del video sui ciclisti pubblicato sul canale YouTube della Regione Lombardia nella playlist sulla sicurezza stradale

Per evitare di essere colpiti da chi apre improvvisamente la portiere di un’auto, per esempio, la campagna dice che i ciclisti dovrebbero «tenere d’occhio le auto parcheggiate e usare il campanello per farsi notare»: non c’è invece una parte del video, o un altro video, in cui si dica agli automobilisti che dovrebbero fare attenzione mentre aprono la portiera (come peraltro prescrive il codice della strada). Nello stesso video si suggerisce anche ai ciclisti di fare attenzione agli angoli ciechi dei camion, cioè quei punti che lo sguardo dell’autista non riesce a raggiungere con gli specchietti, anche qui però senza che emerga con chiarezza chi ha le maggiori responsabilità: di recente proprio nel capoluogo lombardo, Milano, questo tema è stato al centro di un acceso dibattito per la proposta di limitare la circolazione dei mezzi pesanti sprovvisti di sensori per l’angolo cieco.

I contenuti della campagna sono stati curati nell’ambito di un progetto della Regione realizzato insieme all’INAIL, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, e all’ACI, l’Automobile Club d’Italia: ha insomma contribuito a realizzarla l’ente pubblico che tutela e promuove gli interessi degli automobilisti, mentre non sono state coinvolte affatto le associazioni di ciclisti o altre che si occupano di sicurezza stradale in modo più generale, col rischio di escludere il punto di vista degli utenti deboli.

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Il progetto, che si chiama “In Lombardia la sicurezza stradale è al primo posto”, almeno inizialmente era rivolto in particolare a lavoratori e lavoratrici delle aziende pubbliche e private lombarde e ai responsabili della sicurezza nei luoghi di lavoro: è stato finanziato con 240mila euro, 150mila dei quali sono stati stanziati dalla Lombardia. Nell’accordo si legge che la maggior parte dei fondi del progetto, 160mila euro, è destinata all’ACI per l’organizzazione e la realizzazione delle attività. Gli stessi enti avevano realizzato un’iniziativa simile (“Guidare chi guida”) nel 2021 e nel 2022, ma come ha spiegato l’assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa, la loro collaborazione sul tema della prevenzione degli incidenti stradali va avanti da un pezzo.

Oltre ai video, per il progetto sono stati realizzati un podcast con puntate molto brevi, che si possono scaricare dalla pagina dedicata sul sito della regione, e undici schede illustrative, che contengono consigli pratici su come spostarsi in sicurezza a seconda del mezzo scelto.

Marco Mazzei, consigliere comunale di Milano del gruppo “Beppe Sala sindaco” e da anni punto di riferimento per la comunità dei ciclisti, dice che l’unica campagna di comunicazione sensata su questo tema «è quella che dice di stare attenti innanzitutto ai conducenti di auto e mezzi pesanti, non ai pedoni». «È ovvio che in strada bisogna essere tutti responsabili, ma è proprio sbagliato e irritante vedere ribaltata la responsabilità su chi diventa la vittima in caso di incidenti», prosegue Mazzei. Diversi account social dedicati alla mobilità sostenibile, tra cui Velocipiedi, hanno ribadito questo concetto, accusando la regione di fare victim blaming, cioè di colpevolizzare la vittima invece che educare e responsabilizzare chi provoca il danno maggiore.

Secondo l’ISTAT, che ogni anno ne analizza i dati, le principali cause degli incidenti stradali sono infatti riconducibili a comportamenti sbagliati di chi guida: su oltre 166mila incidenti stradali avvenuti nel 2023, il 15,1 per cento è dovuto alla distrazione dei conducenti di mezzi motorizzati, il 12,9 per cento al mancato rispetto della precedenza e l’8,4 per cento alla velocità troppo elevata. In Lombardia complessivamente questi tre comportamenti causano il 41,8 per cento degli incidenti.

Molti pedoni inoltre vengono investiti proprio sulle strisce pedonali nei centri urbani, anche quando c’è un semaforo verde, osserva l’associazione ASAPS (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale), che si occupa da anni di sicurezza sulle strade e raccoglie molti dati al riguardo.

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L’assessorato alla Sicurezza non ha dato altre informazioni sulla campagna, e né dopo la pubblicazione del post né dopo la sospensione della campagna ha voluto rispondere ad altre domande.

– Leggi anche: Non è vero che con il nuovo codice della strada sono diminuiti gli incidenti mortali, come dice Salvini



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