senza un forte controllo pubblico per l’utenza aumenteranno solo i disagi

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Come è noto, l’art 19 ter del D.L. 135/ 2009 ha, tra l’altro, previsto, al fine di adeguare l’ordinamento nazionale si principi comunitari in materia di cabotaggio marittimo e di liberalizzazione delle relative rotte, la privatizzazione della società Tirrenia e delle altre società regionali di cui Toremar, la disposizione di legge prevedeva il preventivo trasferimento a titolo gratuito alle rispettive Regioni. Oltre al fallimento del servizio in questi 12 anni, con un’idea miope di cosa è un arcipelago di Isole, un naufragio di un osservatorio di vigilanza nato e chiuso all’istante senza aver inciso su quanto avrebbe dovuto. La vicenda del bando Toremar con i mille interrogativi legittimi al seguito, la vendita delle navi nel bando, la mancanza di una clausola sociale per i lavoratori, la vendita della sede a Livorno, un bando a maglia larga, di paio con la sovrapposizione ed accorpamento delle diverse compagnie di navigazione detenute dallo stesso armatore ha determinato la conseguenza sistematica e matematica della riduzione delle corse (Slot), una fine costruita dall’inizio. E’ inaccettabile che tra la scadenza degli slot (partenze – arrivi) a Settembre 2024, e la nuova assegnazione che verrà, l’Autorità di sistema portuale lasci il libero arbitrio degli slot alle convenienze del cabotaggio marittimo, legittimando il taglio delle partenze–arrivi delle compagnie di navigazione a scapito della popolazione Elbana e con gravi rischi per Capraia e Giglio.

 

Sinistra Italiana ritiene che tra una scadenza e la nuova assegnazione deve essere mantenuto provvisoriamente lo stesso standard di corse navi dell’anno precedente. Sono iniziati i lavori di elettrificazione delle banchine e pontili secondo la normativa Europea per i traghetti in sosta a fine servizio, di paio dal 1° gennaio 2025 è entrata in vigore la normativa e sistema EU-ETS sulle emissioni prodotte dal trasporto marittimo che definisce come tutte le compagnie di navigazione dell’unione Europea dovranno ridurre le loro emissioni climalteranti. Visto quanto (non) accaduto finora, a meno di un fortissimo controllo pubblico, sarà difficile vedere le compagnie di navigazione introdurre a bordo dei traghetti sistemi scrubber a circuito chiuso per l’abbattimento degli scarichi dai fumaioli, è quindi necessario un puntuale controllo, anche in navigazione, degli enti preposti a far rispettare le normative antinquinamento nazionali, europee e internazionali.

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Con l’acquisizione da parte di Blu Navy della linea e del mezzo– con grossi problemi di impatto ambientale e anacronistico rispetto alle necessità – di Corsica Ferries, compagnia che esercitava quando c’era da mangiare la polpa in stagione, e stare fuori l’inverno quando c’era da rosicare l’osso, assistiamo ad una riproposizione e accorpamento di cartello che va a discapito degli utenti come avvenuto negli ultimi 12 anni con soste tecniche a go-go e partenze–arrivi inevasi dalle condizioni meteo avverse e per oggettività vetusta dei vettori marittimi. L’unica compagnia di navigazione avente la storicità del servizio e degli slot mantenuti in esercizio dal 1° gennaio al 31 dicembre è Toremar.

 

La politica e la proposta

In questo quadro di enorme incertezza dentro al quale c’è sicuramente una responsabilità della Regione Toscana nell’aver scelto acriticamente la strada della privatizzazione tracciata dai governi di destra, consegnando di fatto a un monopolista la continuità territoriale, è urgente che le forze progressiste presentino una proposta per arrivare ad una nuova e innovativa e significata di continuità territoriale per l’arcipelago Toscano, con un forte controllo pubblico che assicuri i diritti essenziali alla mobilità, al lavoro, alle cure sanitarie e all’istruzione, un territoriale aggiunto anche per l’economia turistica e da realizzare con il coinvolgimento e la partecipazione consapevole dei cittadini.

 

Spicca l’assenza di intervento e proposta del ministro leghista delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini e del presidente del Consiglio del governo di destra Giorgia Meloni per i quali evidentemente le piccole isole italiane sino territori coloniali nei quali fare agitazione politica con i loro ascari locali, cercando di nascondere il fatto che la situazione attuale è l’eredità avvelenata delle sciagurate privatizzazioni dei servizi pubblici imposte da governi di centro-destra. Anche per questo Sinistra Italiana ha presentato un’interrogazione parlamentare perché il governo dica cosa ne pensa della continuità territoriale per le isole minori e se intenda continuare a percorrere questa strada fallimentare che crea cittadine e cittadini di serie B.

 

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Tra la compravendita di compagnie di navigazione, l’assegnazione degli slot, e 12 anni di interminabili polemiche legittime dei cittadini, e con la mancanza di una visione complessiva di cosa dovrebbe essere la continuità territoriale nell’arcipelago Toscano, in questo quadro di enorme incertezza, Sinistra Italiana, dedica, per una proposta innovativa di ampio respiro, e si propone a tutte le forze politiche di Centro Sinistra e Progressiste, la nostra idea di continuità territoriale marittima, innovativa, pulita, veloce, e per una qualità del lavoro marittimo che storicamente appartiene alle province della costa Toscana.

 

Sinistra Italiana, avanza due ipotesi di proposta basate sui due principi comunitari fondamentali la sussidiarietà e proporzionalità, sviliti ad oggi per un libero mercato che inevitabilmente non ha mantenuto gli impegni presi con i cittadini Elbani e dell’arcipelago, per una nuova continuità territoriale marittima, integrata, è diritto della cittadinanza e dovere dello stato.

 

Prima ipotesi di proposta:

Un nuovo bando nella scelta pregressa e acritica della regione Toscana sulla privatizzazione, con un forte controllo pubblico scritto a maglie strette nel nuovo bando esigibile dalle istituzioni in qualunque momento; caratterizzato dalla partecipazione dei cittadini; dall’introduzione nel bando l’acquisizione del servizio di trasporto dal porto di Piombino a Campiglia e viceversa; un piano quinquennale o decennale con la previsione della costruzione nei cantieri in Toscana attraverso il PNNR di traghetti di nuova concezione marittima veloci ( Monocarena – Catamarano ) meno inquinanti, più capienti ed economicamente sostenibili adatti alle tratte, e non dedicati alle storiche linee e porti dell’arcipelago e intercambiabili tra loro; la fornitura di servizi di eccellenza congeniale all’economicità e al portafoglio dei cittadini per il trasporto dei rifiuti, e del carburante, con un servizio dedicato; obbligo di servizio pubblico; la consistenza numerica degli equipaggi nei 12 mesi; ruolo di equipaggio unico per i marittimi; una continuità territoriale estesa ai residenti in Toscana in una formula di biglietto per vivere l’arcipelago in bassa stagione; un collegamento marittimo tra isole dell’arcipelago in alta e bassa stagione con formule di triangolazione di linee; garantire la qualità della sanità insulare che dipende fortemente dal trasporto marittimo; tutelare tutto il pendolarismo garantendo i servizi e istruzione all’Elba; tariffe dedicate in bassa stagione per i nuovi turismi outdoor, culturali, ed ecologici che attraggono visitatori tutto l’anno, in una autostrada che sembra obbligata a fronte del palese fallimento della privatizzazione cibandosi di denaro pubblico, scaricando rischi e disagi sui residenti e lavoratori; e non per ultimo la direzione societaria e amministrativa a Portoferraio. Una prospettiva di ritorno al futuro prospettata recentemente alla manifestazione sulla Continuità Territoriale Marittima della CGIL a Portoferraio e che, finalmente, non è scartata nemmeno dall’assessore regionale.

Seconda ipotesi di proposta:

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Il passaggio di mano della continuità territoriale marittima, dalla regione Toscana alle Ferrovie dello stato, che serve la regione Sicilia con il traghettamento di vagoni ferroviari, camion, auto e passeggeri al seguito, da villa san Giovanni a Messina con la società marittima BluFerries. Per Sinistra Italiana è più di una ipotesi da estendere nell’arcipelago Toscano, e può rappresentare con i contenuti della prima ipotesi più una garanzia per tutti gli utenti, economica per la tasca del cittadino, per un lavoro di qualità diventando un’eccellenza Toscana da estendere alle altre realtà insulari.

 

Sinistra Italiana è vicina a tutti i lavoratori, ai marittimi, ai piazzalisti e delle biglietterie e, a fronte di una tale confusione, incertezza e mancanza di prospettiva, vista l’assenza di proposte, ritiene sia venuto il tempo di passare dalla polemica alle ipotesi per un confronto serio e concreto.

 

In questo percorso e quadro di ipotesi e di discussione partecipata (speriamo), abbiamo l’obbligo di restituire la dignità a tutti i lavoratori marittimi del pubblico che del privato nelle tratte giornaliere brevi in virtù di una competizione amministrativa e normativa di pari uguaglianza, un lavoro normale.

 

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Sappiamo, per quanto ci insegna la storia, che il confronto tra il servizio pubblico e privato nel nostro territorio ha rappresentato uno scontro politico su terreni fertili diventati aridi dopo decenni.

 

Dal 1982 ad oggi in Toremar abbiamo perso più di cento posti di lavoro e, nel caso di spacchettamento delle linee, la cifra avrebbe potuto raddoppiare in assenza di una clausola sociale.

 

I lavoratori marittimi in Toremar sono stati sostituiti da lavoratori provenienti da fuori regione, come se in Toscana non ci fossero lavoratori con libretto di navigazione. Forse è anche vero ma, se esaminiamo in profondità ci possiamo accorgere di alcuni aspetti significativi in evidenza – non possiamo considerare un marittimo di lungo corso e applicargli il relativo contratto, quando a un marittimo che svolge la professione giornaliera con 12 o 16 ore/giorno, forse conviene all’armatore rendere vitto e alloggio al lavoratore e non viceversa come si potrebbe intuire.

 

Pensiamo. oltre ai contenuti delle due ipotesi, a una nuova ipotesi di metodo del servizio con turni giornalieri di ore fissato, perché la normativa sull’orario di lavoro è in vigore, peraltro, da 15 anni nel silenzio assordante.

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Quindi, proponiamo:

– che il lavoro del marittimo di breve raggio e giornaliero diventi un lavoro normale (Marittimo-Conduttore) con turni di lavoro-riposo giornalieri;

– che diventi un lavoro di genere vista la disoccupazione che attanaglia l’intero paese e in specie nei territori turistici.

 

Anche in questo caso la scommessa sarà quella di vedere come le compagnie di navigazione introdurranno la normativa di lavoro, come lo è il controllo delle autorità preposte.

 

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Il recepimento e l’estensione a tutte le bandiere armatoriali della parte normativa ed economica del contratto Ferrovie dello stato sez. Mare, che operano nelle tratte brevi e degli arcipelaghi, può rappresentare una seria svolta nel settore marittimo, e ricordare a tutti i dinosauri di questo settore che il lavoro che vogliamo è anche questo.

 

Sinistra Italiana – AVS

Circolo P. Piscitello Isola d’Elba



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