La Messa alla Prova raccontata da chi l’ha vissuta

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Alessandro Giovannelli presenta il podcast Storia di L. – Una storia di MAP sull’Unità di sabato 11 gennaio 2025.

Tempo di lettura: 3 minuti

Chi voglia parlare oggi di MAP, l’acronimo col quale si indica la messa alla prova, ovvero quell’istituto di giustizia di comunità introdotto da ormai 10 anni, che prevede la sospensione del processo e lo svolgimento di lavori di pubblica utilità, deve necessariamente assolvere ad una precisa responsabilità. Innanzitutto, deve informare. E qui sta il primo discrimine: in certi campi, informare non può essere un atto “neutro”. Mai. Al contrario, informare è un atto politico e sottende una presa di posizione. Vedremo più avanti quale.

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Quanto affermato in premessa è ancor più vero se l’informazione che si intende veicolare passa attraverso canali di comunicazione che sfuggono – vivaddio, ne esistono: questi sono i pregi della modernità – agli ingranaggi costrittivi di codificazione dei media tradizionali. Trattandosi inoltre di un tema di grande attualità, anche in considerazione di quanto crescentemente si fa ricorso a questo istituto da parte di tribunali di ogni angolo del paese, risulterà evidente quale sia la posizione da prendere, quale il punto di vista da assumere. La Società della Ragione, che ha scelto di mettersi in gioco, di vedere da dentro cosa sia la messa alla prova, ha dunque preso una posizione ben chiara: ha scelto di dare voce ad L. e lo ha fatto producendo un podcast, “Storia di L. – Una storia di MAP”, una miniserie in quattro episodi disponibile su Spotify e Apple Podcast realizzata dal Collettivo Cumbre Altre Frequenze all’interno del progetto LPU·MAP – Rete x modello alternativa alla detenzione, finanziato dal Bando Welfare della Regione toscana con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il rischio da evitare era quello di svolgere una riflessione incentrata sugli aspetti tecnici del dispositivo giuridico; evitare, in buona sostanza, rimandandolo ad altri contesti, un ragionamento appannaggio degli addetti ai lavori e il meccanismo di rimozione che ne sarebbe inevitabilmente derivato. Affrontando tuttavia il tema con competenza ed accuratezza. La voce di L garantisce questo delicato ma essenziale equilibrio. E garantisce che il punto di vista di chi la MAP l’ha vissuta sulla propria pelle non sia, appunto, oggetto di rimozione. L racconta in maniera autentica la propria esperienza di messa alla prova: accusato di resistenza a pubblico ufficiale, ha scelto la MAP come alternativa al processo penale – proprio a questo ci si riferisce quando si parla di messa alla prova: un’alternativa al processo penale -, sottoponendosi allo svolgimento di lavori di pubblica utilità presso la sede de La Società della Ragione, nell’area ex-manicomiale di San Salvi a Firenze.

Il racconto di L funge, in una certa misura, da guida. Ci rende partecipi del primo traumatico impatto con la burocrazia, una volta imboccata la strada della messa alla prova. Delle difficoltà ad orientarsi davanti ad un elenco interminabile di associazioni, quelle che danno la propria disponibilità ad accogliere in MAP. Della pazienza dell’addetta del UEPE che, dopo una lunga intervista, lo ha indirizzato proprio verso La Società della Ragione. E poi, la scoperta di un ambiente stimolante, di persone che hanno saputo dare il giusto valore alle sue vocazioni, dando un senso anche ad un percorso che sembrava non averne. L racconta del suo entusiasmo, della piacevole sorpresa di non essersi ritrovato a fare le pulizie di qualche stanza e di avere invece svolto delle attività che hanno arricchito le sue conoscenze, che hanno stimolato la sua curiosità, che gli hanno dato per davvero la possibilità di mettersi alla prova, ad esempio organizzando un convegno. Il racconto di L è una guida che ci porta a formulare le giuste domande: che cosa accade quando si finisce nelle maglie del sistema penale? In quali circostanze la messa alla prova rappresenta un’alternativa percorribile? Quale iter prevede la scelta di sottoporsi alla messa alla prova? Quanto e quale impegno verrà richiesto? La MAP può diventare un momento di crescita personale? Oppure è soltanto l’ennesimo congegno penale, afflittivo, utile solo al sistema giustizia?

Ma, soprattutto, il racconto di L ci interroga su una questione dirimente, di fondo: la possibilità che lui ha avuto di svolgere un percorso qualificato di lavori di pubblica utilità, l’opportunità per chi si ritrova ad essere oggetto della misura della messa alla prova di fare un percorso di arricchimento individuale operando, al contempo, in un contesto collettivo, è una prerogativa di pochi, il “colpo di fortuna” di chi è capitato nel posto giusto al momento giusto? Nel caso specifico, di aver svolto il servizio presso La Società della Ragione che, grazie ai finanziamenti di Fondazione CR Firenze prima e Regione Toscana poi, ha potuto realizzare progetti ritagliati sulla persona e seguiti uno a uno da tutor? E, dunque: la messa alla prova è soltanto un ampliamento della rete del controllo penale, come i numeri – impietosi – ci dimostrano incontrovertibilmente? Oppure, al di là della volontà del legislatore, può essere altro, qualcosa di più?

Storia di L. – Una Storia di MAP è ascoltabile sulle principali piattaforme podcast e sul sito societadellaragione.it.

[Articolo di Alessandro Giovannelli su l’Unità dell’11 gennaio 2025]





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