La presidente del gruppo giovanile nazionale e dirigente di Eusider, si racconta all’interno del programma “Le Opere e i Giorni”, intervistata da Guido Lombardi
Dal 29 novembre scorso Maria Anghileri, direttore operativo della Eusider di Costa Masnaga, impresa che opera nel settore siderurgico specializzata nella trasformazione e nella lavorazione dell’acciaio, fondata nel 1979 da suo padre Eufrasio e da suo zio Antonio Anghileri, è la nuova presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Resterà al vertice degli industriali “junior” per quattro anni, fino alla fine del 2028, ed è anche vicepresidente del numero uno di viale dell’Astronomia, Emanuele Orsini.
Presidente Anghileri, quale è stato il suo percorso professionale ed associativo?
«Ho iniziato la mia esperienza imprenditoriale ed associativa in parallelo, nel 2016, dopo un precedente percorso all’interno di uno studio legale. Sono infatti avvocato e mi sono specializzata in diritto commerciale e societario. Prima, quindi, guardavo alle aziende da un punto di vista legale, in seguito sono entrata nell’impresa di famiglia e contestualmente mi sono iscritta anche nel gruppo giovani di Confindustria Lecco, iniziando questa avventura associativa. Sono stata nel direttivo di Confindustria Lecco e Sondrio, seguendo in particolare il progetto Elite, pensato per supportare le imprese nella realizzazione di progetti di crescita e sviluppo fino ad un’eventuale quotazione in Borsa. Ho quindi frequentato il gruppo Giovani regionale di cui sono stata vicepresidente. Infine, nel triennio 2020-2023, sono stata vicepresidente nazionale sempre degli industriali “junior”, con la delega alla cultura di impresa».
Di cosa si occupa all’interno del gruppo Eusider?
«Sono direttore operativo dell’azienda fondata da mio padre e mio zio e oggi guidata anche da me e da mio fratello Giacomino. Operiamo nel mercato siderurgico e siamo un centro servizi, ossia ci poniamo a metà strada tra le acciaierie produttrici ed i clienti finali nel mondo della cantieristica navale, degli elettrodomestici, dei settori infrastrutture, veicoli industriali, oil&gas, automotive. Il Gruppo Eusider è organizzato in 18 stabilimenti produttivi dislocati tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, con 900 collaboratori e una forte propensione all’export pari a circa il 35% del fatturato. Nel corso degli anni, abbiamo diversificato pur rimanendo nell’ambito dell’acciaio, in termini di prodotti e lavorazioni, per servire con sempre maggiore qualità i nostri clienti».
Quali progetti ha seguito da vicepresidente del gruppo Giovani di Confindustria?
«Mi sono occupata in particolare del progetto “Generazioni” che ha l’obiettivo di analizzare come le aziende italiane affrontano il passaggio generazionale, un processo delicatissimo da cui spesso dipende la sopravvivenza delle imprese e anche quella del nostro tessuto economico e sociale. Il 65% delle aziende italiane che fatturano più di 20 milioni sono famigliari: per questo è così importante che questo passaggio avvenga in modo corretto. Girando l’Italia e dialogando con tanti imprenditori, è emerso anzitutto che il passaggio generazionale è un processo e deve quindi essere guidato per tempo, quando si possono prendere, con tranquillità e serenità, le scelte necessarie. Inoltre, deve esserci un allineamento di valore in azienda, a livello di famiglia ma anche con tutti i collaboratori».
Ora sarà per quattro anni presidente nazionale. Quali sono gli obiettivi di questo suo mandato?
«Se dovessi riassumere il mio programma con tre parole direi: persone, imprese ed Europa. Occorre rimettere al centro dell’agenda economica le donne e i giovani, con particolare attenzione ai due milioni di “Neet” italiani che non studiano e non lavorano; è necessario superare il gap tra occupazione maschile e femminile: si tratta di un percorso importante a livello culturale ma anche economico. Tengo molto al tema della parità di genere: oltre ad una donna presidente, la mia squadra si compone di un numero pari di uomini e donne. Non ho fatto alcuna fatica, nella scelta dei miei vice, ad individuare donne brave e competenti. La seconda parola d’ordine del mio programma è imprese. Come imprenditori siamo consapevoli di vivere in un momento complesso, per la situazione geopolitica caratterizzata dalle guerre in corso, per i problemi legati al mercato energetico che colpiscono soprattutto alcune imprese. Ma noi giovani abbiamo il dovere dell’ottimismo. Pensiamo che, con il nostro impegno e dedizione, potremo superare anche questo momento. Infine noi riteniamo fondamentale la dimensione europea, sia come cittadini che imprenditori. Il 70% della legislazione per le imprese proviene da Bruxelles: occorre quindi rivolgere grande attenzione a quanto avviene in Europa. Auspichiamo che il mercato europeo sia davvero unico, mentre oggi c’è ancora molta frammentazione».
Quale ruolo possono avere i giovani all’interno delle associazioni di categoria?
«I giovani devono essere anticipatori del cambiamento, soprattutto mentre stiamo vivendo una vera rivoluzione tecnologica. Dobbiamo sensibilizzare le nostre organizzazione sui temi più rilevanti per il futuro e anche le istituzioni: come possiamo parlare di competitività quando l’Europa investe sull’intelligenza artificiale una parte minima rispetto a quanto viene impiegato da Cina e Stati Uniti?».
Le associazioni di categoria sono ancora protagoniste nella vita del Paese?
«In primo luogo io penso che il valore aggiunto di Confindustria sia dato dalle contaminazioni che si creano: partecipando alla vita associativa, si viene in contatto con imprese di differenti settori e dimensioni. La nostra realtà abbraccia 210 organizzazioni territoriali, 150mila imprese e più di 5 milioni di collaboratori. La nostra forza è data proprio dallo stare insieme, riunendo le istanze delle imprese per essere più rappresentativi e far sentire la nostra voce. Anche in futuro, quindi, Confindustria giocherà un ruolo da protagonista, cercando di indirizzare le rivoluzioni che stiamo vivendo, lavorando con attenzione, ad esempio, sui temi dell’energia e della difesa».
Quali sono i principali impegni che derivano dal suo ruolo di presidente del gruppo Giovani?
«Ci riuniamo tutti i mesi, con un consiglio centrale che usiamo per discutere, lavorare e fare proposte per risolvere i principali problemi che riguardano le imprese e il paese. Il risultato di questo lavoro di analisi e proposta viene poi presentato, due volte l’anno, nei nostri convegni nazionali di Rapallo, nel mese di giugno, e di Capri in ottobre, durante i quali dialoghiamo con la politica, le istituzioni ed il governo. Sono moltissimi poi, i progetti a cui lavoriamo come movimento: da quelli che accompagnano le nuove imprese nel loro percorso di crescita, alla formazione imprenditoriale, dal passaggio generazionale, alle visite imprenditoriali all’estero. Il presidente dei Giovani è anche vicepresidente nazionale di Confindustria e quindi partecipa alle presidenze senior ed al consiglio generale: questo è importante per far sentire la nostra voce nelle sedi opportune».
Quali sono le principali criticità che, a suo avviso, stanno vivendo le imprese dei nostri territori?
«C’è un grande problema legato alla mancanza di corrispondenza tra domanda ed offerta di lavoro. Un passo in avanti è stato compiuto, anche grazie a Confindustria, con gli Its. Poi pesa sulle aziende la grande criticità legata alle infrastrutture: servono nuovi investimenti perché, per essere davvero competitivi, abbiamo bisogno di avere infrastrutture all’avanguardia. E poi c’è grande preoccupazione sul fronte energetico: anche in questo caso non riusciamo a competere con aziende, anche europee, che hanno prezzi energetici più bassi. Siamo naturalmente impegnati nei processi di decarbonizzazione, ma servono misure e stanziamenti importanti per investire in forme di energia alternativa. Su questo tema voglio aggiungere che la sostenibilità ambientale non può essere disgiunta da quella economica. Insistiamo quindi anche sul principio di neutralità tecnologica: usiamo tutte le fonti possibili, non focalizziamoci su un unico modello».
L’Italia è diventata un paese per vecchi?
«Noi vorremmo dimostrare con il nostro lavoro che i giovani in Italia sono tanti, preparati e appassionati, a volte rappresentanti di imprese di seconda, terza o quarta generazione, mentre altre volte sono imprenditori di prima generazione che rischiano per fondare una nuova impresa. Invertiamo una narrazione negativa che non rappresenta la realtà: è possibile fare impresa in Italia, ci sono tanti giovani imprenditori appassionati e vogliamo dare loro voce. Chiediamo ad esempio una facilitazione per l’accesso al credito, in particolare per le start up».
Nel suo futuro vede ulteriori e prestigiosi incarichi in Confindustria?
«Ora sono concentrata nel fare bene il presidente dei Giovani, una sfida che voglio affrontare con passione ed entusiasmo. Ci credo molto e voglio concentrare le mie energie per raggiungere gli obiettivi che mi sono data».
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