Afd a congresso, il muro della Germania antifa

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Dentro alla hall dell’Arena di Riesa, in Sassonia, nella zona rossa vietata perfino ai giornalisti, 500 delegati di Afd blindati nella sala-congresso dipinta di blu formalizzano la nomina di Alice Weidel a candidata-cancelliera, mentre lavorano per inserire nel programma elettorale ciò che serve a far uscire il partito dalla gabbia istituzionale che ne trattiene le pulsioni più nere, a partire dall’abolizione del reato di odio che limita la “libertà di opinione” su temi come l’Olocausto, il ruolo delle SS e le teorie suprematiste.

FUORI DALLA SALA-EVENTI, imbacuccati fino al collo per proteggersi dalla doppia minaccia del gelo e dello spray al peperoncino sparato dalla polizia, 15 mila tedeschi alzano il Brandmauer (muro anti-incendio) dell’Antifascismo. Arrivati con treni e bus da tutta la Germania, «siamo di nuovo in piazza perché Afd incarna tutto ciò in cui siamo contro» riassume uno dei portavoce del cartello di associazioni unite sotto allo slogan «Riesa per Tutti» e nel segno del dito medio colorato divenuto il nuovo simbolo del nein al fascio-populismo.

Né più, né meno, di quanto prevede la Costituzione: non solo sulla carta la Legge Fondamentale della Repubblica federale obbliga tutti i cittadini alla resistenza attiva di fronte a qualunque deriva anti-democratica, come rilevano i giuristi schierati contro Afd.

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Alice Weidel foto Ap

Invece, mentre Weidel può celebrare il congresso della sua consacrazione definitiva, discutendo liberamente e ormai senza più freni inibitori con i delegati del suo partito di «remigrazione» degli stranieri (dopo aver recitato la stessa invettiva della social-live con Musk che ha fatto guadagnare ad Afd il 2% nei sondaggi) i manifestanti vengono repressi con massima durezza.

A TERRA, PRIVO di conoscenza per diversi minuti, rimane ferito tra gli altri il deputato della Linke al Landtag della Sassonia, Nam Duy Nguyen, travolto dalla violenta carica degli agenti. Era a Riesa come osservatore parlamentare, indossava l’apposito gilet fluorescente di riconoscimento e aveva anche esibito l’inconfondibile tesserino istituzionale. Il corrispondente della Taz, invece, è costretto a chiamare l’ufficio-media della polizia per poter superare la zona rossa intorno all’Arena dopo che gli agenti gli avevano impedito l’accesso insieme ad altri colleghi.

COSÌ IL RUMORE dei blindati e delle sirene lungo la Friedrich-List-Strasse, la via principale del corteo, copre il coro «Alice per la Germania» intonato dentro l’Arena dai membri di Afd. È la versione legale del famigerato motto delle SA «Tutto per la Germania», utilizzato ripetutamente nei comizi dal capo di Der Flügel (la corrente ultra-razzista del partito) Bjorn Höcke, tanto da costargli due condanne penali.

L’OBIETTIVO mai dichiarato è la normalizzazione totale di Afd, il secondo partito tedesco dopo la Cdu, il primo su cui punta la nuova amministrazione degli Stati uniti d’America. Le mozioni bipartisan per la sua messa al bando restano formalmente in piedi al Bundestag, ma cinque settimane prima della fine della legislatura rappresentano più che altro il fallimento dell’argine istituzionale che si doveva e poteva mettere in piedi due anni fa. Per ora a bloccare la conquista del potere di Afd rimane soltanto il patto politico fra Cdu-Csu, Spd, Verdi, Fdp e Linke che impedisce qualunque coalizione con Afd.

Troppo poco per fermare il boom di consenso per l’ultra destra, ovvero la sfiducia generalizzata fra gli elettori per tutti i leader tradizionali.

NELLA LISTA dei meno amati spicca al primo posto Olaf Scholz, ieri eletto ufficialmente candidato-cancelliere nel corso del parteitag della Spd. «Nominato per acclamazione» con pochi voti contrari, specifica il Presidium socialdemocratico, al contrario del 2021 quando venne investito del ruolo dopo il voto segreto dei delegati.
«Siamo il partito della gente normale» scandisce Scholz prendendo distanza dall’estremismo di Weidel. «La situazione mondiale è dannatamente seria e in Germania serve un governo capace di chiarezza, prudenza ed esperienza. Preoccupano gli sviluppi della guerra in Ucraina, ma anche la nuova situazione politica in Austria e Usa. Ci sono forze che lavorano per distruggere le nostre istituzioni democratiche, qui da noi in Occidente».



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