- Arriva uno specifico bando per ripopolare i Comuni del Sud Italia a contrasto dello spopolamento e della desertificazione demografica nelle regioni del Mezzogiorno.
- Sono messi a disposizione 8 milioni di euro a sostegno del ripopolamento di determinati territori, secondo le proposte che saranno avanzate dagli enti del terzo settore locali.
- Per partecipare, gli ETS devono inviare i progetti utilizzando il portale ufficiale dell’iniziativa entro la scadenza del 16 luglio 2025.
Arriva un’iniziativa volta al ripopolamento dei piccoli Comuni del Mezzogiorno, con attenzione particolare alle zone che nel tempo hanno subito maggiormente situazioni di spopolamento. Si parla di tutti quei piccoli Comuni i cui abitanti nel tempo hanno deciso di spostarsi, trasferendosi nelle grandi città o per cui si assiste ad un crollo delle nascite.
Sono messi a disposizione 8 milioni di euro per sostenere 4 territori del Meridione, per cui l’accesso ai fondi verrà garantito sulla base delle proposte di intervento presentate dagli ETS. Il bando si rivolge infatti ai singoli Comuni e agli enti del terzo settore che operano al sud. La domanda di partecipazione andrà inviata entro il 16 luglio 2025 sul portale web ufficiale del bando.
Riabilitare il Sud: lo scenario
Andando a vedere le motivazioni che hanno dato origine all’iniziativa, si possono citare i dati che rilevano una situazione critica al Sud del paese. Come riporta il Centro Servizi per il volontariato di Messina1, tra gli anni 2001 e 2023, il Sud Italia ha perso 730 mila residenti. Un numero altissimo, soprattutto se confrontato con i dati del settentrione.
Si prevede che entro il 2080 se si prosegue con questo trend ci saranno 8 milioni di abitanti in meno al Sud rispetto ai 5,2 milioni delle zone centrali e del nord. Lo spopolamento coinvolge soprattutto le giovani generazioni, che sempre più spesso scelgono di spostarsi in una grande città oppure al nord del paese per trovare maggior benessere economico.
Ma anche il calo demografico si inserisce in questo contesto, incidendo come fattore negativo nello spopolamento dei Comuni del Sud. Oggi in tutta Italia, ma soprattutto in meridione, sono i Comuni più piccoli, quelli sotto i 5.000 abitati, a subire più di tutti una desertificazione demografica che sta colpendo tutto il paese.
L’iniziativa Riabilitare il Sud viene introdotta nell’ottica di porre rimedio a questa criticità, portando avanti percorsi di rigenerazione demografica, dando la possibilità alle associazioni sul territorio di proporre soluzioni strutturali.
Come funziona Riabilitare il Sud
L’iniziativa coinvolge regioni come: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, chiedendo ai Comuni e agli enti del terzo settore di intervenire con proposte mirate al ripopolamento. Il bando intende portare avanti lo sviluppo locale promuovendo la collaborazione tra enti pubblici e privati, sperimentando azioni concrete.
Per partecipare, è necessario che il progetto proposto coinvolga almeno tre comuni vicini, con non più di 20.000 abitanti. Un requisito essenziale è che sia attivo un sistema di accoglienza e integrazione (SAI) sul territorio.
I contributi vengono erogati in 4 fasi differenti:
- con un anticipo del 30% del contributo;
- due fasi di acconto con copertura massima del 20% ciascuna;
- con il saldo rispetto alle spese presentate con documentazione.
A questi contributi viene applicata una tassa del 4%, inoltre alcune voci di spesa non sono ammesse all’iniziativa. Sono escluse ad esempio le spese per la progettazione della proposta inviata, i costi per le utenze delle strutture oppure erogazioni di contributi finanziari.
Requisiti per partecipare al bando
Per partecipare al bando è necessario per ogni ETS rispettare alcuni requisiti essenziali:
- essere un ente del terzo settore regolarmente registrato al RUNTS;
- essere stato costituito prima del 1 gennaio 2022;
- avere sede legale in un territorio per cui si presenta il progetto di intervento;
- portare avanti iniziative coerenti con il bando.
Inoltre ogni iniziativa proposta deve prevedere una quota di cofinanziamento monetario almeno del 10% del costo totale previsto per lo sviluppo del progetto. La sua durata deve essere di almeno 36 mesi e non più di 48. Il progetto deve prevedere almeno una quota di contributo a carico degli ETS per il 65%.
Viene previsto un limite anche per la spesa di ristrutturazione o riqualificazione degli immobili sul territorio, ovvero per un massimo del 30% del contributo che viene richiesto (con durata dei lavori massima di 12 mesi). Viene esclusa la possibilità di costruzione o di acquisto di infrastrutture immobiliari.
Quali sono le aree di intervento
La Fondazione con il Sud2 ha specificato quali saranno le singole aree di intervento che intende portare avanti per raggiungere l’obiettivo, verso 4 diverse direzioni: “nascere, restare, tornare, accogliere”.
In particolare intende valorizzare tutti i beni pubblici comuni, ovvero intervenire sulle scuole non utilizzate per dare un futuro a queste strutture, lavorare sugli spazi urbani e gli immobili storici, ma anche sulle risorse dell’ambiente.
A questo proposito vi possono rientrare iniziative per creare comunità energetiche locali, recuperare parchi o terreni abbandonati. Seguono la cura per i servizi di mobilità sostenibili e il miglioramento dei servizi socioassistenziali.
Viene posto l’accento anche sulle attività di impresa sociali, che possono effettivamente trainare il recupero di queste aree apportando nuovi posti di lavoro per le persone fragili. Un altro punto interessante è la digitalizzazione, oltre alla promozione di un turismo di tipo sostenibile.
Come partecipare al bando per lo sviluppo del Sud
Per partecipare è necessario quindi per gli ETS e i piccoli Comuni presentare un’apposita richiesta sul portale online Chàiros3, entro la scadenza del 16 luglio 2025. Dopo la valutazione delle domande, verranno quindi selezionati i territori in cui avviare la sperimentazione, con l’istituzione di un apposito gruppo di coordinamento territoriale per l’attuazione dei progetti.
Il gruppo sarà composto dagli enti che hanno presentato la richiesta e dalla Fondazione con il Sud, che intende portare avanti azioni mirate al ripopolamento delle zone scelte.
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