La metamorfosi di Elon Musk. Dove vuole arrivare adesso mister X? E cosa farà Trump?

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di
Massimo Gaggi

Il vero mistero è come Donald Trump, ancora più narciso di lui, possa continuare ad andare d’accordo con Elon

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Dirige sei aziende impegnate nelle tecnologie d’avanguardia dei settori più disparati (spazio, auto elettrica, robot, robotaxi, intelligenza artificiale, reti sociali, telecomunicazioni, ma impianta anche microprocessori nel cervello e sperimenta collegamenti sotterranei veloci), ha un incarico impegnativo nel governo Trump e passa molto tempo col nuovo presidente. Ora, poi, interviene sempre più spesso nella politica europea: appoggia la Meloni, attacca i giudici italiani, critica Macron, si schiera con l’estrema destra tedesca dell’AfD e ora ha preso di mira Starmer con l’obiettivo di rovesciare il governo laburista britannico.

Da tempo Elon Musk stupisce con la metamorfosi dell’«Iron Man», genio ingegneristico capace di creare aziende e tecnologie d’avanguardia, in protagonista della politica con aspirazioni da kingmaker geopolitico (coi suoi satelliti di comunicazione Starlink) ed elettorale con l’impegno nella campagna per Trump e il suo ruolo di megainfluencer che promuove candidati della destra europea




















































E allora ci si chiede non solo fin dove arrivino le sue ambizioni politiche, ma anche come faccia a condurre simultaneamente tutte queste attività, mettendo, per di più, in Rete una media di 61 post al giorno per la sua X (ex Twitter) dove ha 212 milioni di follower. Trovando anche il tempo per eccellere in un videogioco, Diablo IV, nel quale si vanta di aver raggiunto un livello di eccellenza consentito, secondo gli esperti, solo a chi dedica l’intera giornata, per intere settimane, a questo complicatissimo game. Lui non lo spiega ma posta, soddisfatto, sue immagini alle prese con Diablo. Dice di aver risolto il rebus finale in meno di due minuti. 

Un «Superman»? Tutto vero? Chissà: Musk fa grandi cose, ma spesso ne dice alcune solo per fare notizia. Da tempo proclama che con Doge, il suo nuovo dipartimento per l’efficienza, taglierà la spesa pubblica di duemila miliardi di dollari l’anno. Per settimane gli esperti hanno detto che è tecnicamente impossibile: escludendo pensioni, sanità e gli altri diritti acquisiti, intoccabili secondo Trump, nel bilancio federale restano meno di duemila miliardi di spese: non basterebbe nemmeno azzerare tutto per centrare l’obiettivo. Per settimane Musk ha replicato che duemila era l’obiettivo. Senza sconti. Ma ieri, in un’intervista, ha improvvisamente più che dimezzato la scommessa: «Già mille sarebbero un risultato epico».

Il vero mistero, se ci si concentra sul personaggio, sulla sua retorica sfidante, sul suo narcisismo, è come Donald Trump, ancora più narciso e da sempre abituato ad avere il palcoscenico tutto per sé, possa continuare ad andare d’accordo con Elon: molto più ricco di lui e capace, almeno a livello di follower, di surclassarlo anche in popolarità. Se lo chiede soprattutto la vecchia guardia Maga che vede con fastidio crescere l’influenza di Musk e dei tech Maga, come Thiel, Andreessen e David Sacks. Una fronda guidata da Steve Bannon che nell’illuminante intervista alla nostra Viviana Mazza definisce Musk malvagio, con «il livello di maturità di un bambino» e promette di toglierlo di mezzo.

Al momento, però, è Bannon, grande attivista e stratega della prima vittoria elettorale di Trump, a rischiare di finire ai margini. Mentre, al di là di eccessi caratteriali, annunci esagerati ed episodi d’incontinenza verbale, Musk sta già facendo grandi cose. Nel bene e nel male. Dopodomani il settimo lancio di Starship aprirà una fase nuova: l’astronave «marziana», ridisegnata, per la prima volta avrà un carico di satelliti da mettere in orbita. Il missile tornerà alla base e verranno completati gli esperimenti che dal prossimo lancio, l’ottavo, dovrebbero consentire anche il rientro alla base della nave spaziale.

Nel mondo dell’informazione l’erosione della verità determinata dalla sua rete X che, in nome della sacralità del free speech, ha aperto le porte a calunnie e teorie cospirative di ogni tipo, ora sta diventando valanga con Mark Zuckerberg che alza bandiera bianca: abolisce il factchecking per gli utenti statunitensi di Facebook, Instagram e WhatsApp uniformandosi esplicitamente a X, la rete concorrente del suo vecchio avversario.
I nemici di Musk possono solo sperare che Trump si stanchi della sua invadenza. O che il tycoon, allergico al rispetto delle norme e con disturbi della personalità da lui stesso ammessi, inciampi in qualche trappola. O venga accusato di aver violato i vincoli della sua clearance di sicurezza: per questo già indagano varie amministrazioni, dai servizi segreti all’Air Force.

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11 gennaio 2025 ( modifica il 11 gennaio 2025 | 07:23)

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