Quattro fast food per 32mila abitanti. I giovani: «Così Oristano non cresce»

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Oristano Poco più di 32mila abitanti tra città e frazioni del circondario e quattro fast food. Si, perché a Oristano sud sta per aprire un nuovo McDonald’s. Il punto vendita va dunque ad aggiungersi al Mc già presente in via Cagliari e alle succursali urbane di Burger King e Old wild west. Ma gli oristanesi, soprattutto i più giovani, non ci stanno: «Per il rilancio definitivo della nostra città servono altre iniziative, quattro fast food non servono in un territorio così povero di abitanti. Per giunta colpito dalla piaga dell’isolamento e dalla fuga degli studenti, vista l’assenza di una università autonoma».

Il nuovo McDonald’s L’impero americano dell’hamburger sbarca così in città con un nuovo fast food e promette «35 posti di lavoro». È tutto pronto, a cominciare dal job tour in perfetto stile a stelle e strisce. «Sono aperte le selezioni online per individuare i candidati che parteciperanno alla tappa di Oristano, che si terrà nella seconda metà di gennaio – si legge nella nota –. Il job tour è l’evento itinerante di selezione del personale organizzato su tutto il territorio italiano. Entro il 17 gennaio, i candidati interessati potranno partecipare alla prima fase di selezione sul sito McDonalds.it rispondendo a un questionario e inserendo il proprio curriculum. Agli idonei verrà richiesta la compilazione di un test per individuare i punti di forza. Chi lo supererà, riceverà dall’azienda una convocazione con data e orario per partecipare alla tappa del job tour, durante la quale si svolgeranno i colloqui individuali. McDonald’s offre un’opportunità di lavoro concreta, grazie a contratti stabili e possibilità di crescita professionale rapida, grazie a un programma di formazione strutturato».

Le reazioni L’arrivo in città dell’ennesimo cibo point all’americana non piace agli oristanesi. «Potrebbe essere un nuovo modo per portare economia – commenta Valeria Zucca, studentessa di 20 anni – ma qui ci sono cose più importanti a cui pensare, come l’apertura di nuovi spazi culturali. Certo, la mia generazione frequenta questi posti. Ma non così assiduamente da doverne avere addirittura quattro in un territorio così circoscritto». E tra i più giovani il pensiero è comune: «Al netto dei nuovi posti di lavoro offerti non mi sembra un’apertura molto utile per questa città – dice la 23enne Sara Pili, studentessa e lavoratrice –. Serve solo a migliorare quella zona di Oristano, un po’ morta rispetto al resto dei quartieri, ma nella quale già da tempo si sta facendo qualcosa per uscire dal torpore. Al posto di un altro fast food avrebbero potuto inventarsi qualche altra cosa comunque. Ad esempio potrebbe servire un centro commerciale che osservi aperture notturne e che contenga diversivi per i più giovani». Non la pensano diversamente gli appartenenti ad altre generazioni: «Un altro fast food? È ridicolo – afferma Osvaldo Deidda, 67 anni, titolare di un bar in centro –. Questa città sta morendo lentamente e per sopravvivere ha bisogno di altro tipo di interventi sul tessuto economico. Promettono 35 posti di lavoro? Impossibile, non reggerebbe. Anche negli altri fast food so che ci sono perdite di personale. Il fatturato non consente di mantenere al lavoro così tanti dipendenti in contemporanea». Secondo Alessandro Deligias, postino di 35 anni, il nuovo mercato non avvantaggia queste iniziative imprenditoriali: «Servizi di consegna a domicilio come Deliveroo – dice –, dimezzano le presenze nei locali, quindi secondo me quelle 35 assunzioni sono un fuoco di paglia. Pizzerie e ristoranti a costo medio sono in ripresa e sono di gran lunga preferiti rispetto ai vari fast food. Una presenza superflua che non serve neanche nella stagione estiva, i turisti fanno altre scelte».

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La politica «L’amministrazione comunale non può che salutare favorevolmente una nuova attività che apre le sue porte nel territorio – commenta l’assessora comunale a Commercio e attività produttive, Valentina De Seneen –. Si parla di nuovi posti di lavoro messi a disposizione di tutti, soprattutto dei più giovani e ne siamo felici. Soprattutto perché si tratta di aziende serie che arrivano dopo opportune indagini di mercato».



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