L’IDF ha riferito della morte di due soldati del 46° battaglione, 401a brigata, in una battaglia nel nord della Striscia di Gaza. Il ministro della Difesa israeliano Katz avverte che Israele è sull’orlo della guerra con i gruppi “terroristici in Giudea e Samaria. Una valutazione seria è stata presentata in un incontro urgente con i leader locali mentre l’IDF intensifica i preparativi per il combattimento su vasta scala nella regione”.
Sempre l’IDF ha riferito di aver trovato i corpi di due ostaggi israeliani (palestinesi con cittadinanza israeliana) in un tunnel nella parte meridionale di Gaza, sulla base di nuove informazioni. Avevano già operato in questa zona in precedenza, ma non sapevano di questo tunnel. Hanno ottenuto informazioni da interrogatori o da documenti. I due erano vivi e sono stati uccisi in un attacco israeliano, mentre i corpi di altri 3 membri di Hamas sono stati trovati accanto a loro. La data della morte non è stata accertata ma si presume molte settimane fa. Questi due arabi musulmani stavano lavorando in una città israeliana vicino a Gaza il 7 ottobre insieme ad altri membri della famiglia.
Secondo Channel 12: ”Netanyahu terrà una sessione speciale per discutere i preparativi dell’esercito per colpire l’Iran”. Il Generale della riserva Amiram Levin: “I nostri soldati vengono uccisi a Gaza senza giustificazione. Il responsabile della vita dei soldati e del raggiungimento dell’obiettivo del ritorno dei prigionieri deve dire a Netanyahu di restare dove siete e noi non eseguiremo istruzioni illegali – lo chiediamo. Fermate la guerra e concludete l’accordo. Netanyahu rifiuta di porre fine alla guerra perché teme le conseguenze della sua conclusione e la possibilità che scoppi la rabbia popolare”.
Le forze armate turche sono in allerta per una possibile operazione in Siria contro i militanti del Partito dei Lavoratori Regione del Kurdistan (PKK), scrive il quotidiano filogovernativo Türkiye, citando fonti militari.
In Libano dopo due votazioni è stato eletto il nuovo presidente: Joseph Aoun. I Risultati del primo turno delle elezioni presidenziali libanesi hanno registrato: 71 voti per Joseph Aoun; 37 schede bianche; 20 schede non valide (inclusi i nomi degli inviati sauditi e americani).
Hezbollah e il Movimento Amal hanno votato a scrutinio segreto. A seguito della votazione due delegati del Movimento Amal e di Hezbollah hanno incontrando il comandante dell’esercito libanese, Joseph Aoun, in un luogo vicino al Parlamento. Si tratta dei parlamentari Mohammad Raad, Ali Hassan Khalil e il candidato alla presidenza Joseph Aoun. Alla seconda votazione dove era sufficiente vincere con 86 voti, Aoun ne ha ottenuti circa 99. Diventa dunque il nuovo presidente del Libano dopo due anni di vacanza presidenziale in Libano. Che cosa abbia promesso Aopun a Hezbollah e Amal non è stato divulgato ma di certo non si può dire che Hezbollah non abbia più un peso in Libano.
Secondo la social sfera libanese: “Hezbollah e Amal si sono assicurati uno scacco matto. Gli inviati internazionali hanno imposto il loro candidato a tutti tramite pressione, ma alla fine hanno negoziato con il duo sciita”. Si sono tenute quattro sessioni con il consigliere saudita Yazid bin Farhan, l’ultima delle quali è stata ieri mattina con Ali Hassan Khalil, il deputato del movimento Amal, quindi oggi in parlamento due ore prima della sessione. Poi si è svolto un incontro tra il duo e il presidente Aoun.
Secondo la social sfera afferente al Libano: “Il succo era che non puoi parlare con noi, ma non puoi ignorarci. Alla fine, con tutta la spavalderia e le minacce, il duo ha avuto l’ultima parola sul dossier del Presidente della Repubblica. Il Ministero delle Finanze rimarrà con il duo e l’Arabia Saudita si è impegnata nel dossier di ricostruzione con garanzie”.
Il presidente eletto Joseph Aoun ha detto: “Oggi inizia una nuova fase nella storia del Libano, in cui mi impegno a lavorare sinceramente per il bene dello Stato libanese. La nostra caratteristica è il coraggio e la nostra forza è l’adattamento, e non importa quanto siamo diversi quando le cose si mettono male, ci abbracciamo l’un l’altro”. “Nessuna ingerenza nella magistratura, nessun favoritismo e nessuna immunità per una persona criminale o corrotta”. “Il mio impegno è di garantire l’attivazione dei servizi di sicurezza e di discutere una politica di difesa strategica che consentirà allo stato libanese di rimuovere l’occupazione israeliana da tutti i territori libanesi”
“Il mio impegno è di ricostruire ciò che l’aggressione ha distrutto. Il mio impegno è di avere le migliori relazioni con i paesi arabi fratelli e lavoreremo per risolvere i problemi in sospeso con la Siria, inclusi il confine e gli sfollati. Il mio la promessa è che non esiterò a proteggere il denaro dei depositanti. In questo momento, mi tolgo l’abito maculato e indosso abiti civili, ma resto uno di voi e non vi deluderò”.
In Yemen a Sanaa come ogni giovedì Abdul – Malik al-Houthi ha tenuto il suo discorso dove ha incitato a nuove marce in favore di Gaza. Nel discorso tra le altre dichiarazioni: “Le operazioni militari sul Fronte yemenita della Fede e della Jihad sono continuate questa settimana, prendendo di mira obiettivi appartenenti al nemico israeliano con missili ipersonici e droni nelle profondità di Israele. Le operazioni militari hanno raggiunto Giaffa occupata e anche Ashkelon, dove sono state prese di mira una sottostazione elettrica e la seconda centrale elettrica “Orot Rabin”, a sud di Haifa. Le operazioni effettuate dal nostro Paese hanno un impatto significativo sullo stato di terrore, ansia, panico, sullo stato psicologico del nemico e sulla sua incapacità di affrontare i missili. Il cerchio si espande in uno stato di panico, terrore, terrore estremo, ansia e grande tumulto con sirene che suonano in più di 234 città e paesi di Israele. Più della metà degli israeliani fuggono nei rifugi a causa del suono delle sirene. C’è grande preoccupazione tra il nemico israeliano per il suo fallimento nel contrastare i missili lanciati dalle forze armate yemenitee, ansia, panico e stato psicologico del nemico e sulla sua incapacità di affrontare i missili”
Ed ora uno sguardo alla linea del fronte aggiornato alle ore 16:00 del 9 gennaio.
Le IDF riferiscono di sequestro di armi in Siria: “Le truppe della 474a Brigata stanno proseguendo la missione difensiva in prima linea per garantire la sicurezza delle comunità delle alture del Golan e dei cittadini di Israele”.
E ancora si legge: “Durante le ricerche condotte da truppe corazzate, ingegneristiche e di fanteria in luoghi chiave, i soldati hanno sequestrato e distrutto armi e infrastrutture appartenenti alle Forze armate siriane. Durante le perquisizioni in uno degli avamposti della zona, le truppe hanno individuato un veicolo corazzato per il trasporto di personale (APC) contenente numerose armi, missili anticarro e dispositivi esplosivi. Tutti i reperti sono stati distrutti o confiscati per evitare che cadessero nelle mani di elementi ostili che avrebbero potuto danneggiare i residenti delle alture del Golan o le truppe dell’IDF”.
In Libano, sono continuate le demolizioni da parte dell’esercito israeliano nella città di Aita. Sono decine di case civili distrutte. È una città che viene spazzata via. La città avrebbe dovuto essere consegnata all’esercito libanese ieri.
Israele ha informato il Libano attraverso l’inviato americano che costruirà tre siti all’interno del territorio libanese e che vi rimarranno per molto tempo. Secondo i dettagli che sono stati pubblicati finora, ci saranno 3 basi: una base nelle foreste Labouneh nel settore occidentale; Una base a Jabal al-Blat di fronte all’insediamento di Zarit; Una base sulla strategica collina di Hamams, che domina la città di Khiam e le valli.
Un raid israeliano registrato nella zona di Al-Saftawi, a nord di Gaza. La Brigate Gerusalemme rivendicano un’”attacco a un soldato israeliano a est di Gaza City”. L’8 gennaio almeno tre soldati israeliani sono stati uccisi e 6 sono stati feriti lungo la Striscia di Gaza.
Secondo Channel 14: “Dopo più di due settimane, l’Autorità Palestinese ha consegnato alle forze israeliane il lanciarazzi che appariva in possesso di membri dei servizi di sicurezza palestinesi. Le Brigate Al-Quds – Brigata Jenin minacciano di attaccare militari israeliani in Cisgiordania”.
Rivendicato l’attacco in Cisgiordania nel villaggio di Al-Funduq nella città di Qalqilya il 06-01-2025, che ha provocato l’uccisione di 3 militari israeliani e il ferimento di altri 9, alcuni dei quali sono stati descritti come gravi, da parte delle Brigate Al-Quds, del Battaglione Jenin e in collaborazione con le Brigate Al-Qassam e le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa (Gioventù della Vendetta e della Liberazione).
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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