Lo sguardo di Ugo Mulas a Milano – CANALE ARTE

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La mostra “Ugo Mulas. L’operazione fotografica”, ospitata a Palazzo Reale di Milano e visibile sino al 2 febbraio 2025, rappresenta una delle più importanti retrospettive dedicate al fotografo milanese Ugo Mulas (1928-1973), figura fondamentale nella fotografia del Novecento.

ph. allestimento Giorgio Galimberti

Promossa da Comune di Milano-Cultura e realizzata in collaborazione con l’Archivio Ugo Mulas, l’esposizione è curata da Denis Curti e Alberto Salvadori. Con oltre 250 immagini, molte delle quali mai esposte prima, insieme a preziosi scatti vintage, documenti, libri e filmati, la mostra offre una visione completa della carriera dell’artista. La retrospettiva si snoda attraverso 14 capitoli che approfondiscono i diversi aspetti dell’opera di Mulas, dalla serie concettuale “Verifiche” (1968-1972), che riflette sulla natura e i fondamenti della fotografia, ai ritratti di figure celebri del Novecento, come Andy Warhol, Giorgio de Chirico, Eugenio Montale, Roy Lichtenstein e Giorgio Strehler. Viene esplorata anche la sua produzione legata a diversi generi, dal teatro alla moda, passando per il design e l’architettura e persino al mondo del gioiello, con ritratti di personalità come Bruno Munari, Gio Ponti e Achille Castiglioni. La mostra dedica una sezione speciale all’artista e amico Fausto Melotti, grande maestro della scultura del ‘900.

Ugo Mulas, Maria Callas, 1969; Fotografie Ugo Mulas
© Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati.
Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli

Un elemento centrale dell’esposizione è la serie “Verifiche”, un gruppo di quattordici opere realizzate tra il 1968 e il 1972, che rappresentano il culmine della riflessione concettuale di Mulas sulla fotografia come mezzo di conoscenza. Accanto a queste, vengono presentati per la prima volta gli studi preparatori che ne anticipano i contenuti, tra cui l’opera dedicata a Niépce, Verifica 1, un omaggio al pioniere della fotografia e un momento chiave per comprendere il pensiero dell’artista.

Ugo Mulas, Joan Mirò, Museo Poldi Pezzoli,, Milano, 1963
© Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati.

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La mostra celebra anche il profondo legame di Ugo Mulas con Milano, città che ha ispirato molte delle sue opere. Gli scatti dei primi anni ’50 documentano il quartiere di Brera e il Bar Jamaica, luogo simbolo della vita artistica milanese, frequentato da figure come Piero Manzoni e Luciano Bianciardi. La narrazione include immagini delle periferie, della stazione centrale e di scene di vita quotidiana, tracciando un ritratto polifonico della città nel suo fervore economico e culturale.

ph. allestimento Giorgio Galimberti

Un’iniziativa diffusa: Ugo Mulas in città

Accanto alla mostra a Palazzo Reale è stata organizzata un’iniziativa diffusa, “Ugo Mulas in città”, che coinvolge luoghi simbolo della cultura milanese, come la Pinacoteca di Brera, Palazzo Citterio, il Museo del Novecento e la Fondazione Marconi. Questi spazi ospitano selezioni di opere del fotografo, creando un itinerario culturale che ripercorre i luoghi centrali per la sua vita e il suo lavoro. Questo progetto rende omaggio alla centralità di Milano nella carriera di Mulas e invita il pubblico, milanese e non solo, a riscoprire la città attraverso il suo sguardo.

La retrospettiva di Milano è un momento prezioso per rileggere la portata rivoluzionaria del grande maestro italiano: attraverso questa retrospettiva emerge l’importanza del lavoro di Ugo Mulas come testimonianza critica della realtà e della cultura del Novecento. La sua fotografia non è mai semplice registrazione, ma un’“operazione conoscitiva”, in cui ogni immagine diventa un tassello di una narrazione complessa e profonda. La mostra e l’iniziativa diffusa celebrano non solo l’artista, ma anche il suo ruolo nel raccontare l’evoluzione culturale e artistica di Milano, rendendolo una figura chiave del panorama fotografico italiano e internazionale.

Ugo Mulas nasce il 28 agosto 1928 a Pozzolengo in provincia di Brescia. Nel 1948 dopo il liceo classico si trasferisce a Milano dove si iscrive a Giurisprudenza e per mantenersi agli studi lavora come istitutore. Termina gli studi ma decide di non laurearsi. Fra il 1951 e il 1952 inizia a frequentare il bar Jamaica, luogo di ritrovo di intellettuali e artisti. Milano nel dopoguerra, la sua periferia, il bar Jamaica e le sale d’aspetto della Stazione Centrale sono i luoghi delle prime fotografie di Ugo Mulas, che saranno pubblicate nel 1955. La sua attività ufficiale di fotografo comincia con la Biennale di Venezia del 1954. Nel 1955 a Milano apre il suo primo studio fotografico. Inaugura una collaborazione stabile con la rivista Illustrazione Italiana. Parallelamente agli sviluppi del suo lavoro artistico collaborerà per tutta la vita con il mondo dell’industria, della pubblicità e della moda. Tra il 1956 e il 1957 per la Rivista Pirelli e per Domus inizia a curare articoli d’arte e di architettura; pubblica regolarmente servizi di moda sulle riviste Bellezza e Novità, futura Vogue. Nel 1958 sposa Antonia Mulas, “Nini” Bongiorno, che sarà sua compagna di vita ma anche del mestiere e dell’arte. Nel 1960, in occasione di una tournée a Mosca con il Piccolo Teatro di Milano, realizza un reportage indipendente sulla Russia. Per il teatro collabora con Giorgio Strehler, insieme definiranno una modalità di documentazione della scena teatrale. Nel 1960 si allestisce la sua prima mostra alla XIIª Triennale di Milano a cura dello storico dell’arte Lamberto Vitali e la seconda al Piccolo Teatro. Nel 1962 documenta la manifestazione Sculture nella città per il quinto Festival dei Due Mondi di Spoleto curato da Giovanni Carandente, in questa occasione conosce David Smith e Alexander Calder per ciascuno dei quali realizzerà una monografia. Sempre nel 1962 realizza e pubblica una serie di immagini dedicate alla raccolta di poesie Ossi di seppia di Montale. L’incontro con la Pop Art presentata alla Biennale di Venezia nel 1964 spinge Mulas nell’autunno dello stesso anno a partire per gli Stati Uniti per realizzare un reportage sulla nascente scena artistica newyorkese. In collaborazione con David Smith pubblica Voltron. Del 1964 la celebre sequenza per Lucio Fontana: L’Attesa. Nel 1967 sperimenta nuove aperture tra arte e moda per Vogue e per Mila Schön, coinvolgendo artisti come: Alighiero Boetti, Pino Pascali, Lucio Fontana, Alexander Calder. Pubblica in tre lingue New York, the New Art Scene (“New York: Arte e Persone”) e il libro su Alik Cavaliere. Segue le manifestazioni artistiche più importanti: a Foligno Lo spazio dell’immagine, a Venezia e a Milano le contestazioni del 1968 alla Biennale e alla Triennale, a Kassel Documenta. I primi studi per le Verifiche sono del 1968. Nel 1969 documenta Campo Urbano: manifestazione organizzata a Como da Luciano Caramel che raccoglie alcuni protagonisti della neoavanguardia italiana e con Bruno Munari realizza un libro sull’evento. Nel 1969 a Venezia fotografa i gioielli di Arnaldo Pomodoro. Realizza le scenografie per l’opera lirica Giro di vite di Benjamin Britten e per il Wozzeck di Alban Berg. Dal 1970 anni intensifica la ricerca per le Verifiche: un insieme formato da 14 opere, strutturato in immagini e testi, volte a definire la materia fotografica e i suoi codici tecnici, linguistici, etici. Definisce il progetto Un archivio per Milano, partecipa alla mostra Amore mio organizzata da Achille Bonito Oliva e realizza il reportage della mostra Vitalità del Negativo al Palazzo delle Esposizioni a Roma. Nel 1971 alla Galleria dell’Ariete di Milano espone la Verifica 1 – Omaggio a Niépce e la prima versione della Verifica 2 – Autoritratto per Lee Friedlander. Sempre nel 1971, pubblica il volume su Alexander Calder “Calder” – avviato nel 1963 nella casa-atelier di Sachè in Francia – di cui realizza anche il progetto grafico. Nel 1972 cura con l’amico e storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle una retrospettiva della sua opera. Muore a Milano nella sua casa-studio il 2 marzo 1973. Nel maggio dello stesso anno si inaugura a Parma la retrospettiva a Palazzo della Pilotta: Ugo Mulas. Immagini e testi. Viene pubblicato il libro in collaborazione con Pietro Consagra Fotografare l’arte. Il 21 aprile 1973 Einaudi pubblica La fotografia, volume in cui Ugo Mulas consegna gli strumenti fondamentali per la comprensione della sua opera.

PER INFO

Ugo Mulas. L’operazione fotografica_Palazzo Reale Milano

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