Conferenza stampa di inizio anno del Presidente Meloni

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Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE MELONI

Buongiorno a tutti.

Grazie di essere qui, grazie all’Ordine dei giornalisti, grazie alla Federazione della stampa, grazie all’Associazione stampa parlamentare, grazie ai molti, consentitemi, colleghi in questo caso, che vedo qui stamattina.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Sarò abbastanza breve seguendo quello che ho appena ascoltato. 

Capirete che non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa e dunque per la democrazia. Voglio dire che un po’ mi stupisce che si metta insieme nello stesso intervento l’idea che questo Governo intenda comprimere i diritti della stampa da una parte e dall’altra, cito testualmente, “l’opera attenta e tenace di sostegno all’impresa giornalistica svolta dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria guidato dal Sottosegretario Barachini”, che è il Sottosegretario competente per questo Governo e quindi tutto il lavoro che fa deve essere considerato come una scelta del Governo e non semplicemente una scelta del Sottosegretario. 

Sento dire spesso, c’era anche ora, che io non risponderei abbastanza alle domande dei giornalisti, anche su questo mi consentirete di utilizzare quest’occasione per dare una breve risposta. Ho chiesto a Fabrizio Alfano di fare a spanne un calcolo delle domande alle quali ho risposto nel 2024 e quel calcolo dà un risultato pari a 350, cioè più di una domanda al giorno. 

Ho fatto la scelta di non partecipare alle conferenze stampa al termine del Consiglio dei Ministri. È una scelta precisa, data soprattutto dal fatto che da una parte si accusa il Governo di un eccessivo leaderismo, dall’altro si dice che Giorgia Meloni al Governo è da sola, ma Giorgia Meloni al Governo non è da sola. Io credo che sia giusto che i Ministri che hanno lavorato a dei provvedimenti siano anche i Ministri che poi ne parlano.

Detto questo, alcune riflessioni flash invece in tema di presunzione di innocenza e riforma della diffamazione. 

Presunzione di innocenza. Voi sapete benissimo che in attuazione di una direttiva europea che è del 2016, che riguarda appunto il pieno rispetto del tema della presunzione di innocenza, il Parlamento ha delegato il Governo ad approvare un decreto legislativo secondo il quale non può essere pubblicata per intero o per estratto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Chiaramente questo significa che è comunque consentito al giornalista di avere l’ordinanza, semplicemente si chiede al giornalista di farne una sintesi. Cioè si può continuare assolutamente a dare notizia di fatti di cronaca rilevanti, semplicemente si chiede di non fare il copia e incolla delle ordinanze perché, come si sa, nelle ordinanze sono contenuti anche atti sensibili o stracci di intercettazione. Non c’è quindi, dal mio punto di vista, alcuna limitazione del diritto di informazione o del diritto di essere informati, ma penso anche che abbiate visto che nell’esercitare la delega il Governo non ha ritenuto di inasprire le pene per chi eventualmente dovesse violare queste prescrizioni. 

Sul tema della riforma della diffamazione, anche qui voi sapete che è una proposta di iniziativa parlamentare che raccoglie l’auspicio della Corte Costituzionale e prevede che per le ipotesi di diffamazione a mezzo stampa non sia più previsto il carcere – fattispecie sulla quale io sono assolutamente e totalmente d’accordo – ma una multa. La multa, che può arrivare in alcuni casi fino a 50.000 euro, riguarda però il caso di una notizia falsa, pubblicata consapevolmente con l’intento di diffamare qualcuno. 

Io francamente non penso che qualsiasi giornalista dotato di una deontologia dovrebbe preoccuparsi di un caso che è evidentemente limite, cioè il caso di utilizzare la propria professione, il tesserino da giornalista per diffamare volontariamente qualcuno. Ma non è un caso che possiamo considerare comune, è un caso che noi dobbiamo considerare per quello che è, cioè un caso limite. Aggiungo, tra l’altro, che come sapete la proposta prevede che se si verifica una condotta diffamatoria e si pubblica la smentita, il caso è risolto. 

Quindi, sinceramente, io penso che non si possa definire una proposta di questo tipo come l’ho configurata come un tentativo di limitazione della libertà di stampa. 

Sono d’accordo che sia necessario avviare il dibattito per la riforma della professione. Come ho già detto in altre occasioni ritengo che la sede naturale per fare questo lavoro sia il Parlamento. Il Parlamento peraltro ci sta già lavorando, ma chiaramente se ritenete che il Governo possa, da questo punto di vista, anche solo fare moral suasion per accelerare i tempi sono assolutamente d’accordo. Ne abbiamo già parlato lo scorso anno, non ci torno su, si faceva un riferimento a Papa Francesco e a quello che ha detto sul tema dell’intelligenza artificiale – e voi sapete che lo ha detto durante il summit dei leader del G7 per una scelta precisa che ha fatto il Governo, di concentrare il tema dell’intelligenza artificiale all’interno della Presidenza italiana del G7 soprattutto sui rischi legati all’impatto nel mercato del lavoro. 

Cessione crediti fiscali

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Anche questo l’ho detto molte volte ma volentieri faccio un flash. 

Noi siamo abituati a un progresso che ottimizza le competenze umane e a una meccanizzazione dei processi produttivi che però si concentrava sempre sul lavoro fisico e consentiva al lavoratore di elevare la sua posizione, se vogliamo. Oggi siamo di fronte a qualcosa che è completamente diverso perché è l’intelletto che rischia di essere sostituito e chiaramente l’impatto è un impatto soprattutto su lavoratori con alti profili e soprattutto le professioni. Noi abbiamo fatto uno specifico evento, uno specifico focus nel G7 su questa materia. 

Chiaramente la professione giornalistica è una di quelle che rischiano di più e quindi sicuramente noi non possiamo non tenere conto delle mutazioni straordinarie che stanno avvenendo in questo tempo e cercare di prevenirne le degenerazioni.

Legge sull’equo compenso. Figuratevi se su una legge che porta il mio nome posso non essere d’accordo. 

C’è presso il Ministero della Giustizia l’Osservatorio sull’equo compenso, che è insediato, è pienamente operativo, è rappresentato anche l’Ordine dei giornalisti. Sono assolutamente su questo favorevole, a disposizione. Ci sono alcuni Ordini che hanno già dato attuazione alla norma e quindi assolutamente a vostra disposizione. Sono favorevole. 

Chiudo. Mi avete segnalato alcuni temi, ne pongo uno io.

Mi capita sempre più frequentemente di trovare virgolettate sui giornali dichiarazioni che mi vengono attribuite di cose che non solo non ho mai detto, ma non ho mai pensato. Mi capita molto frequentemente di vedere riportati fatti che non sono avvenuti. 

Mi piacerebbe che provassimo, partendo da questa conferenza stampa, a ripartire con un piede diverso. Io assicuro rispetto per il vostro lavoro, ancora più rispetto per il vostro lavoro, mi permetto di chiedere rispetto per il mio. Grazie.

 

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DOMANDE

Ileana Sciarra (Adnkronos): Buongiorno a tutti, buongiorno Presidente. Rompo il ghiaccio partendo subito da una buona notizia, la liberazione di Cecilia Sala. Le chiedo quale sia stato il punto di svolta e quanto abbia inciso il suo viaggio lampo in Florida da Donald Trump e cosa si aspetta ora l’Iran anche in relazione alla vicenda Abedini. La ringrazio.

Presidente Meloni: Grazie a lei. Intanto credo che ieri sia stata una bella giornata. Credo sia stata una bella giornata per l’Italia intera, per il Sistema Italia, per le tante persone che ci hanno lavorato. È stata sicuramente una bella giornata per me. Vi farò una confessione: tra le molte cose che accadono quando si ricopre un incarico complesso come quello che ricopro io, posso dirvi che non ho provato un’emozione più grande in questi due anni di quella che ho provato quando ho potuto chiamare una madre per dirle che suo figlio o sua figlia stava rientrando a casa. È l’emozione che ho provato ieri e la voglio condividere con voi, anche ringraziando i tanti che hanno consentito che questo accadesse, perché – per rispondere alla domanda – chiaramente su un caso così complesso, su vicende così complesse, intervengono moltissimi fattori. Non è un lavoro che io ho fatto da sola. Voglio ringraziare – tra l’altro è qui in sala – il Sottosegretario Alfredo Mantovano, voglio ringraziare tutta l’intelligence, devo ringraziare il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani e tutto il corpo diplomatico, devo ringraziare molti funzionari. Devo ringraziare anche voi perché sapete che a un certo punto di questa vicenda la famiglia ha chiesto una sorta di silenzio stampa e ho trovato un atteggiamento estremamente responsabile – ci ha aiutato molto. E quindi devo sicuramente ringraziare anche la stampa, devo ringraziare la famiglia per la responsabilità che ha dimostrato e capite quanto possa essere difficile. Intervengono molte questioni, è stato un lavoro complesso di triangolazione diplomatica con l’Iran, ovviamente anche con gli Stati Uniti d’America. 

Per quello che riguarda il momento di svolta, io non direi che c’è stato un momento di svolta perché la questione è stata seguita dall’inizio, è stata seguita con assoluta e continua costanza e sono stati messi insieme una serie di tasselli che alla fine hanno composto questo puzzle.

Per quello che riguarda il tema dell’Iran, guardi le interlocuzioni con l’Iran sono soprattutto di natura di diplomatica e di intelligence, ovviamente, soprattutto per la presenza dell’intelligence il Governo è tenuto alla riservatezza che si deve a questi casi, salvo chiaramente riferire negli ambiti competenti. Il sottosegretario Mantovano è già stato al Copasir qualche giorno fa e chiaramente è pronto a tornarci nel caso in cui venisse richiesta un’ulteriore audizione. E guardate, credo che questa attenzione sia dovuta anche al fatto che noi dobbiamo ricordare che in Iran attualmente sono presenti oltre 500 italiani e quindi bisogna essere molto cauti nel muoversi. 

Per quello che riguarda la vicenda del cittadino iraniano Abedini, il caso è al vaglio del Ministero della Giustizia, chiaramente vaglio tecnico, vaglio politico, anche seguendo quello che c’è scritto nel Trattato di mutua cooperazione giudiziaria con gli Stati Uniti. È vicenda che ovviamente bisogna continuare a discutere anche con i nostri amici americani. Io avrei voluto parlarne anche con il Presidente Biden che doveva essere qui a Roma nella giornata di sabato. Avete visto che ha dovuto annullare il suo viaggio per i problemi che ci sono attualmente in California – e anzi mandiamo al popolo americano la nostra solidarietà -, ma le interlocuzioni ovviamente che ci sono state finora, ci saranno comunque. E quindi il lavoro è ancora molto complesso, non è una cosa che è terminata ieri, ma penso che si debba discutere nei dettagli nelle sedi che sono competenti. 


Marco Corrado Billeci (Fanpage.it): Buongiorno Presidente. Sulla questione Starlink io volevo chiederle quali sono gli ambiti coinvolti nella trattativa in corso, se ritiene che un accordo con SpaceX sia una strada obbligata da prendere per l’Italia, sia lei ne ha mai parlato direttamente con Elon Musk e poi però volevo anche capire quali garanzie lei potrebbe dare oggi alla Giorgia Meloni che fino a non molto tempo fa parlava di sovranità tecnologica e delle reti riguardo alla protezione di dati e comunicazioni sensibili che potrebbero essere in qualche forma affidate a un soggetto unico, straniero e con un così forte potere non solo economico ma anche politico, visto anche il prossimo incarico nell’Amministrazione Trump. Grazie. 

Presidente Meloni: Grazie a lei. Dunque voglio dire in apertura che sono abbastanza colpita da come alcune notizie false, rimbalzino e diventino il centro del dibattito e continuano ad essere discusse anche dopo essere state smentite, come il fatto che c’è stato un contratto firmato con SpaceX su questa materia. E in questo caso non parlo di voi, parlo soprattutto dell’opposizione. Non so se altri siano abituati a utilizzare il pubblico per fare dei favori agli amici, ma sicuramente non è il mio costume. Io valuto gli investimenti stranieri con un’unica lente che è la lente dell’interesse nazionale e non delle amicizie o delle idee politiche di chi eventualmente deve investire. Approfitto anche per dirle che non ho mai parlato personalmente con Elon Musk di queste vicende. 

Sul caso specifico, SpaceX ha illustrato al Governo una tecnologia che dispone, che consente di comunicare in sicurezza a livello nazionale ma soprattutto a livello planetario, che per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le nostre sedi diplomatiche e, per esempio, con i nostri contingenti militari all’estero, quindi informazioni e comunicazioni che lei capisce sono molto delicate. Sul metodo voglio dire che si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità del lavoro che fa un Governo, cioè sono interlocuzioni che noi abbiamo con decine di aziende che arrivano e si propongono per le cose più disparate. Dopodiché come funziona? Funziona che si fa un’istruttoria e, all’esito di quella istruttoria, se la cosa è di interesse, si pone nelle sedi competenti. Nel caso specifico di quello di cui stiamo parlando, poiché io capisco benissimo la delicatezza del tema, gli ambiti con i quali confrontarsi sono molti. Secondo me vanno, per capirci, dal Consiglio Supremo di Difesa fino al Parlamento, ovviamente. 

Quindi noi siamo banalmente nella fase istruttoria ed è la ragione per la quale io non capisco tutte le accuse che sono state rivolte. E le dico di più, neanche io personalmente ho le idee chiare su questa vicenda perché da una parte è corretto quello che dice lei e cioè che qui si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni molto sensibili e molto delicate, parlando con un soggetto che è tecnologicamente il soggetto più avanzato per fare questo lavoro, perché non ci sono alternative e soprattutto, rispetto al tema del privato o non privato, non ci sono alternative pubbliche. Poi potremmo aprire io e lei un dibattito – e forse lo dovremmo aprire – sul perché l’Italia e l’Europa – perché questo è un problema europeo – non sono arrivati in tempo a immaginare delle tecnologie pubbliche che fossero in grado di mettere in sicurezza queste comunicazioni, ma questo è un dibattito che rimandiamo un’altra volta. 

È ovvio, si tratta di mettere seppure temporaneamente, perché oggi ci si sta lavorando e quindi domani probabilmente ci saranno dei soggetti pubblici che saranno in grado di garantire la protezione di queste comunicazioni, ma oggi non ci sono. Quindi, da una parte noi parliamo di un soggetto privato, dall’altra parte l’alternativa non è, come dicevo, un soggetto pubblico, è non avere una protezione di questi dati. E questo è il dilemma e le dico di più, questo in un dibattito serio sarebbe il tema del quale dobbiamo discutere: qual è lo scenario preferibile tra due scenari che non sono chiaramente e sicuramente ottimali. Questo è il dibattito che secondo me va aperto e sul quale io sono laica. Però devo porre la questione, perché se domani quelle comunicazioni finiscono nelle mani sbagliate, il Governo ne è responsabile e quindi non posso fare finta che il problema non esista. Questa è l’ordine della questione e questo è lo stato delle cose di come penso che si debba procedere. Dopodiché, segnalo che non è la prima volta che accade, cioè lo stesso problema noi lo abbiamo sui data center, però non è che quando Microsoft ha fatto gli investimenti sui data center qualcuno si è stracciato le vesti. Allora capiamoci signori: il problema con SpaceX è che è privato o sono le idee politiche di Elon Musk? Perché io non faccio favore agli amici ma neanche accetto che persone che a persone che hanno buoni rapporti con me venga appiccicata addosso una lettera scarlatta, neanche questo insomma si può fare. 

Qui il tema è oggettivo e oggettivamente e seguendo dei criteri di sicurezza nazionale – perché questo è un tema di sicurezza nazionale – va trattato. Tutto il resto è dibattito buono per opposizioni a mio avviso a corto di argomenti, ma è un altro tema. 

 

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Gabriele Martelloni (Rai News 24): Buongiorno Presidente, buongiorno anche a tutti i presenti e buon anno. Hanno fatto rumore in questi giorni le dimissioni di Elisabetta Belloni, direttore del DIS, quindi Capo dell’intelligence, in un momento delicato come la trattativa per liberare Cecilia Sala. Belloni che è stata anche importante a livello diplomatico quest’anno, pensiamo al ruolo di Sherpa del G7 e del G20. Le chiedo se è vero, come è stato un po’ letto in questi giorni su alcune ricostruzioni, che sono dimissioni che arrivano al termine e forse all’apice di alcuni conflitti interni anche con membri di spicco del Governo, se c’è un’inclinatura nel rapporto personale con lei, se la vicenda Sala ha influito molto su questo e soprattutto se oggi ci può dare già il nome del sostituto o se lo darà più tardi in Consiglio dei Ministri. Grazie.

Presidente Meloni: La ringrazio per questa domanda perché anche qui ho letto sulle dimissioni di Elisabetta Belloni molte ricostruzioni che non corrispondono a verità, tanto che, come ha visto, a un certo punto la stessa Ambasciatrice Belloni ha deciso di rilasciare un’intervista per chiarire la sua posizione. E quello che ha detto corrisponde a verità, cioè ha deciso di anticipare di qualche mese quella che sarebbe stata la scadenza naturale del suo incarico banalmente per evitare di finire nel tritacarne che di solito accompagna nomine così importanti. 

Dopodiché, io voglio dire che ho una stima e un rispetto enormi per Elisabetta Belloni, che approfitto per ringraziare ancora una volta del lavoro straordinario che insieme a tutto lo staff, insieme al mio Consigliere diplomatico Ambasciatore Fabrizio Saggio, ha fatto per la Presidenza del G7. Elisabetta Belloni è un funzionario capace, coraggioso, di lungo corso. La mia stima, il mio rapporto personale con lei sono assolutamente inalterati. Tra l’altro mi pare che sia anche parecchio ambita anche fuori ai confini nazionali, quindi prevedo che il suo percorso non termini qui. 

Spero che quello che ha detto Elisabetta Belloni e anche quello che sto dicendo io possano contribuire a chiudere questa querelle francamente antipatica. Tra l’altro ha consegnato a me le sue dimissioni prima di Natale, quindi le vicende di questi giorni non c’entrano assolutamente niente. Io e lei al tempo concordammo di attendere la fine delle vacanze di Natale per dare la notizia, per organizzare una transizione che fosse il più possibile serena, poi le notizie girano e le cose sono andate come sono andate. Ma tutto quello che è accaduto – la vicenda Sala, addirittura ho letto a un certo punto che era legato alla vicenda di SpaceX – non c’entra assolutamente niente. Le cose sono molto più tranquille e serene. 

Per quello che riguarda la sua sostituzione vi confermo che abbiamo deciso di nominare come successore a Capo del DIS il Prefetto Vittorio Rizzi, che è l’attuale Vice Direttore di Aisi, che è una persona che ha alle sue spalle una carriera estremamente prestigiosa nella Polizia di Stato all’interno della quale ha raggiunto straordinari risultati operativi che sono apprezzati sia all’interno sia al di fuori dei confini nazionali. 

Uno dei suoi incarichi, ricordo, è stato quello di Vice Direttore Generale del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, ma ricordo anche l’esperienza internazionale, che in un ruolo come quello del DIS è importante, del Prefetto Rizzi, co-Presidente del gruppo di lavoro dei 27 Paesi dell’Unione europea che devono prevenire il rischio dell’infiltrazione della criminalità organizzata nelle risorse del Next Generation Ee, membro titolare dell’Italia nel Management Board di Europol, ha guidato per ben due volte la Delegazione italiana al G7 dei Ministri degli Interni in passato. Insomma, un funzionario dello Stato di primo ordine e chiaramente nel momento in cui ve lo dico sapete anche che la nomina verrà formalizzata nel Consiglio dei Ministri che è previsto oggi. 


Fausto Carioti (Libero Quotidiano): Presidente buongiorno, buon anno. Io ripartirei da qualche domenica fa, quando lei dal palco di Atreju ha detto che è vostra intenzione in quest’anno andare avanti sul premierato. Vorrei entrare con lei quanto più possibile nel dettaglio sulla questione delle due grandi riforme costituzionali: giustizia e premierato. Intanto immagino che, visto che siamo già giunti quasi al giro di boa della legislatura, voi abbiate un cronoprogramma scritto o meno, ma insomma, un’idea di come intendete portare avanti queste due riforme parallele da qua alla fine della legislatura. In particolare, intendete fare i due referendum costituzionali confermativi? Intendete arrivare ad essi già per ambedue in questa legislatura oppure, come pare di capire, la riforma della giustizia a questo punto viene prima e il Governo non esclude e immagina di poter fare un referendum confermativo sul premierato nella legislatura seguente? Il testo del premierato che conosciamo, e che è già stato votato, resterà quello che è oppure lei prevede che possa cambiare? E questa legge elettorale, Presidente, che dovrebbe consentire agli italiani di scegliere il proprio premier e la maggioranza, siamo ancora al primo giorno oppure avete le idee chiare su come farete votare gli italiani? Grazie.

Presidente Meloni: Allora, le tempistiche non dipendono da me, come lei sa. Il mio intento è di andare avanti con le riforme, di andare avanti con le riforme con determinazione e possibilmente con velocità. Sono riforme costituzionali, lei sa che le riforme costituzionali hanno delle tempistiche abbastanza ampie e c’è un lavoro parlamentare che determina questo. Dopodiché, io ho promesso che avrei consegnato un’Italia migliore di quella che ho trovato. Penso che siano tutte riforme necessarie per fare questo, penso che dare stabilità ai governi – premierato -, penso che liberare la giustizia dal gioco della politica – riforma della giustizia -, penso anche che responsabilizzare le classi dirigenti, come fa l’autonomia differenziata, siano delle priorità, come è una priorità la riforma del fisco – sulla quale ricordo che noi abbiamo già approvato 17 tra decreti attuativi e testi unici, puntiamo a chiudere nel 2025 tutti i testi unici in materia tributaria, se riusciamo anche a fare il codice tributario, che ricordo era un obiettivo di Ezio Vanoni praticamente 70 anni fa –  e quindi vogliamo procedere spediti. 

Premierato ha concluso la sua prima lettura. Riforma della giustizia è in prima lettura alla Camera. Se riusciamo io vorrei fare in questa legislatura anche il referendum, ma per me l’importante è portare a casa le riforme e consentire agli italiani, se non si troveranno, come ragionevolmente non si troveranno, di esprimersi con un referendum su queste materie. Ho visto che sulla riforma della giustizia ci sono anche dei partiti dell’opposizione che stanno esprimendo il loro favore, ma credo che comunque non si arriverà ai due terzi. 

Rimane la questione dell’autonomia differenziata, sulla quale l’interpretazione che dà il Governo è che la sentenza della Corte Costituzionale sia per gran parte autoapplicativa, salvo quello che riguarda le modifiche richieste sui livelli essenziali delle prestazioni, sulle quali noi stiamo già lavorando su una legge. Dopodiché lì anche bisogna vedere che cosa accadrà con la Corte Costituzionale in materia di referendum. 

Legge elettorale dipende da questo. Io vorrei arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvata e questo comporta una legge elettorale chiaramente tarata sul premierato. Penso che la questione sulla legge elettorale sia materia soprattutto di competenza parlamentare, se posso dire come la penso. Se invece il premierato non dovesse arrivare in tempo, cosa che io non auspico, allora ci si interrogherà sull’attuale legge elettorale se sia la migliore oppure no, ma insomma è completamente un altro dibattito. 


Christian Mavris (ERT – Radio Televisione Pubblica Greca): Buongiorno Presidente, buon anno a tutti. Volevo fare una domanda per quanto riguarda lo stato dei rapporti bilaterali con la Grecia e se è in programma un incontro con il Premier greco Kyriakos Mītsotakīs e se è in programma la discussione di dossier scottanti quali la difesa comune e la lotta all’immigrazione regolare. La ringrazio. 

Presidente Meloni: Grazie a lei. Dunque, i rapporti tra Italia e Grecia sono rapporti ottimi, come è naturale che sia del resto tra due Nazioni che condividono la proiezione geostrategica, l’appartenenza all’Unione europea, l’appartenenza all’Alleanza Atlantica. Tra l’altro, io e Kyriakos Mītsotakīs siamo perfino compagni di banco al Consiglio europeo e siamo insieme protagonisti di diversi formati: Med9, Med5, ovviamente Consiglio europeo, il Vertice Nord-Sud che c’è stato in Finlandia prima di Natale che, guardi, io considero una delle più interessanti novità degli ultimi mesi. L’ho detto nella conferenza stampa di chiusura di quell’evento: qualche anno fa immaginare che Paesi frugali nel nostro dibattito e Paesi che venivano spesso trattati come non esattamente seri si vedano insieme per parlare delle grandi questioni della sicurezza europea – e quindi rispondo anche alla sua domanda – vuol dire che stanno cambiando molte cose. E penso che il lavoro che Italia e Grecia hanno fatto in questi anni sia parte di questo cambio di paradigma. Quindi sì, io e Kyriakos Mītsotakīs parliamo di molte materie sulle quali abbiamo un approccio comune: quella della difesa, quello della sicurezza, quello dell’immigrazione – che condividiamo come poche Nazioni in Europa -, la messa in sicurezza del territorio di fronte ai continui eventi climatici estremi. E le dico di più: non c’è semplicemente in calendario un incontro, c’è in calendario un Vertice intergovernativo. L’ultimo Vertice intergovernativo è del 2017, se non vado errata a Corfù, il prossimo si terrà a Roma – provo ad andare a memoria – il 9 febbraio. E l’obiettivo che ci diamo è mettere nero su bianco, attraverso i documenti che firmeremo, l’ampiezza di questa cooperazione, quindi una dichiarazione congiunta che riesca a rimettere il filo di tutto il lavoro che facciamo insieme e alcune intese bilaterali su questioni che sono di particolare rilevanza. Dovrebbero esserci tra queste proprio la questione della sicurezza e la questione della protezione civile.

 

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Francesco Pozzi (TGCom24): Buongiorno Presidente, restando in tema migratorio le chiedo, alla luce della sentenza della Cassazione, quale sarà dunque il destino dei Centri per i migranti che sono stati costruiti in Albania. Grazie. 

Presidente Meloni: A me pare che le sentenze della Cassazione diano ragione al Governo. La Cassazione dice che spetta al Governo stabilire quali siano i Paesi sicuri e che conseguentemente il giudice non possa sistematicamente disapplicare il trattenimento dei migranti che arrivano da quei Paesi, ma può invece motivare il caso specifico per cui quella persona “in ragione di” non è sicura in quel Paese, che è una cosa completamente diversa da quella che hanno fatto i magistrati del Tribunale di Roma che non entrano nel merito del singolo caso. Quindi per quello che ci riguarda i centri in Albania sono pronti per essere operativi. Noi abbiamo un dispositivo pronto a partire in qualsiasi momento poi, fortunatamente, nello scorso anno gli sbarchi sono diminuiti del 60% nelle ultime settimane, negli ultimi giorni particolarmente sono quasi azzerati. Però i centri, per quello che ci riguarda, sono pronti ad essere attivati e – come dicevo – abbiamo un dispositivo pronto a partire in qualsiasi momento. Grazie. 

 

Andrea Pira (Huffington Post): Buongiorno Presidente, buon anno. Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la dichiarazione del Presidente eletto Donald Trump che non è escluso l’utilizzo dello strumento militare per annettere di fatto la Groenlandia. La risposta europea è sembrata un po’ blanda, fatta eccezione forse per Scholz e Macron, che hanno ribadito che i confini non si devono toccare. Quindi volevo capire qual è la posizione del Governo e anche di una Leader di un partito che ha fatto della difesa dei confini e del patriottismo uno delle proprie bandiere. E poi, giusto un flash, il 20 sarà Washington?

Presidente Meloni: Allora, facciamo che io risponda a una domanda per ciascuno, perché altrimenti non ne usciamo, quindi parto dalla prima. Sul tema Groenlandia-Panama, io mi sento di escludere che gli USA nei prossimi anni si metteranno a tentare di annettere con la forza territori che interessano loro. A differenza di alcune letture che delle volte sento, leggo, ascolto su Donald Trump, noi abbiamo già visto Donald Trump Presidente degli Stati Uniti d’America, quindi siamo di fronte a una persona che quando fa una cosa, ragionevolmente, la fa per una ragione. Allora interroghiamoci sulla ragione. Io penso che le dichiarazioni di Trump siano più un messaggio ad alcuni grandi player, alcuni altri grandi player globali, piuttosto che rivendicazioni ostili nei confronti di quei Paesi. Il canale di Panama, che fu costruito i primi del novecento dagli Stati Uniti, è fondamentale per il mercato mondiale, è fondamentale per il mercato degli Stati Uniti, per il collegamento tra le due coste, eccetera. La Groenlandia è un territorio particolarmente strategico, a ridosso del Polo Nord, ricco di materie prime strategiche. Sono entrambi territori sui quali negli ultimi anni noi abbiamo assistito a un crescente protagonismo cinese. Per il Canada si potrebbe fare un ragionamento simile ma, in buona sostanza, la mia idea è che queste dichiarazioni rientrino nel dibattito a distanza tra grandi potenze, un modo energico per dire che gli Stati Uniti non rimarranno a guardare di fronte alla previsione che altri grandi player globali muovono in zone che sono di interesse strategico per gli Stati Uniti, e – aggiungo io – per l’Occidente. Quindi io attualmente la leggo così, dopodiché ovviamente mi confronterò anche con i miei omologhi europei nelle prossime ore, ma a me questa attualmente pare la questione. 

 

Massimo Santucci (Askanews): Buongiorno Presidente, io torno sul tema dell’immigrazione e dei Centri in Albania. Se la Corte di giustizia europea dovesse dare un’interpretazione di Paese sicuro favorevole ai giudici che non applicano o disapplicano il decreto Paesi sicuri, il Governo in concreto che cosa farà? Grazie.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Presidente Meloni: Guardi, per valutare questo penso che dobbiamo attendere, nel senso che la buona notizia su questa vicenda è che: appunto, voi sapete che i giudici italiani hanno rinviato la questione alla Corte di Giustizia europea; la Corte di Giustizia europea dovrebbe cominciare – da quello che mi pare – a lavorare intorno a febbraio su questa vicenda; l’Italia ha depositato le proprie valutazioni di fronte alla Corte europea; dalle interlocuzioni con i miei omologhi, ho ragione di credere che la maggioranza dei Paesi membri dell’Unione europea sosterrà la posizione italiana di fronte alla Corte. Anche perché, nelle nostre motivazioni di fronte alla Corte europea, noi ci rendiamo conto che quello che stiamo sostenendo è perfettamente in linea con il nuovo Patto di migrazione e asilo. E quindi, io non voglio dire sui giudizi, però aspetterei a vedere che cosa accade. Mi preoccupa un po’ di più se in Italia non si tenga conto intanto di quello che ha detto la Cassazione. E il che è un po’ paradossale, perché è accaduto che anche dopo la sentenza della Cassazione alcuni giudici disapplicassero i trattenimenti esattamente come avevano fatto prima. Questo è un po’ più preoccupante e francamente anche bizzarro. Nel senso, noi ci rifacciamo, richiamiamo le sentenze della Corte di Cassazione e i giudici di merito disapplicano. Verrebbe da dire: chi è più rispettoso della giurisdizione? Questo chiaramente raffigura uno scenario un po’ più complesso, che diventa secondo me uno scenario anche di palese volontà di disapplicare i provvedimenti del governo. E secondo me anche i cittadini poi alla fine non lo capiscono, no? A maggior ragione penso che non lo capiscano nello stesso momento in cui, mentre noi facciamo questo dibattito che dura da mesi sui trattenimenti dei migranti, poi ci sono 11 mafiosi del clan di Matteo Messina Denaro che vengono messi in libertà per scadenza dei termini sulla custodia cautelare. Forse dovremmo concentrarci un po’ di più sul trattenimento dei mafiosi piuttosto che sul non trattenimento dei migranti. Però questo configura uno scenario un po’ più complesso. Sulla Corte europea, secondo me, bisogna aspettare a vedere che cosa accade, ma sono molto contenta del fatto che la maggioranza dei Paesi membri dell’Unione sia dando ragione all’Italia su questa materia. 

 

Anna Bredici (Radio Popolare): Buongiorno Presidente. La situazione delle carceri è drammatica, il sovraffollamento a San Vittore ad esempio è del 225% l’affollamento nel carcere, e poi i suicidi, 88 suicidi nel 2024, oggi ce n’è stato un altro a Regina Coeli. All’apertura della Porta Santa di Rebibbia, il Papa per il Giubileo ha parlato della necessità di un’amnistia, il Presidente del Senato si è detto favorevole in qualche modo, ha fatto un’apertura in questo senso. Lei che cosa pensa e cosa risponde quindi al Pontefice?

Presidente Meloni: Guardi io ascolto con sempre con grande attenzione le parole di Papa Francesco, che ringrazio. Chiaramente quello che dice sull’amnistia è contenuto, come lei sa, nella Bolla di indizione del Giubileo e quindi è rivolto ai Governi di tutto il mondo, non è una questione che riguarda specificamente l’Italia. In ogni caso, ovviamente l’Italia intende fare la sua parte per garantire condizioni migliori a chi deve scontare una pena in Italia. Solo che la mia idea non è che questo si debba fare adeguando il numero dei detenuti o i reati alla capienza delle nostre carceri. Io penso che quello che noi dobbiamo fare è adeguare la capienza delle nostre carceri alle necessità, perché questo fa uno Stato serio. Ed è la ragione per la quale noi abbiamo nominato, nelle scorse settimane, un Commissario straordinario all’edilizia penitenziaria, che ha l’obiettivo di realizzare 7.000 nuovi posti in tre anni, a partire dal 2025. Quindi, secondo me il modo serio di risolvere questa questione non è con le amnistie, con gli indulti, con gli svuota-carcere, con quello che abbiamo visto in questi anni, è un altro. È da una parte ampliare la capienza delle nostre carceri, poi parallelamente stiamo lavorando per rendere più agevole il passaggio dei detenuti tossicodipendenti in comunità e, come lei sa, molto spesso facciamo e cerchiamo di intensificare il numero degli accordi con gli altri Paesi che consentono anche alle persone straniere condannate in Italia di scontare la pena nel Paese d’origine. Questo è il modo con il quale, secondo me, si garantisce un sistema carcerario più dignitoso per i detenuti. 

 

Andrea Carugati (il Manifesto): Buongiorno Presidente, torno sull’autonomia chiedendole questo. La settimana prossima la Corte Costituzionale si occuperà della questione. Volevamo sapere se, attraverso l’Avvocatura dello Stato, il Governo sosterrà l’ammissibilità o la non ammissibilità del referendum o se deciderà di non intervenire e, nel caso in cui dovesse essere invece dato il via libera al referendum, se lei pensa comunque a fare una correzione di legge prima del voto e se al voto si impegnerà in campagna elettorale o propenderà per l’astensione. Quindi sono tre aspetti della stessa questione che riguardano il referendum. Grazie.

Presidente Meloni: Allora, sulla prima non le posso rispondere adesso perché è oggetto del Consiglio dei Ministri di oggi questa decisione sull’Avvocatura generale dello Stato, ma io prima voglio sentire il parere dei Ministri. Quindi ne discuteremo oggi in Consiglio dei Ministri, per cui penso che entro sera lei avrà la risposta alla domanda che mi sta facendo. Sul tema delle modifiche richieste dalla Corte Costituzionale, chiaramente ci sono particolarmente i livelli essenziali delle prestazioni, dicevamo, e credo che il Governo debba comunque andare avanti a fare le sue modifiche per adeguarsi alle prescrizioni della Corte Costituzionale in caso di referendum. In generale, sui referendum che riguardano le riforme costituzionali che stiamo facendo, cercherò di fare un passo indietro, nel senso che considero che sarebbe un errore – tanto per il referendum sull’autonomia, quanto per il referendum sulla giustizia, quanto per il referendum sul premierato – non stare nel merito della questione. Sono riforme che noi abbiamo fatto, ci abbiamo messo la faccia, ovviamente, ma le consegniamo, quando arrivano al referendum, ai cittadini. Poi, chiaramente, io dirò quello che penso di queste riforme, ma in questo senso fare campagna elettorale, nel senso di cercare di spiegare ancora meglio ai cittadini perché riteniamo che siano riforme positive per loro. Ecco, questo penso che sarà l’impegno che possiamo garantire. Grazie.

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Alexander Logunov (Rossiya Segodnya): Buongiorno Presidente. Io vorrei spostare l’attenzione sul piano internazionale. La mia domanda riguarda il percorso dell’Ucraina verso la NATO. Ormai è ben noto che l’Italia sostiene l’adesione dell’Ucraina dopo la fine del conflitto. Volevo chiedere, al di là del rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina, lei ritiene possibile l’adesione dell’Ucraina senza i territori che adesso sono controllati dalla Russia. Voi, come Italia, siete disposti a sostenere questa opzione? Grazie. 

Presidente Meloni: Io sono disposta a sostenere le opzioni che è disposta a sostenere l’Ucraina e credo che questo sia fondamentale per avere una pace giusta. Dopodiché sono assolutamente convinta che le garanzie di sicurezza per l’Ucraina siano fondamentali per poter ambire ad avere effettivamente una pace in Ucraina perché tutti sappiamo che la Russia in passato ha violato gli accordi che aveva sottoscritto e quindi purtroppo senza garanzie di sicurezza noi non possiamo avere alcuna certezza che quello che è accaduto nel 2022 non accada di nuovo. Quindi sicuramente la questione dell’adesione alla Nato, delle garanzie di sicurezza bilaterali, insomma tutto il dibattito, anche il lavoro che l’Italia ha fatto, sono da questo punto di vista fondamentali. Dopodiché non sono io a stabilire quali debbano essere le condizioni per una pace giusta, di solito intanto le condizioni per una pace si negoziano tra chi è coinvolto, ma credo che sia una pace giusta se l’Ucraina è d’accordo. 

 

Luca Moriconi (Rai Tg2): Buongiorno Presidente, buongiorno ai colleghi, buon anno. Mi riallaccio alla domanda del collega perché io volevo proprio chiedere questo, cioè se una pace giusta secondo lei possa essere quella che non prevede i territori contesi fino ad oggi, però le chiedo anche se Trump, così come ha detto, dovesse avviarsi verso anche un disimpegno militare, di aiuto militare nei confronti dell’Ucraina, quale sarà la risposta dell’Italia e degli alleati europei che hanno sempre comunque detto che avrebbero sostenuto Kiev fino al tempo necessario? Grazie. 

Presidente Meloni: Francamente non prevedo un disimpegno e non leggo questo dalle dichiarazioni che ha fatto il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e anche qui la realtà sembra un po’ diversa dai racconti che sono stati fatti. Donald Trump ha detto in più occasioni, ha parlato di “peace with strength”, pace con la forza. Dovrebbe ricordarvi qualcosa, nel senso che io ho sempre sostenuto in questi due anni a chi diceva che la strategia dell’Occidente era fallimentare, che non bisognava sostenere l’Ucraina, che l’unico modo di creare e che invece bisognava lavorare su una non meglio identificata pace, che l’unico modo di costringere particolarmente la Russia a sedersi a un tavolo di trattativa era costruire una situazione di difficoltà. Allora su questo proviamo a vedere come stanno le cose. La guerra in Ucraina era una guerra che doveva durare tre giorni. Il 24 febbraio saranno tre anni. Saranno i tre giorni più lunghi che verranno ricordati nella storia russa. A dicembre del 2022 la Russia controllava il 17,4% del territorio ucraino, dopo due anni, con perdite estremamente ingenti, la Russia controlla il 18% del territorio ucraino, +0,6%. Lo dico anche per smontare questa narrazione che leggo continuamente sul fatto che la Russia ha già vinto e guardi che se oggi si parla di pace è perché la Russia, temo, si sia un po’ impantanata in Ucraina e si è impantanata grazie al coraggio, ovviamente, del popolo ucraino ma anche grazie al sostegno occidentale. Questo Donald Trump lo capisce bene, noi siamo abituati, almeno quello che io ho visto quando Donald Trump è stato Presidente degli Stati Uniti, è una capacità di dosare diplomazia e deterrenza. E prevedo che accadrà anche questa volta. Quindi sulle condizioni di pace ho già detto che Trump possa essere una persona che su questo può andare avanti nella soluzione? Penso di sì, ma non prevedo che questo significhi abbandonare l’Ucraina e Trump lo ha già ampiamente dichiarato, ha detto: proprio perché vogliamo la pace non abbandoneremo l’Ucraina, del resto francamente sarebbe un errore dal mio punto di vista, anche considerando dove siamo arrivati, e anche considerando che quello che io ho raccontato sui dati, dal mio punto di vista dimostrano che invece è stato proprio il nostro sostegno a precostituire le condizioni per qualsiasi tavolo di pace. Del resto, ripeto, come ho detto mille volte se non ci fosse stata un’invasione non ci sarebbe bisogno di mettersi a fare nessuna pace, non ci sarebbe stata un’invasione, ma non è quello che sta accadendo e non sta accadendo perché noi abbiamo tenuto il punto e perché gli ucraini sono stati coraggiosissimi. 


Francesca Tana (Italpress): Buongiorno Presidente. Volevo chiederle un commento sulla vicenda che sta attraversando la Regione Sardegna, la Presidente Todde, che è stata dichiarata decaduta, la stessa governatrice ha detto che impugnerà e andrà avanti. Come commenta e se secondo lei sono opportune delle dimissioni. Grazie. 

Presidente Meloni: Guardi, si tratta tanto di un atto non definitivo. La Presidente Todde, come lei ricordava, ha annunciato ricorso, quindi io

non voglio entrare nel merito. Le dirò questo, che non sono il tipo che gioisce se qualcuno che vince le elezioni poi decade per questioni burocratiche o giudiziarie. Diciamoci anche che è la prima volta che non accade però. Io ricordo un caso, ad esempio, in cui la lista dell’allora Popolo delle Libertà, alle elezioni regionali del Lazio, non fu interamente ammessa per dieci minuti di ritardo, il famoso “panino”, i cronisti più attenti se lo ricordano bene. Sono cose che sono sempre accadute, poi io ripeto non gioisco, nel senso vedremo che cosa accadrà, vedremo anche quali saranno le determinazioni, il percorso è ancora lungo, tra l’altro ho sentito dire, ho letto che tanto il Partito Democratico quanto il Movimento 5 Stelle intendono, nel caso non convalidare la decisione dei magistrati. È una scelta ovviamente che sarà libera dei partiti, permetto sommessamente di segnalare che quando fu il caso della decadenza di Berlusconi, si disse che il compito del Parlamento era banalmente quello di ratificare la decisione della magistratura quindi anche qui come sempre vediamo i soliti due pesi e due misure ai quali siamo abituati, però insomma – tra l’altro non conosco neanche benissimo la vicenda nel merito – quindi preferisco non entrarci ma ripeto insomma non sono tra quelli, a differenza di altri, che gioiscono per queste vicende. 

 

Francesco Bechis ( Il Messaggero): Buongiorno Presidente, siamo un po’ al giro di boa della legislatura, c’è una parola che ha iniziato a fare capolino nel dibattito politico, rimpasto. Le chiedo allora se lei esclude categoricamente che Matteo Salvini possa diventare Ministro dell’interno entro la fine della legislatura, come lui stesso ha detto di aspirare un giorno a fare e ha detto ne avreste parlato insieme e poi restando in tema se Daniela Santanché sarà rinviata a giudizio dovrà dare dimissioni da Ministro del turismo? Grazie.

Presidente Meloni: Allora, lei dice che la parola rimpasto ha cominciato negli ultimi giorni a fare capolino, le segnalo che la parola rimpasto ha fatto capolino più o meno dopo due settimane che ero al Governo, una parola alla quale sono abituata e alla quale non sono tendenzialmente favorevole. Segnalo oltretutto che prima del giro di boa del Governo, a due anni e qualcosa, questo è già il settimo Governo per longevità nella storia d’Italia su 68 governi, se non vado errata, nella storia nazionale e quindi procediamo a grandi falcate per scalare ulteriori posizioni. Dopodiché Matteo Salvini sarebbe un ottimo Ministro degli Interni. Ho già risposto su questo e ha ragione Matteo Salvini quando dice che in assenza del procedimento giudiziario – che abbiamo visto come è andato – ragionevolmente Matteo Salvini avrebbe chiesto e ottenuto di avere il Ministero degli Interni, però anche Piantedosi è un ottimo Ministro degli Interni, lo voglio ringraziare, e quindi non penso che allo Stato attuale, diciamo, sia per la vicenda del rimpasto, sia perché abbiamo già un ottimo Ministro degli Interni, questa cosa sia all’ordine del giorno. 

Sulla Santanchè vediamo, diciamo non sono la persona che giudica queste cose prima che accadano, per cui vediamo che cosa deciderà la magistratura e poi ne parlerò ovviamente col Ministro Santanchè. 

 

Silvia Gasparetto (Ansa): Buongiorno Presidente, in queste settimane si è già acceso il dibattito sui prossimi appuntamenti elettorali locali, sia perché si valutano le possibilità di una sorta di election day, non quest’anno ma la prossima primavera, per allineare le scadenze dopo la pandemia, sia soprattutto sul Veneto dove Matteo Salvini ha già detto che chiederà per la Lega la candidatura. Lei pensa che sia Fratelli d’Italia a dover esprimere la candidatura in Veneto? Grazie

Presidente Meloni: Io penso che quella di Fratelli d’Italia sia un’opzione che deve essere tenuta in considerazione, ovviamente. Penso che su queste vicende però si debba discutere con grande serenità con gli alleati ed è quello che faremo. Ci saranno diverse elezioni regionali ampie quest’anno, importanti, delicate, quindi noi abbiamo già cominciato a parlarne con Matteo Salvini, con Antonio Tajani, con gli altri e continueremo a farlo. Non penso che su questo, non me ne vorrete, il dibattito per il tramite della stampa aiuti perché alla fine come abbiamo sempre fatto, valutiamo su ogni regione quelle che sono le condizioni migliori e su quelle operiamo. Chiaramente l’obiettivo per noi è soprattutto vincere le elezioni, cercare 

di dare ai cittadini di queste regioni quella che crediamo sia la proposta migliore, però io ragiono così. Non ho mai amato e non lo faccio neanche adesso, il fatto che ci si dica per il tramite della stampa… io io… non è il modo giusto di procedere secondo me quindi penso che ne parleremo prima noi e poi se riusciremo lo comunicheremo alla stampa una volta che lo abbiamo deciso.

 

Alessandra Sardoni (Tg La 7): Buongiorno Presidente. Torno su Elon Musk e su quelle che lei ha definito le idee politiche di Elon Musk, perché mi sembra che siano pertinenti con la situazione anche sullo scenario europeo. Lei è stata la prima leader europea ad aprire a Elon Musk, l’ha invitato ad Atreju, a Palazzo Chigi, si è fatta premiare da lui all’Atlantic Council. Ora però questa figura è innegabilmente diventata anche molto ingombrante, la parte Starlink l’ha già chiarita. È ingombrante perché man mano che ci si avvicina all’insediamento di Trump è anche molto ingerente nelle questioni europee, molto nella campagna elettorale tedesca. Oggi intervisterà su X la leader Alice Weidel che è la leader di AfD, un partito che anche Marine Le Pen ha tenuto lontano del gruppo parlamentare europeo, ha attaccato Starmer, ha attaccato anche personalmente Scholz e poi ha attaccato anche Farage difendendo una figura, insomma, cospirazionista come Robinson. Insomma un problema politico – anche a guardare i giornali europei di oggi – c’è con Musk e lo ha sottolineato anche in modo molto netto Macron. Io le chiedo qual è la sua posizione su questo. Non crede che ci sia anche un tema di allarme giustificato visto il ruolo così vicino a Trump e così anche interno all’amministrazione americana? Non crede che questo sia un problema? Qual è la sua posizione su questo? Scusi aggiungo anche se Musk ha avuto un ruolo nella liberazione di Cecilia Sala visto che i genitori e la famiglia sembra che si sia rivolta a lui.

Presidente Meloni: Se ha avuto un ruolo non ne ho notizia. Dopodiché per quello che riguarda appunto le ingerenze, io penso che dobbiamo ricondurre le cose nell’alveo nel quale si trovano. Elon Musk è una persona molto nota e molto facoltosa che esprime le sue posizioni. Di questo allo stato attuale noi stiamo parlando. Piacere, non piacere, posso essere d’accordo, posso non essere d’accordo nel merito delle posizioni che esprime, ma stiamo parlando di questo. E quando di fronte a questo mi si dice è un pericolo, ingerenza, sovranità, pericolo per la democrazia, eccetera, io devo segnalare che non è il primo. Cioè, di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni, io ne ho viste parecchie, spesso le esprimono contro di me. Non mi ricordo che qualcuno si sia scandalizzato.

Dov’è il problema, eventualmente. Il problema sarebbe, ed è, quando delle persone facoltose utilizzano quelle risorse per finanziare in mezzo mondo partiti, associazioni, esponenti politici, per condizionare le scelte politiche degli Stati nazionali. Questo non lo fa Elon Musk.

Elon Musk ha finanziato la campagna elettorale del suo Paese, del suo candidato, in un sistema nel quale, tra l’altro, segnalo che è abbastanza comune. Ma non mi risulta che Elon Musk finanzi in giro partiti, associazioni o esponenti politici. Questo lo fa, per esempio, George Soros. E sì, io la considero una pericolosa ingerenza negli affari degli Stati nazionali e nella sovranità degli Stati nazionali. Questa sì, però quando è accaduto mi si è parlato di filantropi. 

Allora il problema è che Elon Musk è influente e ricco o che Elon Musk non è di sinistra? Scusate, perché io capisco che cos’è ingerenza e esprimere le proprie opinioni è ingerenza fino a un certo punto, ripeto, può piacere, può non piacere, io posso anche non condividere alcune cose, ma non è ingerenza, è una cosa diversa.

Dopodiché, secondo me, l’ingerenza sulla sovranità di un Paese si ha quando i miliardi vengono spesi per condizionare le scelte politiche pagando gli esponenti politici. E questo purtroppo è accaduto da noi in passato e nessuno si è stracciato le vesti. Così come è accaduto, perdonatemi anche qui, che alcuni di questi miliardari censurassero la gente sulle loro piattaforme, compreso l’allora Presidente degli Stati Uniti non rieletto, Donald Trump. E andava bene, ma quella è un’ingerenza sulla democrazia o non è un’ingerenza sulla democrazia? Allora, cerchiamo di rimettere le cose nel loro alveo, perché io francamente quelli che fino a ieri dicevano che esponenti della grande finanza, che spesso scommettono contro gli Stati nazionali, che finanziano esponenti di associazioni politiche va bene, è filantropia. Se una persona che non è delle stesse idee dice le sue idee senza finanziare partiti ed associazioni, perché segnalo che io non prendo soldi da Elon Musk per cui per le lezioni… semmai li hanno presi da George Soros, anche no, con tutto il rispetto. Quindi, francamente, io, ripeto, d’accordo o non d’accordo, ma questo pericolo per la democrazia non lo vedo. 

Può essere problematico nei rapporti tra alleati, perché io non sono una sostenitrice del commento sulla politica altrui, come voi sapete. L’ho subito. Per cui non sono mai una sostenitrice di quelli. Però, come lei dice oggi della ingerenza di Elon Musk nella campagna elettorale tedesca, vorrei che mi ricordaste dell’ingerenza del Cancelliere tedesco nella campagna elettorale italiana. Eh, perché scusate, io ricordo che Enrico Letta partì, andò da Olaf Scholz e Olaf Scholz disse non votate per Giorgia Meloni. Anche quella è un’ingerenza o non è un’ingerenza? O l’ingerenza c’è solo quando non si è d’accordo? Cioè, su queste cose bisogna essere un po’, come posso dire, onesti intellettualmente. 

La questione, secondo me, non si può configurare come un pericolo per la democrazia. 


Monica Guerzoni (Corriere della Sera): Buongiorno Presidente, buongiorno a tutti. Ha suscitato grande clamore la sua scelta, un po’ irrituale di volare in Florida per cenare con il Presidente Trump proprio nei giorni della detenzione di Cecilia Sala in Iran. Allora le chiederei il senso dell’accordo, se c’è stato, con il Presidente eletto degli Stati Uniti e se il 20 gennaio lei andrà all’insediamento a Washington magari per ringraziare il Presidente Trump appunto del ruolo che ha svolto e del fatto che non si è in qualche modo opposto alla non immediata estradizione dell’iraniano Abedini. La ringrazio Presidente. 

Presidente Meloni: Dunque, per quello che riguarda il viaggio non rituale era un’idea che è nata durante l’incontro che abbiamo avuto a Parigi. Era secondo me l’occasione ed è stata un’occasione per confermare un rapporto che si annuncia molto solido, non so se posso dire privilegiato, ma sicuramente molto solido. Chiaramente Italia e Stati Uniti hanno, come io ho detto tante volte, rapporti particolarmente saldi e questo indipende dal colore dei governi. Come voi sapete io ho avuto un ottimo rapporto anche con l’amministrazione democratica, anche col Presidente Biden, ma sicuramente uno scenario nel quale a guida delle due Nazioni ci sono due leader conservatori può rafforzare ulteriormente una convergenza. E questo penso che eventualmente sarebbe anche un valore aggiunto non solo per l’Italia ma per l’Europa nel suo complesso.

Dopodiché durante l’incontro a Mar a Lago noi abbiamo parlato soprattutto del quadro generale senza entrare nello specifico dei singoli dossier, anche perché voi sapete che su questo le regole americane sono abbastanza rigide, il Presidente degli Stati Uniti ad oggi è ancora Joe Biden. Poi chiaramente dopo il 20 entreremo nel merito dei vari dossier. Certamente l’accoglienza è stata al di là delle aspettative. Per quello che riguarda l’inaugurazione io confermo l’invito, confermo che mi fa piacere esserci, chiaramente lo sto valutando sulla compatibilità di agenda con le moltissime cose che dobbiamo fare, ma se riesco volentieri partecipo. 


Francesco De Palo (Formiche.net): Buongiorno Presidente, buon anno. Quello che si è chiuso quest’anno è stato l’anno caratterizzato dalla Presidenza italiana del G7 che ha avuto il merito, tra le altre cose, di rimettere al centro dell’agenda internazionale due temi strategici come il Mediterraneo e l’Africa, proprio grazie al Piano Mattei. Le chiedo come il Governo rafforzerà la progettualità del Piano Mattei nell’anno in corso e in quelli futuri. Grazie. 

Presidente Meloni: Grazie a lei per questa domanda. Dunque, intanto io voglio dire che sono fiera del fatto che il nostro Piano Mattei e in generale la nostra strategia Africa-Mediterraneo sta raccogliendo sempre maggiore interesse, sempre maggiore consenso, credo che sia nell’interesse non solamente italiano, avere un approccio diverso al continente africano.

Sono fiera della concretezza che il Piano Mattei sta dimostrando, secondo me la concretezza è la chiave di volta di una cooperazione diversa, perché di iniziative generiche sull’Africa ce ne sono state, ce ne sono molte. Poi riuscire a dare continuità, a essere concreti, a essere credibili, questo sì fa la differenza. In tutti i nove primi Paesi del Piano Mattei i progetti sono tutti già avviati e quindi, per dare solidità a questa materia della concretezza. 

Dopodiché le due grandi sfide secondo me per il 2025 sono la prima, internazionalizzare ed europeizzare il Piano, che è il lavoro che l’Italia ha cominciato a fare con il G7.

Noi ci siamo posti il problema nel G7, particolarmente nei Summit del leader, di come mettere insieme il lavoro che noi facciamo come Italia con il piano Mattei con gli altri strumenti disponibili e con il lavoro dei nostri partner. 

Quali sono gli altri strumenti disponibili? Global Gateway dell’Unione Europea, il PIIG del G7, il piano infrastrutturale del G7, quindi noi vogliamo cercare di mettere in relazione il più possibile il nostro Piano anche con i livelli, diciamo così, superiori, perché questo consente anche una strategia molto più ampia da parte europea soprattutto, ma io direi anche da parte del G7. 

La seconda sfida per il 2025 è ampliare il Piano Mattei e quindi individuare nuovi Paesi nei quali portare le nostre iniziative, i nostri progetti.

Attualmente i Paesi che noi abbiamo individuato per allargare il Piano Mattei sono: Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal. Questi saranno i nuovi Paesi nei quali il Piano Mattei   nel 2025 si amplierà. 


Sebastiano Sterpa (Tg5, Mediaset): Eccoci, buongiorno. Allora, c’è una parola che è stata scelta per l’anno passato, cioè il rispetto. È stata scelta perché il rispetto è alla base della convivenza sociale ed è anche una guida nei rapporti tra le istituzioni. È anche una categoria umana e una categoria politica. Lei pensa sempre di averlo messo al centro delle sue scelte politiche?

Presidente Meloni: Sì. Sì, penso che rispetto sia una parola molto bella. Rispetto viene dal latino respicere, guardare nuovamente, significa guardare in profondità, cioè significa che non puoi dimostrare rispetto se non provi a capire, ma significa anche che non puoi farti rispettare se non sai chi sei. Il rispetto è legato al tema dell’identità. È una parola molto bella, è una parola molto difficile, perché il rispetto è un dovere ed è un diritto.

Sulla parte del dovere avrò sbagliato molte volte per carità, però cerco di fare la mia parte. Sulla parte del diritto, nel caso mio ci ho rinunciato, nel senso, ho capito che me lo devo guadagnare e quindi lavoro per guadagnarmelo ogni giorno, se riesco. 


Sergio Casagrande (Corriere dell’Umbria): Buongiorno Presidente, buongiorno agli ospiti e ai colleghi. Terzo mandato dei Governatori, ma anche dei Presidenti delle province autonome e dei Sindaci. C’è il caso aperto della Campania. Ci sono anche altri Governatori già eletti e il Presidente della provincia di Trento che stanno pensando a una terza ricandidatura. Qual è la posizione sua, del Governo, e se ritiene eventualmente sufficienti interventi sui singoli casi oppure è necessario un passaggio parlamentare visto che una legge già c’è? 

Presidente Meloni: Allora guardi, sulla questione del terzo mandato partendo dal caso della Campania, c’è intanto un tema di metodo ancora prima della questione di merito. Gli uffici di Palazzo Chigi hanno fatto una ricognizione per gli approfondimenti, per capire in base all’articolo 122 della Costituzione se la questione sia una questione che competa allo Stato nazionale o sia nella facoltà delle Regioni di autodeterminarsi. La nostra conclusione è che la questione riguarda un principio fondamentale e quindi la materia è di competenza dello Stato nazionale ed è la ragione per la quale nel Consiglio dei Ministri di oggi noi impugniamo la legge regionale della Campania. 

Dopodiché, per quello che riguarda il merito della questione, sapete che non c’è su questo un’unica posizione all’interno della maggioranza, da questo punto di vista non c’è un accordo tra i partiti della maggioranza, soprattutto perché, per come la vedo penso che sarebbe incoerente per quello che riguarda i Presidenti di Regione rispetto a quello che riguarda i Sindaci delle grandi città, ma anche perché noi nella proposta sul premierato abbiamo messo il limite dei due mandati. Poi che possa servire un’iniziativa legislativa per armonizzare tutti gli ambiti, questo è un tema sul quale sono disponibile a parlare perché è vero che ci sono scenari diversi, però ad oggi obiettivamente non mi pare che si possa intervenire uno sì e uno no, perché questo non sarebbe coerente per le istituzioni e il loro complesso. 

 

Antonella Coppari (QN – Quotidiano Nazionale): Buongiorno. Come lei ha ricordato, la riforma della separazione delle carriere sta procedendo in Parlamento. Pensa di andare oltre e intervenire anche sulla responsabilità dei magistrati? È vero che sarebbe stata sancita da un referendum, ma c’è una normativa attuale e quindi volevo sapere se intendete toccarla. 

Presidente Meloni: Credo che questo si debba discutere all’interno della maggioranza, attualmente non ne stiamo discutendo. 

 

Andrea Bonini (SkyTG24): Buongiorno, bentrovata Presidente. Torno sul tema Trump, su quel rapporto di stima e rispetto che lo stesso Presidente eletto ha citato nella conferenza stampa di alcuni giorni fa, confermato dalle dinamiche che abbiamo visto. L’avvento, però, di Trump alla Casa Bianca porta con sé anche alcune potenziali criticità per l’Europa e per l’Italia. Ne cito due: il tema dazi e la richiesta, confermata ufficialmente, per i Paesi Nato di portare le spese in difesa al 5% del PIL. Allora io le chiedo come pensa di superare questi potenziali scogli che si intravedono all’orizzonte per il nostro Paese. Grazie. 

Presidente Meloni: Penso che gli scogli si debbano superare con il dialogo. Penso che, nello specifico della materia della difesa, la questione non sia tanto una questione di rapporto con gli Stati Uniti ma sia piuttosto – l’ho detto tante volte – una questione interna all’Unione europea che deve individuare degli strumenti se vuole avere una difesa competitiva, e attualmente quegli strumenti purtroppo non ci sono o non sono adeguati alle necessità. Per quello che riguarda il tema della competitività, anche qui, ho già risposto: chiaramente i dazi per noi sarebbero un problema, però non è una novità che le amministrazioni americane pongano la questione dell’avanzo commerciale. Cioè, ripeto, il protezionismo non è un approccio che riguarda solamente l’Amministrazione di Trump. Io ricordo che noi in Europa abbiamo cominciato a parlare di competitività europea, sul serio, dopo l’IRA, l’Inflation Reduction Act, cioè il piano da 400 miliardi di dollari con il quale il Presidente Biden e la sua Amministrazione proteggevano le aziende americane creando uno squilibrio competitivo con l’Unione europea. Quindi è un tema che c’è da sempre sul tavolo. Io penso che si debba discutere di come affrontarlo e penso chiaramente che quella dei dazi non sia la soluzione giusta, però faremo ovviamente quello che dobbiamo fare, come sempre, per proteggere il nostro sistema, parlando con i nostri partner europei e parlandone con i nostri partner americani. Credo che delle soluzioni alla fine si possano trovare. 


Vincenzo Rosario Spagnolo (Avvenire): Salve Presidente del Consiglio, buon inizio d’anno. In questo momento, mentre parliamo, circa 600.000 bambini e bambine, ragazzi e ragazze, nati o cresciuti in Italia, vivono nel nostro Paese ma non hanno la cittadinanza italiana. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze che ogni giorno onorano il tricolore con le loro azioni, con i loro risultati sportivi o semplicemente con i risultati scolastici, con quello che fanno nella vita di ogni giorno. Lei non ritiene che siano ormai maturi i tempi per attualizzare la legge sulla cittadinanza, magari attraverso l’introduzione di uno ius scholae o di uno ius culturae, consentendo finalmente a questi bambini e bambine, a questi ragazzi e ragazze di essere italiani non solo nel cuore ma anche sul passaporto? Grazie.

Presidente Meloni: Grazie a lei. Dunque, ho risposto molte volte a questa domanda. Intanto io penso che questo Governo si debba concentrare sulle materie che ha nel programma, che è un programma molto corposo, e quindi non metterei altra carne al fuoco. Dopodiché, io sono convinta che quella italiana sia un’ottima legge sulla cittadinanza. Tra l’altro segnalo che seguendo l’attuale legge, l’Italia è una delle Nazioni d’Europa che concede il maggior numero di cittadinanze e, segnatamente, tra le Nazioni che concedono il maggior numero di cittadinanza ai minori. Dopodiché, continuo a ritenere che c’è una ragione per la quale lo ius soli, ma anche lo ius scholae, non sono fenomeni diffusi nel mondo. La cittadinanza di un minore è di solito collegata alla cittadinanza della famiglia. Perché? Perché, siccome nella stragrande maggioranza dei Paesi non c’è la possibilità di avere una doppia cittadinanza, lei capisce che avendo degli stranieri che vivono qui, che hanno dei figli minori, se il figlio minore acquisisce la cittadinanza e i genitori non acquisiscono la cittadinanza e poi decidono di tornare in patria, quel ragazzo, seguendo la propria famiglia, diventa uno straniero nel suo Paese di origine. Quindi, secondo me, non è questa la soluzione. La soluzione, o un tema che secondo me invece va affrontato, e quali sono i tempi per ottenere effettivamente la cittadinanza una volta che hai diritto di averla. Questo è un tema, perché è vero che ci sono dei casi in cui ci sono dei ragazzi – non solo dei ragazzi, non vale solo per i giovani, vale anche per gli adulti -, persone che acquisiscono la cittadinanza – ma soprattutto vale per i giovani – che poi ci mettono due anni per ottenerla. Questo è un tema ed è un tema che avevo già chiesto di affrontare per capire come possiamo risolverlo. Questo è sicuramente un segnale che va dato.


Tommaso Ciriaco (la Repubblica): Buongiorno Presidente, ben ritrovata in conferenza stampa tradizionale, era da un po’ in effetti. Allora Presidente, le leggo le sue dichiarazioni nell’ultima edizione di Atreju, quindi dicembre. Lei ha detto “andremo fino all’ultimo giorno della legislatura e anche oltre”, un passaggio del genere. Le chiedo se, avendo anche spesso lamentato la fatica del suo ruolo, quale dei due sentimenti prevalga e se esclude di ricandidarsi nel 2027 o quando si voterà. E se posso una curiosità – è solo una curiosità: se ha letto i libri su Mussolini di Scurati e se vedrà la serie televisiva di questa sera di Luca Marinelli. Grazie.

Presidente Meloni: Guardi, veramente non so come rispondere alla domanda se esclude di ricandidarsi. Lei spesso mi fa delle domande che sono soprattutto dei desiderata, piuttosto che dei modi per capire come la penso. Non lo so. Questo è un lavoro faticoso, è un lavoro faticoso, è un lavoro faticosissimo. È una decisione che io prenderò quando la devo prendere, anche valutando i risultati che ho portato a casa. Però, diciamo che sicuramente voi sapete che non sono abbarbicata alla poltrona. Se posso essere utile cerco di essere utile, se non posso essere utile mi regolo di conseguenza. Dopodiché, Ciriaco, mi dispiace deluderla, credo che non vedo una serie televisiva e purtroppo non riesco a leggere un libro – che non sia il PNRR – da più di due anni. E quindi, volentieri me le guarderò un giorno, me le guarderò tutte queste belle serie televisive, libri, tornerò a fare cose che fanno gli umani, che attualmente a me non sono tragicamente consentite e mi mancano devo dire. Anzi no, mi correggo: sono riuscita a vedere una serie televisiva in questi due anni che era “Per Elisa”, la serie su Elisa Claps. Tra l’altro l’ho trovata bellissima, se posso dire – non voglio fare pubblicità. È l’unica cosa seria che sono riuscita a vedere in più di due anni. Quindi lei mi capirà se ho altre priorità. 

 

Francesco Maesano (TG1): Buongiorno, tanti auguri a tutti. Non abbiamo parlato di sicurezza, volevo fare una domanda su questo. Durante i festeggiamenti di Capodanno – solo per contestualizzare -, un uomo ha accoltellato quattro persone in strada e poi è stato ucciso da un carabiniere che era intervenuto sul posto per fermarlo. Ora quel carabiniere è indagato per eccesso di difesa ma, al di là della dinamica e delle indagini, in seguito a questo da Fratelli d’Italia si è parlato di modificare la legge – l’ha detto Galeazzo Bignami, se non sbaglio – per non arrivare all’iscrizione nel registro degli indagati. Voglio capire se questa è una cosa sulla quale vuole convergere anche il Governo o se resterà invece un’iniziativa parlamentare. Grazie. 

Presidente Meloni: Intanto rifacciamo il quadro di questa situazione. C’è un signore che accoltella quattro innocenti e poi si avventa su un carabiniere nel tentativo di ucciderlo. La prontezza del carabiniere, Maresciallo Masini, fa sì non solo che il Carabiniere si salva la vita, ma che chiaramente il Carabiniere impedisce che questa persona possa accoltellare a morte altri innocenti. Il Carabiniere viene indagato, si dice sia un atto dovuto, vedremo. Chiaramente auspico che la questione si risolva velocemente, ma ho chiesto all’Arma dei Carabinieri di sostenere le spese legali per la difesa del Maresciallo Masini e intendo chiedere al Generale Capo dei Carabinieri, il Generale Salvatore Luongo, di conferire al Maresciallo Masini un riconoscimento per il suo valore. Il Maresciallo Masini è una persona che ha fatto il suo lavoro. E quindi io penso che ci dobbiamo porre il problema del fatto che accade sovente che le forze dell’ordine temano di fare bene il loro lavoro perché spesso accade che, per aver fatto bene il loro lavoro, si trovino in un calvario giudiziario. Quindi sì, credo che un approfondimento sulle norme vada fatto. Di questo ovviamente parleremo con il Ministro Piantedosi, con i vertici delle forze di sicurezza per capire insieme come si possa mettere fine a un fenomeno che abbiamo visto accadere molto spesso.

 

Giacomo Salvini (Il Fatto Quotidiano): Presidente, buongiorno. Lei ha detto più volte di aver iniziato la sua carriera politica grazie al ricordo di Paolo Borsellino, che come Falcone riuscì a fare sia il Pubblico Ministero che il Giudice grazie al fatto che non ci fosse la separazione delle carriere. Voi adesso la volete fare e il CSM ve l’ha bocciata ieri. Sappiamo che i tribunali di tutta Italia sono in tilt per la questione dell’App del Ministro Nordio. Crede che ci sia una contraddizione o pensate di dover migliorare alcune cose, alcuni provvedimenti che avete fatto? E poi una curiosità personale: ad agosto il Giornale rivelò che c’era un’inchiesta possibile per traffico di influenze nei confronti di sua sorella Arianna, volevo chiederle se lei è a conoscenza di questa inchiesta dopo sei mesi e se pensa che i giudici abbiano messo nel mirino la sua famiglia. Grazie.

Presidente Meloni: Guardi, per quello che riguarda mia sorella, non penso che i giudici abbiano messo nel mirino mia sorella, ma mi stupisce molto che a mia sorella vengano addebitate numerosissime cose che non segue. Questo mi ha molto incuriosito. Perché una cosa falsa può essere una svista, due cose false possono essere due sviste, tre cose false possono essere tre sviste e quattro cose false diventano una strategia. E allora mi interrogo sulla strategia. Ma insomma, questo è tutto quello che penso della vicenda. Dopodiché chiederò a mia sorella che cosa ne pensa se trova un minuto mentre stipa tutta questa gente nei gangli dello Stato. 

Per quello che riguarda il tema della giustizia, ma per carità si può sempre migliorare i provvedimenti e se c’è una disponibilità al dialogo se ne parla. Io lo dico per fare riferimento a quello che ho letto ieri sul pronunciamento del Consiglio Superiore della Magistratura rispetto al tema della separazione delle carriere, cioè al di là del merito – non si ravvede a cosa serva -, io penso che per esempio una separazione delle carriere serva a rafforzare la terzietà del giudice. Penso che se hai il CSM che garantisce l’autonomia della magistratura, averne due può rafforzare quelle garanzie. Penso cose di merito di questa norma, però quello che a monte voglio dire è che mi stupisce sempre il tono apocalittico con il quale si risponde a qualsiasi tentativo di riforma sulla giustizia, sempre come se stesse per finire il mondo, sempre come se fosse un attacco, perché questo non aiuta anche a collaborare per migliorare le norme. Vuol dire escludersi da qualsiasi possibilità di dibattito per collaborare e vuol dire impedire a noi di avere anche il contributo positivo che può arrivare dai vertici della magistratura. E quindi è francamente un comportamento pregiudiziale che io non condivido e che, ripeto, alla fine non aiuta neanche la magistratura stessa che potrebbe invece contribuire e collaborare, dovrebbe secondo me contribuire e collaborare a migliorare le proposte che facciamo. Però non dipende solo da me questo. 


Alexander Iahnadjiev (Agenzia Vista): Presidente, intanto buon anno, auguri per il 2025. Mi permetta di farle i complimenti anche io per la liberazione di Cecilia Sala, per questo importante risultato. Presidente, l’ultima volta, quando ho avuto occasione di porle una domanda, io le chiesi se il suo tempo fosse un tempo lineare o circolare, che è un pò la distinzione principale nel disegnare il mondo tra la civiltà orientale e quell’occidentale, e lei mi rispose che il suo è un tempo cadenzato e disse anche che cerca di porre l’Italia come un ponte tra l’Oriente e l’Occidente. Ecco oggi io le vorrei fare una domanda molto semplice, spero un pò anche di orizzonte. residente, lei calpesta le formiche? Ci fa caso mentre cammina? Le chiedo questo, mi è venuto in mente anche perché mi è rimasto in mente un detto popolare, che mi diceva sempre mia nonna, che quando calpesto le formiche poi piove. Grazie. 

Presidente Meloni: Alexander io non lo so. Sono disperata. Calpesto le formiche? Allora confesso: se le vedo no, poi non le vedo sempre. È la risposta giusta? Non lo so, cosa devo dire? Sono in difficoltà. Era meglio quella sul tempo lineare e circolare però, cioè lì qualcosa si poteva tentare di inventare, ecco. Quando calpesto le formiche poi piove. Ci starò più attenta. Non lo so. Grazie. 


Daniela Preziosi (Domani): Sarò meno simpatica purtroppo, Presidente. Certo la risposta che lei ha dato sul ruolo delle forze dell’ordine è assolutamente giusta, però bisognerebbe parlare di Corvetto, di quello che stanno appurando i magistrati a Corvetto a proposito del ruolo delle Forze dell’ordine che noi rispettiamo sempre, tranne in casi accertati. Però invece voglio farle la seconda domanda, perché questa è la maniera di approfondire – poi spero che qualcuno invece le chiederà di Corvetto – su una cosa che le ha chiesto la collega di La7, lei parlando di Musk e delle sue – per lei –  “ingerenze” nella politica internazionale europea, in particolare ha risposto, scusi la sintesi, “E allora Soros?”. A parte il fatto che Soros è oggetto di una campagna antisemita mondiale, quindi altro che uomo nero, io non lo nominerei mai, in generale. Però Soros non è mai stato membro di un’Amministrazione di un Paese – certamente persona molto influente come lo sono tutti i ricconi per carità –  e non ha avuto neanche un social che in questi tempi ingerisce molto nella vita sociale, nella vita di un Paese. Certo che sono solo dei tweet di quello che pensa Musk, solo che talmente a volte pensa cose che dovrebbe risparmiarsi – questa è una mia opinione -, che persino Mattarella, il Presidente della Repubblica, ha dovuto rintuzzare una entrata a gamba tesa su un’istituzione o un potere, come preferisce lei, italiano come la magistratura, proprio in una vicenda di quelle di cui si parlava prima sull’immigrazione. Allora, utilizzo una formula che circola tra i vari premier dell’Unione europea. Lei davvero – lo hanno detto già i colleghi che Musk sta facendo il tifo per AfD – non crede che Musk – in questo senso, come in qualche misura le ho citato a Mattarella – sia in questo momento un fattore per la destabilizzazione delle democrazie europee? E siccome anche i colleghi hanno chiesto una curiosità, Presidente, la mia curiosità è che l’associazione Acca Larentia, presieduta da un autorevole esponente di Casa Pound, ha comprato la sua sede grazie a 30.000 euro regalati a fondo perduto dalla Fondazione Alleanza Nazionale, dove siedono – credo, vado a memoria – 11 su 14 componenti nel CDA di Fratelli d’Italia. Grazie a questo regalo di 30.000 euro sostanzialmente Casa Pound ha potuto comprarsi la sede.

Lei ne era al corrente, era d’accordo, perché una Presidente del Consiglio che si sta facendo così conoscere in maniera importante in giro per il mondo… un un regalo così a Casa Pound?

Presidente Meloni: Guardi, no, ritengo di dovermi occupare di altro e non sono cose che sono state condivise con me. Dopodiché se lo chiede a me, la sede di Acca Larentia è ovviamente una sede storica del Movimento sociale italiano. Quello che ho letto poi sui giornali è che l’immobile era stato messo all’asta da Inail. Se lo chiede a me, chiaramente sono contenta che non sia diventato un fast food, questo sì, per una sede così storica e delicata. 

Elon Musk. Guardi, io ho già risposto per cui è inutile che continuiamo a farci dieci volte la stessa domanda. Le ho detto che non sono un’appassionata del commento sui fatti altrui e sono contenta che non lo siate neanche voi, perché segnalo che io l’ho visto accadere per anni, senza che nessuno dicesse una parola: Governi stranieri che dicevano agli italiani chi votare, Governi stranieri che dicevano che avrebbero vigilato sullo stato della democrazia italiana. Normale. Su George Soros, la prego, questo fatto che ci si trinceri dietro la campagna antisemita, nessuno ha fatto una campagna antisemita o fa una campagna antisemita su George Soros, però si potrà giudicare quello che fa. Io sono libera di giudicare quello che fa e lo considero molto più ingerente di quanto non sia Elon Musk e l’ho argomentato. È diverso, quella è un’ingerenza seria. Dopodiché, se lei dice a me “ma è d’accordo sul fatto che si dica, si parli di tutto”, io non lo faccio, non l’ho mai condiviso, cioè nel senso non mi appassiona neanche in questo caso, però da questo a dire che è pericoloso, secondo me è eccessivo.

Mi paiono pericolose altre cose che nessuno ha definito pericolose quando lo erano. 


Gianluca Ruggirello (Radio Rai): Presidente buon anno, buongiorno a tutti. Presidente nonostante le sollecitazioni del Capo dello Stato, non sono stati eletti i nuovi giudici della Consulta. Vede possibilità di superare lo stallo? Ci sono interlocuzioni con le opposizioni? E secondo lei perché ancora non si è arrivati al risultato? Grazie. 

Presidente Meloni: Guardi, non si è arrivati al risultato all’inizio perché c’era solo un unico giudice della Consulta da eleggere, la maggioranza ha tentato di eleggerlo, l’opposizione ha fatto l’Aventino, non si è riuscito ad eleggere. Adesso ce ne sono altri tre che sono andati a scadenza, quindi sono complessivamente quattro i giudici della Corte Costituzionale che vanno rinnovati e presumo che questo renderà più facile trovare una soluzione anche con le opposizioni. Per quello che ci riguarda, siamo consapevoli di quanto questo sia importante, cercheremo di procedere spediti, non dipende solamente da noi, abbiamo già avviato le interlocuzioni con l’opposizione. 


Sara Menafra (Open Online): Buongiorno Presidente, buongiorno ai colleghi. Volevo chiederle, visto che non è un’usanza particolarmente diffusa e non incide molto sul bilancio dello Stato, come mai il Governo ha ritenuto di inserire con un emendamento alla legge di bilancio la cosiddetta norma anti-Renzi? Come sa c’è stata anche discussione quando Renzi ha “detto è una cosa contro di me”, qualcuno dalla Lega ha detto “forse non ha tutti i torti”. Come è andata? Perché quest’urgenza anche? Grazie. 

Presidente Meloni: Guardi, ovviamente, come lei sa, è un’iniziativa parlamentare che condivido. Io penso che sia assolutamente normale che si vieti a chi ricopre incarichi di Governo, ma anche a chi rappresenta gli italiani in Parlamento di prendere soldi da Stati esteri, segnatamente esterni all’Unione europea. La notizia non mi sembra questa, se posso dire, la notizia mi sembra semmai che serva una legge per dire quello che il buon senso, la coscienza, il buon gusto avrebbero richiesto naturalmente. Questa a me sembra la notizia. Dopodiché, il senatore Renzi dice che non è l’unico, che ci sono diversi Primi Ministri che fanno queste attività all’estero, intermediazione piuttosto che… Vero, corretto, tutti di sinistra peraltro, però c’è una differenza fondamentale, che tutti gli altri hanno avuto la buona creanza di lasciare il Parlamento. Perché? E qui le spiego l’urgenza secondo me. Che sia al Governo o che sia all’opposizione, il Senatore Renzi è un rappresentante di una delle massime istituzioni italiane. Io non so cosa faccia, non lo voglio sapere. Il punto è che quello che lui fa coinvolge l’Italia. È per questo che nessun altro in passato che facesse un lavoro di questo genere è rimasto parlamentare della Repubblica Italiana. A me sembra folle doverlo specificare nella legge, ma è stato necessario perché è effettivamente un caso unico. E il senatore Renzi, guardi, lo sa bene, perché non è un caso che il 24 febbraio del 2022 si sia dimesso dal Consiglio di amministrazione di una società di car sharing che aveva sede a Mosca. Presumo che capisca la difficoltà di fare troppe cose insieme. Quindi, puoi lavorare per Stati esteri, soggetti esteri, puoi farlo per il Parlamento della Repubblica Italiana, l’unica cosa che secondo me non si può fare è farlo contemporaneamente. Che è quello che stabilisce la norma. 

 

Claudia Fusani (Quotidiano del Sud): Presidente, buongiorno e grazie. Io le volevo leggere una frase, ma sarò brevissima. Il denaro e l’informazione sono le due armi nucleari tattiche della politica moderna e Musk può schierarle entrambe su una scala senza precedenti. Musk, ha appena speso un quarto di miliardo di dollari per eleggere Trump, se mettesse in tutta Europa la stessa quantità di denaro che ha messo dietro Trump, trasformerebbe ogni Nazione in un’agenda populista. Non c’è un Governo di centro-sinistra in Europa che sarà in grado di resistere a quell’assalto. Lo ha detto Steve Bannon ieri in un’intervista a Bloomberg, se non sbaglio, Steve Bannon che è stato un suo ospite ad Atreju, mi pare, qualche anno fa. Ma la domanda è questa ed è molto secca. Il PNRR scade nel 2026, giugno. Abbiamo uno dei primi obiettivi del PNRR che è quello di connettere tutto il Paese, che è in ritardo perché la banda larga non riesce a raggiungere molte zone grigie. Il Sottosegretario Butti, se non sbaglio, ha già detto un mese e mezzo fa che l’unica soluzione è Starlink. Quindi questo è un problema di adesso, non è un problema arrivare con i consolati, la Difesa, sì o no lo affiderete a Starlink per risolvere, per raggiungere l’obiettivo del PNRR e non perdere soldi, se poi, visto che è così veloce, ci fa una cortesia di spiegare come mai in questo Paese l’energia costa il 30% in più e come mai l’ARERA adesso ci annuncia nuovi aumenti delle bollette. Mi scusi, ma è così rara avere l’opportunità di parlare con lei che avrei tante domande. Grazie. 

Presidente Meloni: Non è così rara come ho già spiegato l’occasione di parlare con me, Fusani, e non è rara la polemica che mi sento rivolgere. Detto questo, su Musk ho già risposto e le aggiungo. Il tema del peso di queste società, perché lei diceva i social media, è un tema che io pongo però da qualche anno. Cioè il fatto che il quadro stava diventando un quadro nel quale c’erano delle società che governavano pezzi fondamentali di comunicazione e che avevano allo stesso tempo un fatturato che delle volte superava il prodotto interno lordo di interi Stati nazionali è un tema che io ho posto anni fa, quando non interessava a nessuno. E è un tema, questo sì. Dopodiché, però, è un tema molto più grave quando quelle persone usano quegli strumenti per decidere chi possa dire cosa, perché la libertà di espressione, Fusani, è alla base delle democrazie. Ma questo non lo fa Elon Musk, questo lo hanno fatto altri. No, scusi, no, no, no, questo non lo fa Elon Musk, che consente a tutti di dire qualsiasi cosa sulla sua piattaforma e viene molto contestato per questo. Questo lo hanno fatto altri, che hanno deciso chi poteva scrivere, chi poteva parlare e cosa poteva dire. Io sono stata bannata svariate volte. Scusate, ma il problema, non ce ne eravamo accorti prima? Perché questo si è un problema, che io ho posto e che altri non hanno posto. Allora il problema non può diventare il problema quando uno dei padroni di queste piattaforme non è più d’accordo con me. Ma finché è d’accordo con me ti prego aiutami a censurare quelli che non sono d’accordo con me. Uno si deve rendere conto che non è credibile apporre questa questione adesso, perdonatemi. Dopodiché, mi dispiace ma non le posso rispondere con precisione sulla vicenda di Starlink perché io sono rimasta che era una delle ipotesi in campo, non sono stata aggiornata dal Sottosegretario Butti, mi riservo di aggiornarla quando avrò gli aggiornamenti. Il problema è sicuramente un problema, è uno dei milioni di problemi che dobbiamo affrontare e poi sul tema dei costi dell’energia, Fusani lei mi perdonerà, ma non è una questione sulla quale si può rispondere in 20 secondi e per rispetto ai colleghi mi fermo qui. 


Thomas Kington (The Times): Buongiorno, eccomi qua. Faccio una domanda su Elon Musk. Chiedo scusa. Elon Musk ha detto recentemente ai suoi milioni di seguaci su X che una Ministra inglese, Jess Phillips, ha gestito male i casi di abusi sessuali in Inghilterra e lui ha chiamato lei una “evil witch”, che vuol dire strega malvagia, e ha chiesto che lei venga buttata in cacere. Adesso Phillips ha dichiarato che ha dovuto aumentare la sua sicurezza personale perché la possibilità di un’aggressione è aumentata. Quindi volevo chiedere se dopo questo lei pensa che questo tipo di attacco di Elon Musk è accettabile. Grazie. 

Presidente Meloni: No, non condivido queste parole di Elon Musk. Anche qui, però, da questo al rischio per la democrazia, vuole che le faccia un elenco degli epiteti che mi sono stati rivolti anche da personaggi influenti sui social media negli ultimi anni? Non mi ricordo che qualcuno si sia sbracciato. Cioè, quello che non funziona in questa vicenda, mi perdoni Thomas, è l’utilizzo di due pesi e due misure. Non si è credibili a porre oggi la questione, perché la questione è sul tavolo da molti anni. Solo che le persone che ne erano protagoniste erano, come posso dire, ben viste dal mainstream. Ma qui noi non stiamo parlando di contenuti, qui noi stiamo parlando di regole. E allora la questione andava posta prima. C’è un tema? C’è un tema. Io l’ho posto quando non lo poneva nessuno, ma era più serio di quello che si sta ponendo oggi. Dopodiché, sulle parole, nello specifico, sono parole che non condivido, ma in molti casi non condivido, per carità. Però è un altro tema non condividere. 


Jacopo Matano(Tg3): Presidente, buongiorno. Parliamo di lavoro. A fronte di segnali positivi sull’occupazione però preoccupa molto la situazione della disoccupazione giovanile che è in crescita di quasi un punto e mezzo e poi c’è il tema di chi non cerca più lavoro, il tema degli inattivi in un contesto come quello di quest’anno in cui sono raddoppiati i lavoratori che sono all’interno di crisi aziendali, quindi le chiedo se il Governo ha fatto abbastanza su questi tre temi, cioè giovani inattivi e crisi e che cosa dobbiamo aspettarci per il 2025 e qual è il vostro impegno su questo? 

Presidente Meloni: Guardi, il Governo ha fatto molto per me, su materia non si fa mai abbastanza. Penso che molti dati siano incoraggianti, penso che sia molto incoraggiante l’ultimo dato sulla disoccupazione che scende ai minimi storici da quando vengono registrate le serie, 5,7%, occupazione ai massimi dall’Unità d’Italia, sono dati incoraggianti anche per la qualità di questo lavoro che è prevalentemente lavoro stabile, noi parliamo di 883 mila nuove assunzioni in questi due anni, ma se considerassimo solo quelle a tempo indeterminato, arriveremmo al milione, un milione di posti di lavoro. Penso che Silvio Berlusconi possa essere, diciamo così, fiero di noi. Dopodiché però non si fa mai abbastanza e il tema del lavoro giovanile è sicuramente una priorità, che però non si affronta secondo me solamente incidendo sul tema del contratto di lavoro. Parte da prima, parte dalla vicenda della formazione e credo che anche qui si sia visto il lavoro che il Governo ha fatto, la riforma degli istituti tecnici eccetera e quant’altro, perché il grande problema che abbiamo noi è il paradosso per cui da una parte abbiamo comunque diversi giovani che non trovano lavoro e dall’altra abbiamo moltissimi settori produttivi che non trovano professionalità. 

Se noi non riusciamo a rimettere le cose insieme anche facendo un’informazione seria in questo, un orientamento serio ai giovani che fanno gli studi per dire dove è la possibilità domani di trovare un’occupazione ben retribuita, buona, -aiuta-, se noi non facciamo questo lavoro a monte non si risolve da solo. Per cui poi ancora più complesso è la questione dei Neet, di chi non cerca, non lavora, non studia, non cerca lavoro eccetera, ma anche qui secondo me la questione è un tantino più ampia, un tema che io ho posto varie volte, un tema sul quale sto cercando di capire con il Sottosegretario Mantovano se riusciamo a mettere insieme un gruppo di lavoro ad alto livello per parlare di questo che è il tema delle giovani generazioni in generale. Social media, internet, pandemia, io questo lo dico da madre, mi è capitato già di dirlo, io faccio parte di una generazione di genitori, la prima generazione di genitori che cresce figli interamente digitali.  Noi non siamo attrezzati, non stiamo proprio capendo o rischiamo di non capire quello che sta accadendo, perché non l’abbiamo vissuto neanche in un’epoca diversa, abbiamo vissuto un mondo completamente diverso: come hanno impattato, il lockdown e la pandemia, come cambiano le relazioni e quindi come cambiano le personalità. La questione è un po’ più complessa, però lo dico per dire che anche su questo stiamo cercando di interrogarci perché appunto ragionavamo di mettere insieme personalità anche con skill diverso che possano aiutarci a fare un confronto aperto su questo, perché temo che siamo già a ritardo, però è difficile se non cogliamo questi elementi, è difficile poi capire come si fa ad affrontare la questione di chi non lavora, non studia. Dopodiché su quello che riguarda il Governo, lei si deve aspettare che noi andiamo avanti con la strada che abbiamo già tracciato, quindi concentrare le nostre risorse sui salari e sull’assunzione, sulle aziende che assumono. Abbiamo già fatto, col “più assumi meno paghi”, soprattutto le decontribuzioni al Sud, la questione dei fondi di coesione, eccetera. Per quello che riguarda le crisi industriali e aziendali credo che abbia visto il nostro approccio. Ad esempio noi abbiamo immaginato durante l’approvazione della legge di bilancio un sistema di IRES premiale che pone come condizione mantenimento ai livelli occupazionali e non ricorso alla cassa integrazione, quindi cerchiamo sempre di legare il nostro incentivo alla questione fondamentale del mantenimento ai livelli occupazionali e della difesa dei laboratori. E’ la stessa cosa, è la stessa ragione per la quale sono per esempio sulla carta soddisfatta dell’accordo che abbiamo chiuso con Stellantis. Quindi cerchiamo di fare tutto quello che possiamo per favorire un approccio che sia il più possibile a tutela dei lavoratori. 

Luigi Conte(AGI): Buongiorno Presidente, in queste ultime settimane si è parlato di una possibile discesa in campo di Ruffini, ex direttore dell’Agenzia delle Entrate. Cosa pensa di questa ipotesi? Potrebbe cambiare il nostro panorama politico? 

Presidente Meloni: Guardi, penso che Ruffini sia una persona molto autorevole, poi si sa che gli esattori delle tasse in Italia sono tra coloro che riscuotono il maggiore consenso, però sono stata dispiaciuta francamente da alcune dichiarazioni che Ruffini ha fatto e penso che in questa vicenda ci sia un po’ una diapositiva di una differenza di approccio alle istituzioni. Noi abbiamo confermato Ruffini, sapendo che era una persona ovviamente vicina, non alla nostra area politica, non ci è interessato, abbiamo guardato al merito. Sotto questo Governo l’Agenzia delle Entrate fa il record di proventi della lotta all’evasione fiscale, che Ruffini decida di dimettersi per andare a organizzare un’associazione con Romano Prodi, nel quale chiedono più spazio nel Partito Democratico, dicendo che la colpa è mia, che non voglio combattere l’evasione, mi sembra un po’ ingeneroso. Questo lo voglio dire. Poi per il resto, guardi, io non penso niente, penso che tutti debbano fare quello che vogliono nella loro vita e che vedremo lo scenario, insomma non mi pare una cosa immaginata soprattutto per creare problemi a questa leader. Ci siamo capiti. 


Barbara Fiammeri (Il Sole 24 ore): Mi riaggancio alla domanda del collega sull’occupazione, perché giustamente lei rivendica il merito dei record di questi mesi di Governo, però c’è anche un tema di qualità dell’occupazione legata a dove va l’Italia e da due anni noi assistiamo al calo costante della produzione industriale. Il nostro Paese sta cambiando e rischia di diventare un parco giochi anziché una potenza industriale. Le chiedo quali sono le misure che il Governo intende intraprendere nei prossimi mesi per invertire questa tendenza preoccupante. Grazie.

Presidente Meloni: A me pare che il Governo abbia già dato dei segnali importanti in questo senso, non vuol dire che siano terminati. Intanto per avere un’industria forte bisogna avere una strategia. Io penso ad esempio che alcuni grandi filoni sui quali abbiamo lavorato e stiamo lavorando, dalla vicenda del Lab per l’approvvigionamento energetico d’Europa, alla questione dell’economia blu, Ministero del Mare, Piano del Mare, etc., alla tutela del Made In, che questo Governo ha garantito, intanto, si si possa capire quali sono gli elementi fondamentali di una strategia. Dopodiché, quello che il Governo può e deve fare è creare un contesto il più possibile favorevole per quelle aziende, industrie che producono, delle volte riescono anche a crescere in un contesto oggettivamente complesso. L’IRES premiale è l’ultimo di questi segnali, richiesta molto convinta dell’industria di questo Paese, ma è uno. Transizione 5.0, i 12 miliardi di euro che abbiamo liberato nella revisione del PNRR per concentrarci sulle aziende e su uno dei grandi problemi che ha l’Italia che è il costo dell’energia, come si diceva, così rispondiamo anche a Fusani e quindi per favorire la possibilità per le aziende di produrre energia a costi più ragionevoli, più assumi meno paghi, cioè la super deduzione del costo del lavoro. È un’altra di queste iniziative. Quindi da una parte serve una strategia, da una parte serve un sistema favorevole, questo tornerebbe alle riforme. Noi siamo per la prima volta quest’anno quarto Paese esportatore al mondo, perché? Perché i nostri prodotti sono competitivi, perché le nostre aziende sono brave e perché c’è un Governo stabile. C’è un tema che frena gli investimenti che tutti sappiamo essere, la questione della giustizia, c’è un problema di burocrazia che è una delle grandi questioni che bisogna affrontare adesso. Quindi strategia, contesto, incentivi, cioè sostegno per quello che si può fare, su cui pure abbiamo dato una serie di segnali. 

 

Hannah Roberts (Politico): Buongiorno Presidente. La mia testata, Politico, l’ha recentemente nominata la persona più potente d’Europa. Può commentare? Grazie. 

Presidente Meloni: Mi preoccupa un po’ se posso dire. Nel senso, io ho sempre molta difficoltà a parlare di me stessa, soprattutto in termini positivi. Ho trovato sicuramente interessante il percorso che ho fatto negli ultimi almeno tre anni in questi award di Politico. Credo che qualche anno fa mi aveste posizionato tra i “disruptors”, i distruttori. Lo scorso anno ero nei do-ers, cioè i pragmatici. Quest’anno a capo della classifica. Quindi è sicuramente il mio un percorso positivo agli occhi di Politico. Dopodiché, come diceva l’Uomo ragno “a un grande potere corrispondono grandi responsabilità”. Quindi io di solito quando mi confronto con queste cose vedo soprattutto le responsabilità che questo comporta. Non so dire se voi abbiate ragione. E non penso che tra i Leader europei sia utile costruire delle competizioni, penso che insieme dobbiamo cercare di darci una mano per capire che cosa è stato sbagliato nella strategia, per capire come correggere quella strategia. E questo è un lavoro che io cerco di fare ogni giorno, forte sicuramente di posizioni che sono chiare e che tendenzialmente non baratto, forte di una chiarezza, forte anche però di un approccio pragmatico del quale oggi l’Europa ha disperatamente bisogno. E quindi, mettiamola così: non saprei giudicare la vostra lettura di quali siano i leader più influenti, però sicuramente se ho un’influenza cercherò di spenderla in modo proattivo, positivo, concreto, per il bene di un continente che altrimenti rischia, in un futuro non lontano da questo, di scivolare verso l’irrilevanza.

 

Ilario Lombardo (La Stampa): Buongiorno Presidente, mi unisco anch’io all’appello per più conferenze stampa di questo tipo, più tradizionali, più chiare, più ordinate. La mia domanda parte da un fatto. Siamo tutti molto contenti ovviamente del buon esito della vicenda di Cecilia Sala, ma ci sono dei punti che rimangono ancora poco chiari e non sono stati chiariti. L’arresto di Abedini avviene il 16 dicembre e quello di Cecilia Sala il 19. C’è un buco quindi di circa 48 ore. La domanda è se sono stati avvisati gli italiani, c’è stato un errore di sottovalutazione da parte dell’intelligence o della diplomazia, di chi è la responsabilità su questo. E poi allargando, più volte lei personalmente e anche altri Ministri del suo Governo, soprattutto Guido Crosetto, avete evocato un complotto contro il centrodestra, non da ultimo, come ricordava il collega, quando c’è stata la notizia dell’inchiesta che poi non ha mai visto luce nei confronti di sua sorella Arianna. Lei teme che ci sia un sabotaggio di una parte degli apparati o dei funzionari dello Stato nei suoi confronti e se ci può fare finalmente dei nomi. Grazie.

Presidente Meloni: Trovo bizzarro che lei mi chieda di commentare mie dichiarazioni che non ho mai fatto. Io non ho mai parlato di complotto. Non ho mai parlato di complotto in più di due anni che faccio il Presidente del Consiglio dei Ministri. Quindi non so qual è la domanda che lei mi sta facendo, perché è una domanda il cui fondamento è sbagliato. 

Ilario Lombardo (La Stampa): [inaudibile] La ricostruzione de Il Giornale quando parlava di un’inchiesta su sua sorella…lei la ritiene credibile?

Presidente Meloni: No, io le ho spiegato e ho detto un’altra cosa, mi scusi, ho detto e l’ho spiegato in una domanda che mi è già stata fatta, che mi ha molto incuriosito questo continuo voler raccontare attorno alla figura di Arianna Meloni cose che non erano vere alla prova dei fatti. Perché scusi, mi risponda lei a questa domanda. Quando tu per mesi ti ritrovi “Arianna Meloni ha fatto questo e non l’ha fatto, Arianna Meloni ha fatto questo e non l’ha fatto, Arianna Meloni ha fatto questo e non l’ha fatto, Arianna Meloni ha fatto questo e non l’ha fatto”, che cos’è? Come lo chiama lei? Non lo so, spero che sia una strategia perché altrimenti sarebbe cialtronaggine, cialtroneria. E quindi capisce che forse è pure peggio. E quindi sì, penso ci possa essere l’idea se non altro di – ma non posso parlare della magistratura, a livello politico sicuramente – gettare fango su qualcuno. Dopodiché, non ho mai parlato di complotto in vita mia quindi non so rispondere alla sua domanda, mi dispiace. Quando deciderò di parlare di complotto lei mi farà una domanda sul complotto e io le farò nomi e cognomi di chi sta facendo il complotto. E guardi, lo trovo anche curioso perché io ho visto una serie di interviste di gente che fa le interviste per dire non l’ho fatto io il complotto. È tutto un po’ surreale. Poi che io possa avere diversi avversari, beh, questa non mi sembrava una grande notizia. Che ci possano essere, e l’ho già detto in altre occasioni, mondi, ambienti, gruppi di potere che magari in passato avevano rapporti migliori con il potere politico e adesso possono essere innervositi dal fatto di non essere adeguatamente tenuti in considerazione, anche questo mi sembra abbastanza scontato. Dopodiché, quando deciderò di parlare del complotto, glielo dirò. 

Sulla vicenda di Cecilia Sala, guardi, non posso dire che c’è qualcuno che abbia sbagliato. Tra l’altro, lei capisce, noi abbiamo oltre, come dicevo, 500 italiani in Iran, quindi qualsiasi genere di comunicazione non è una comunicazione che rimane riservata. Dopodiché, su questo io, ripeto, per ora più di tanto non voglio scendere nel dettaglio perché va fatto nelle serie competenti e lo farà il Sottosegretario Mantovano, però mi fa venire uno spunto interessante che riguarda anche il tema del giornalismo d’inchiesta. Il giornalismo d’inchiesta è una delle cose più straordinarie e preziose che noi abbiamo, forse approfittando dell’occasione di questa conferenza stampa e dell’occasione di quello che è accaduto con Cecilia Sala possiamo cercare di ragionare insieme su come fare un salto di qualità nella protezione di questi colleghi, di questi giornalisti che vanno in giro per il mondo, perché vogliamo aiutarli e possiamo forse aiutarli con le strutture dello Stato italiano a fare meglio il loro lavoro e a essere meno esposti. Per cui, lo dico per dire che mi sono ricordata adesso che avevo chiesto al Sottosegretario Mantovano di promuovere una riunione in questo senso con i vertici – ovviamente la stampa, associazione, ordine dei giornalisti, – per cercare di capire insieme quali possono essere strumenti, regole di ingaggio che ci consentono di proteggere meglio forse di come, in alcuni casi, per responsabilità che però non sono di nessuno, in assenza di  – appunto – un dialogo forse più fitto, però questa può essere forse l’occasione per fare questo lavoro.

Presidente Ordine dei Giornalisti: Grazie, sono attività che hanno un oggettivo elevato, tasso di rischio, noi siamo a disposizione, abbiamo piena volontà di collaborare in qualsiasi iniziativa possa diminuire questo tasso di rischio. La ringrazio. 


Livio Cipriano (Agenzia Nuova): Eccoci, buongiorno Presidente, buon anno. Portare avanti il Piano Mattei senza una stabilizzazione della Libia potrebbe essere difficile. Alla luce degli ultimi sviluppi relativamente in particolare alle basi russe in Siria, Mosca potrebbe decidere di rafforzare la propria presenza del Paese nordafricano, complicando di fatto la riunificazione tra Tripolitania e Cirenaica. Ecco, alla luce di questi ultimi sviluppi, l’Italia intende e prevede qualche iniziativa diplomatica e, se necessario, un rafforzamento della presenza anche militare nel Paese nordafricano? Grazie. 

Presidente Meloni: Guardi, sicuramente siamo molto concentrati sulla vicenda della Libia, sia sul piano del monitoraggio sia sul piano della diplomazia. La questione che lei pone è una questione reale, cioè la Russia aveva una forte presenza in Siria e particolarmente aveva in Siria la sua flotta sul Mediterraneo. Dopo la caduta del regime di Assad è ragionevole ritenere che la Russia cerchi altri sbocchi, è ragionevole ritenere che uno di questi possa essere la Cirenaica in particolar modo. Quindi sicuramente è una vicenda che va monitorata e che noi stiamo ovviamente monitorando a tutti i livelli. Dopodiché, il tema di una stabilizzazione definitiva della Libia è forse uno dei temi dei quali ci siamo occupati di più in questi anni e anche forse una delle questioni più complesse che mi sia mai trovata ad affrontare, perché ovviamente sono moltissime le influenze, uno scenario molto molto complesso. La questione, se vogliamo, è ancora più ampia, cioè il tema della presenza della Russia in Africa è un tema che pongo da circa due anni ai miei partner e qualcosa si muove, lo abbiamo visto nelle conclusioni del G7 dei Leader, lo abbiamo visto al vertice della NATO – lei citava il tema della presenza militare. Insomma, noi siamo molto concentrati sul nostro fianco Est, non capendo che tutti i fianchi di questa Alleanza sono potenzialmente esposti, e particolarmente esposto quello a Sud. Ma se alle ultime conclusioni del Vertice Nato c’è un riferimento chiaro a una rinnovata attenzione al fianco Sud dell’Alleanza lo si deve anche, soprattutto, all’impegno italiano in questo senso. Abbiamo posto la questione che in una guerra – che oltretutto è sempre più ibrida – le potenziali armi sono moltissime. Il grano è stato utilizzato come un’arma nella guerra di invasione russa all’Ucraina, no? Altre ce ne possono essere. È un tema sul quale bisogna ragionare con schemi nuovi. E questo tema lo abbiamo posto, ripeto, anche con dei risultati soddisfacenti. Soddisfacenti per ora ma, insomma. con dei risultati. 


Massimiliano Scafi (Il Giornale): Buon anno Presidente. I dati economici sembrano positivi. La finanziaria è stata appena approvata, lo spread lo tiene, l’occupazione dà buoni segnali. Però una delle principali promesse elettorali, forse quella che vi ha fatto vincere le elezioni insieme alla promessa di sicurezza, cioè il taglio delle tasse, insieme anche alla riforma delle pensioni, sono rimaste al palo. Non teme che alla lunga questo possa incidere sul suo consenso. Grazie.

Presidente Meloni: Dunque, che sono rimaste al palo non lo direi. Taglio del cuneo, prima contributivo poi fiscale, accorpamento delle prime due aliquote, decontribuzione per le mamme lavoratrici, detassazione dei premi di produzione, detassazione dei fringe benefit. Tasse, ok? È un tentativo di. Poi chiaramente noi, come ho detto in altre occasioni, ci siamo concentrati su quella che era una priorità oggettiva, soprattutto nel contesto nel quale operavamo, che era mettere in sicurezza soprattutto i redditi che non potevano farcela.

E ci siamo concentrati e abbiamo concentrato le poche risorse che avevamo sui redditi di più bassi. Dopodiché, sicuramente va dato un segnale al cedo medio – questo sì – che non è stato dato finora per ragioni di risorse limitate, ma che io ho ben presente. Ma noi abbiamo fatto una riforma fiscale – si dice al palo – il cui obiettivo è tagliare le tasse praticamente a tutti, che ha già cominciato con l’accorpamento delle prime due aliquote. Cercheremo di fare dei passi graduali e sicuramente, risorse permettendo, quest’anno un’attenzione riconoscibile credo che vada data al cedo medio. 


Simone Canettieri (Il Foglio): Eccoci, buongiorno Presidente, grazie per la pazienza. Gli interventi abbastanza frequenti del Presidente Mattarella sulla posizione di Elon Musk e anche, ad esempio, i dubbi che trapelano dal Quirinale sulla separazione delle carriere – ammesso che ce ne siano questi dubbi, se lei ne abbia parlato appunto con il Presidente della Repubblica -, le volevo chiedere se è d’accordo con l’affermazione che ha fatto una sua importante deputata che ha detto che il Presidente Mattarella fa opposizione, dichiarazione pubblica in televisione. E poi così per chiudere, volevo sapere se un’eventuale discesa in campo di Pier Silvio Berlusconi potrebbe essere per il centrodestra un elemento nuovo o destabilizzante. Grazie e auguri di buon anno. 

Presidente Meloni: Siamo alla seconda discesa in campo in una conferenza stampa ragazzi. Allora, non sono d’accordo con le parole della mia parlamentare sul Presidente Mattarella, gliel’ho anche detto. Non sono d’accordo. Non ho notizia di un’opposizione del Presidente della Repubblica sulla riforma della giustizia e la separazione delle carriere. Ho già detto per quello che riguardava Elon Musk, perché tra l’altro in questo caso ci si riferiva ai giudici italiani e il Presidente della Repubblica è anche Presidente del Csm, e quindi ho compreso il senso di quello che il Presidente della Repubblica ha detto, ho grande rispetto per quello che dice, in generale ho grande rispetto quando si parla di difesa della sovranità nazionale e ho in generale grande rispetto del Presidente Mattarella. C’era una terza domanda ma non me la ricordo. Ah, Pier Silvio Berlusconi. Fermo restando che ho un ottimo rapporto personale sia con Pier Silvio Berlusconi che con Marina Berlusconi, credo che queste domande dobbiate farle a loro perché il fatto che la politica commenti cose che non accadono o prima che accadano non mi sembra una cosa intelligentissima con tutti i problemi dei quali abbiamo da occuparci. Dopodiché io, per carità, sarei aperta e disponibile, quando queste ipotesi dovessero porsi sia a parlarne con i diretti interessati, sia a commentarlo con voi.


Domanda: Ci può dire qualcosa sui 45.000 mila morti a Gaza [inaudibile]

Presidente Meloni: È un tema sul quale, come lei sa, lavoriamo dall’inizio per raggiungere un cessate il fuoco, il rilascio degli israeliani rapiti e credo che il Governo italiano sia stato uno dei Governi che in assoluto di più a livello internazionale si sono occupati sia della salute sia dei generi di prima necessità e quindi del sostegno umanitario alla popolazione di Gaza. 

Quarantuno. Grazie a voi, buon lavoro.

 



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