Poco più di una settimana e poi la stagione femminile prenderà il via al Tour Down Under con quelle corpose novità generate dal mercato. La conseguente curiosità manifestata da Paladin qualche giorno fa rispecchia quella generale di tanti altri addetti ai lavori e anche quella di Marta Bastianelli.
L’ex campionessa iridata ed europea sta per entrare nell’ultimo chilometro della seconda gravidanza. A inizio marzo sarà nuovamente mamma di un’altra bimba: «Sarà Clarissa a darle il nome quando nascerà, tanto a noi genitori andrà sempre bene». Però nel frattempo Bastianelli rimane sul pezzo. Ha appena finito una stagione di apprendistato al fianco dell’ex cittì Sangalli, ma per quanto lei professi di necessitare di ulteriore esperienza ed al netto degli impegni da madre, molti la vedrebbero bene come nuova guida delle nazionali femminili. Sfruttando così la conoscenza del suo mondo, abbiamo chiesto a Marta un parere sugli effetti che potranno avere le grandi manovre di mercato del 2025.
Diamo i numeri
Il 17 gennaio in Australia si inizia a correre e da lì in avanti vedremo all’opera tutte le formazioni che hanno cambiato tanto o poco. E’ stato un inverno che ha prodotto complessivamente (tra juniores che passano, promozioni, rientri e addii importanti) 78 nuovi arrivi e 72 partenze di atlete nei quindici team WorldTour, mentre per le sette formazioni nella neonata categoria ProTeam siamo esattamente a metà di queste cifre. In media significa che ogni squadra ha cambiato cinque ragazze e mai come stavolta col coinvolgimento di tante capitane storiche.
Dopo sei annate e 32 vittorie con la Lidl-Trek, Longo Borghini è passata in UAE (in apertura, foto UAE Team ADQ). Dopo quattro stagioni e 42 successi con la SD Worx Vollering è andata alla FDJ-Suez assieme a Labous che ha lasciato l’attuale Picnic-PostNL dopo otto anni e sei affermazioni. Dalla formazione francese se sono andate anche Cavalli e Ludwig dopo rispettivamente quattro e cinque stagioni condite da sette e dieci successi. Invece dopo tre anni da diesse – ma non di inattività – rientra alle corse con la sua SD Worx Van der Breggen portandosi in dote le 41 vittorie ottenute dal 2017 al 2021 con la corazzata olandese. E questo solo per citare i movimenti più importanti. Infine guardando espressamente al nostro movimento, nel 2025 vedremo all’opera 36 italiane nel WorldTour, 8 nei ProTeam, circa 70 nei sei team continental italiani e altre 4 in quelli esteri.
Marta qual è la prima impressione che hai avuto a mercato chiuso?
Quella della rivoluzione. Rispetto a prima, ora abbiamo almeno un paio di leader distribuite su più squadre che possono giocarsi tante corse. Classiche e Grandi Giri potrebbero andare a tante atlete diverse. Credo che sarà una gran bella stagione, più incerta del passato. C’è più equilibrio, almeno sulla carta.
La FDJ con l’arrivo eclatante di Vollering cambia dimensione?
E’ stato un trasferimento che può spostare le gerarchie in molte gare. Non dimentichiamo che hanno preso pure Labous, che è una capitana di primissimo livello a tutti gli effetti. Inoltre hanno Guazzini che per me può fare risultato nelle classiche del Nord. Hanno una bellissima squadra, molto forte, tuttavia secondo me non sarà quella favorita per la stagione.
Si riparte dai domini di vittorie degli ultimi due anni. Quindi la SD Worx rimane la squadra-faro?
Premettiamo che non si è assolutamente depotenziata. Al posto di Vollering ritorna Van der Breggen e so che sta già facendo test straordinari. Anna non se ne è mai andata perché anche da diesse, oltre ad allenarsi, teneva sotto osservazione i watt e i dati delle varie corse. Hanno sempre Kopecky che dopo il Tour 2023 e il Giro dell’anno scorso ha dimostrato che può diventare un corridore da gare a tappe. E’ capace di qualunque cosa lei. Poi per le volate hanno Wiebes. La SD Worx è esperta (età media 27,4 anni, la più alta del WorldTour, ndr) e hanno la cosiddetta forza-squadra. Sono forti nella mentalità, non solo nelle individualità, e sanno come si fa a vincere. Forse non come gli anni scorsi, ma per me resta il team di riferimento.
Hanno avuto anche altre due partenze eccellenti.
E’ vero, sono andate via Reusser e Fisher-Black. Marlen la conosco bene (sono state compagne alla Alè Cipollini nel 2021, ndr) e credo che in Movistar possa tornare a grandi livelli. Anzi potrà giocarsi maggiormente le sue carte in tante occasioni rispetto alla SD Worx dove spesso doveva lasciare spazio alle altre capitane. Stesso discorso anche per Fisher-Black che alla Lidl-Trek guadagna qualche grado in più rispetto a prima. Ma anche lì troverà un grosso cambiamento.
L’effetto domino del mercato ha toccato anche la Lidl-Trek. Da dove vuoi cominciare?
Completo il discorso di prima. Realini fino all’anno scorso ha fatto da gregaria di lusso a Longo Borghini, però ora diventa leader e può dimostrare il suo valore atletico. Personalmente mi auguro che possa far vedere chi è. Per il resto hanno campionesse fortissime. Penso alle “mamme” Van Dijk e Deignan. E penso soprattutto a Balsamo, una delle migliori atlete in assoluto al mondo. Attenzione perché per me se Elisa si mette in testa di fare le classiche come il Fiandre da prima punta, cosa che prima non poteva fare, non andrà piano.
Proseguiamo con l’altro cambiamento importante di Longo Borghini. Che ambiente troverà?
Lascia una sorta di famiglia, soprattutto dopo tutto quel tempo, ma ne trova un’altra. Elisa è passata alla UAE assieme a Slongo e alle compagne Chapman e Backstedt, ma lei è una ragazza che si trova bene ovunque e so che ci ha pensato bene prima di scegliere. Elisa è cresciuta molto come persona, oltre che come leader, e penso che abbia fatto bene a cambiare squadra perché può far fare un ulteriore passo in avanti a tutta la squadra. Inevitabilmente col suo arrivo, la UAE si è rafforzata molto e diventa uno dei team di punta per moltissime corse.
Canyon-Sram e Picnic-PostNL partono allo stesso piano delle altre?
Assolutamente sì. La Canyon era già molto competitiva prima, con una struttura collaudata. Ora con l’arrivo di Chiara (Consonni, ndr) hanno trovato la forte velocista che gli mancava, senza scordarci di Ludwig. Sarà in prima linea anche la ex DSM nonostante sia la formazione più giovane del WorldTour (età media 22,4 anni, ndr). Da loro è arrivata Cavalli e non è un trasferimento da poco. E’ mancata tanto al ciclismo italiano, non si vincono per caso le classiche che ha conquistato lei. Spero trovi la serenità necessaria e penso che sia nell’ambiente giusto per rilanciarsi in mezzo a tante giovani. Ho sentito Marta poco prima di Natale.
Cosa vi siete dette?
Innanzitutto sta bene, è felice ed è la cosa più importante. Nelle ultime due stagioni ha corso poco, mettendoci più del previsto per riprendersi. Però ha ancora 26 anni e si è potuta permettere di recuperare a dovere a livello psicofisico. Abbiamo parlato tanto e le ho ricordato che quest’anno c’è un mondiale adatto alle sue caratteristiche. Mi ha risposto che è motivata e che vuole dimostrare il suo valore. Vedrete che tornerà come prima.
Infine facciamo finta che Marta Bastianelli sia la cittì azzurra. A parte le solite note, da quali italiane si aspetta qualcosa in più?
La prima che mi viene in mente è Gasparrini, che è quella che conosco meglio di tutte. Può fare ancora più di quello che ha fatto finora. Poi dico Venturelli che ho visto girare in pista e può diventarne una pedina molto importante, oltre che su strada. Speravo passasse nel WorldTour, però ha deciso di restare nel devo team della UAE. Un’altra che farà bene è Ciabocco. L’ho vista da vicino durante l’Avenir e dopo la prestazione sul Finestre le ho detto che non si deve sottovalutare. Lei ha capito ora cosa può fare in squadra. In generale è sempre difficile fare i nomi precisi, però abbiamo tante giovani come Masetti, Tonetti, Barale o altre che possono alzare ulteriormente l’asticella.
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