serve un negoziato UE e più sostegno alle imprese


Allarme dazi e strategia industriale: Confcommercio interviene con forza nel confronto aperto dal governo italiano a Palazzo Chigi, dove si è tenuto un importante tavolo tecnico tra l’esecutivo e le associazioni imprenditoriali sul tema delle nuove tariffe doganali imposte dagli Stati Uniti. Al centro del dibattito, l’impatto delle misure protezionistiche volute dal presidente Donald Trump, che colpiscono con aliquote comprese tra il 20 e il 25% diversi settori produttivi europei, e in particolare le imprese italiane più attive nell’export verso il mercato americano.

Il Vicepresidente di Confcommercio con delega all’internazionalizzazione, Riccardo Garosci, ha ribadito l’urgenza di una risposta comunitaria incisiva e coordinata, che metta in campo strumenti diplomatici, economici e strategici per evitare una guerra commerciale e salvaguardare la competitività delle imprese.

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Garosci: “Agire subito per evitare escalation e danni economici”

Durante l’incontro con il premier Giorgia Meloni, i vicepresidenti Tajani e Salvini (quest’ultimo in collegamento), e i ministri Giorgetti, Urso, Lollobrigida, Foti, insieme ai sottosegretari Mantovano e Fazzolari, Garosci ha lanciato un chiaro appello all’Europa: “Serve un’azione coraggiosa, coordinata e lungimirante. Non possiamo lasciare sole le imprese, soprattutto in un momento di fragilità economica come quello attuale”.

I comparti più esposti al rischio dei dazi USA sono:

  • Manifattura
  • Agroalimentare
  • Trasporti e logistica
  • Turismo

Si tratta di settori chiave dell’economia italiana, con una forte propensione all’export e una dipendenza significativa dal mercato statunitense. Secondo Confcommercio, la risposta europea deve passare da un negoziato con Washington che tenga conto non solo delle merci, ma anche dell’attuale squilibrio nei servizi, dove gli Stati Uniti godono di un vantaggio competitivo nei settori tecnologico e finanziario.

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Una strategia UE più ampia: accordi globali e sostegno strutturale

Per evitare il rischio di ritorsioni e frenate nell’export, Confcommercio chiede anche una rinnovata azione diplomatica europea, che comprenda:

  • Accelerazione degli accordi di libero scambio con Paesi strategici come India, Golfo, Australia, Indonesia, Malesia
  • Ratifica dell’accordo con il Mercosur
  • Ripresa del dialogo commerciale con la Cina
  • Rilancio del multilateralismo in seno all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC)

Sul fronte interno, invece, l’associazione sottolinea la necessità di una politica energetica europea condivisa, per colmare i divari di costo tra gli Stati membri e ridurre l’impatto delle fluttuazioni speculative.

Focus su energia, innovazione e infrastrutture

Confcommercio propone un piano di azione che comprenda:

  • Miglioramento delle interconnessioni energetiche e infrastrutturali
  • Investimenti su nucleare di nuova generazione, fonti rinnovabili e idrogeno
  • Revisione del sistema ETS (Emission Trading System) nel settore dei trasporti
  • Sospensione dei dazi marittimi-portuali imposti dagli USA
  • Piano industriale a sostegno della cantieristica navale europea

In tema di transizione digitale, Garosci ha rilanciato l’importanza del piano Transizione 5.0, chiedendo un maggiore accesso per le micro e piccole imprese, spesso escluse dai grandi incentivi per l’innovazione. L’intelligenza artificiale è un altro fronte su cui l’Europa, secondo Confcommercio, deve accelerare per non perdere il treno della competitività globale.

Più flessibilità fiscale e strumenti europei condivisi

Infine, Confcommercio chiede una revisione del Patto di Stabilità, proponendo:

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  • Più flessibilità fiscale per stimolare la crescita e gli investimenti pubblici
  • Possibilità di emettere bond europei per finanziare piani industriali comuni

Una linea che punta a rafforzare la sovranità economica dell’Europa di fronte alle crisi internazionali e ad assicurare strumenti stabili e condivisi per la resilienza del mercato interno.





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