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I dati del cedolino della pensione di gennaio 2025 sono disponibili online. Dall’aumento determinato dalla rivalutazioni alle trattenute fiscali: l’importo dell’accredito INPS

Il cedolino pensione di gennaio 2025 è disponibile sul portale INPS. Attraverso tale servizio i pensionati e le pensionate possono accedere a tutti i dati relativi all’accredito.

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Sono diversi i fattori che avranno un impatto sulla prossima mensilità in arrivo: dalle canoniche trattenute all’aumento previsto dalla rivalutazione annuale.

Vediamo tutti i fattori che contribuiscono a determinare l’importo del prossimo assegno della pensione in pagamento.

Cedolino pensione gennaio 2025: quanto spetta tra aumenti e trattenute?

Il primo pagamento della pensione del 2025, quello del mese di gennaio, è previsto come di consueto nel secondo giorno bancabile del mese.

La data è la stessa sia per coloro che ricevono le somme tramite Poste Italiane che per coloro che accedono alle somme tramite le banche: l’accredito arriverà il 3 gennaio.

Come ogni mese, per conoscere nel dettaglio gli elementi che impattano il calcolo dell’importo spettante è possibile accedere al servizio online dedicato al cedolino della pensione disponibile sul portale INPS.

Tutte le informazioni di interesse si possono consultare effettuando l’accesso al servizio con una delle credenziali previste:

  • SPID di livello 2 o superiore;
  • Carta di identità elettronica 3.0 (CIE);
  • Carta nazionale dei servizi (CNS);
  • PIN rilasciato dall’INPS.

Come chiarito in più occasioni l’Istituto, il PIN INPS non è più attivo dal 2020, e pertanto possono continuare ad utilizzarlo solamente i cittadini e le cittadine italiane che risiedono all’estero e che non possiedono un documento di riconoscimento italiano.

Cedolino pensione gennaio 2025: l’importo con gli aumenti previsti

Una volta effettuato l’accesso al servizio in questione, nel cedolino pensione di gennaio 2025 sarà possibile visualizzare i fattori determinanti per il calcolo.

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L’INPS con la notizia pubblicata sul sito fa il punto sulle operazioni di rivalutazione delle pensioni tra 2024 e il 2025 anche alla luce delle novità in arrivo con la Legge di Bilancio in via di approvazione.

In primo luogo bisogna sottolineare come non ci sarà alcun conguaglio a titolo di rivalutazione. Questo perché il decreto del Ministero dell’Economia ha confermato l’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2024 al 5,4 per cento già attribuito dal 1° gennaio 2024 in via provvisoria. Poiché i valori coincidono non sarà necessario effettuare conguagli di adeguamento.

Lo stesso decreto MEF ha fissato anche il valore di riferimento per il calcolo della rivalutazione degli assegni all’inflazione in via provvisoria. Nel 2025 le pensioni aumentano al massimo dello 0,8 per cento.

L’istituto comunica di aver effettuato le operazioni di rinnovo delle pensioni con tale indice provvisorio. Quest’anno, a differenza degli ultimi due anni, ci sarà la rivalutazione piena degli assegni, per cui gli assegno oltre 4 volte il minimo non saranno penalizzati.

Fasce trattamenti complessivi Percentuale indice perequazione da attribuire Aumento del
Fino a 4 volte il trattamento minimo (TM) 100 0,8 per cento
Tra 4 e 5 volte il TM 90 0,72 per cento
Oltre 6 volte il TM 75 0,6 per cento

Le pensioni minime, a meno di cambiamenti dell’ultimo minuto in Legge di Bilancio, dovrebbero aumentare ulteriormente del 2,2 per cento, saliranno però solo di 1,80 euro al mese.

Per tutte le indicazioni sull’operazione di rinnovo delle pensioni per l’anno 2025 si attende la pubblicazione dell’apposita circolare INPS.

Cedolino pensione gennaio 2025: le detrazioni

Come di consueto, hanno un loro peso sulle cifre in arrivo a gennaio 2025 anche l’IRPEF mensile e le addizionali regionali e comunali relative al 2024, le trattenute fiscali in 11 rate che si applicano nell’anno successivo a quello cui si riferiscono.

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Con il primo pagamento del nuovo anno, inoltre, si tirano le somme e vengono ricalcolate a consuntivo le somme dovute per il 2024 per quanto riguarda IRPEF e addizionale regionale e comunale a saldo.

In caso di debito, le cifre vengono recuperate tramite la pensione tra gennaio e febbraio 2025.

Ma se l’importo dovuto è superiore a 100 euro e i trattamenti pensionistici annui nel complesso non superano i 18.000 euro, la rateazione viene estesa fino alla mensilità di novembre.

L’INPS, infine, ricorda che le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali e in generale le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.



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