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Generalmente, è opinione diffusa che il sistema contributivo penalizzi l’importo delle pensioni. Significa forse che le pensioni di chi ricade interamente nel sistema contributivo sono inferiori rispetto a quelle di chi beneficia del sistema misto? Nella maggioranza dei casi (circa 9 volte su 10), effettivamente, il calcolo contributivo risulta meno favorevole rispetto a quello retributivo.
Esistono però casi in cui accade esattamente l’opposto. Anzi, per le lavoratrici madri potrebbe essere addirittura più vantaggioso. Procediamo con ordine e analizziamo quando e come il sistema contributivo può consentire di ottenere una pensione più alta.
Il sistema retributivo rispetto al sistema contributivo, esempi di calcolo
Dal punto di vista del puro calcolo della pensione, salvo rare eccezioni, la pensione retributiva è generalmente più elevata di quella contributiva.
Consideriamo, ad esempio, tre lavoratori:
- Uno con 28 anni di contributi: 18 anni prima del 1996 e 10 anni dopo;
- Un altro con 28 anni di contributi: 10 anni prima del 1996 e 18 anni dopo;
- Un terzo con 28 anni di contributi tutti versati tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2024.
I primi due avranno diritto a una pensione con calcolo misto (retributivo e contributivo), mentre il terzo avrà diritto a una pensione totalmente contributiva. Se tutti e tre avessero avuto retribuzioni elevate sul finire della carriera, il primo avrebbe la pensione più alta, seguito dal secondo, e infine dal terzo.
Questo perché il primo ha 18 anni di contributi nel periodo retributivo, basati sulle ultime retribuzioni fino al 31 dicembre 2011. Il secondo beneficia di questo vantaggio solo per 10 anni, fino al 31 dicembre 1995, mentre il terzo non ne beneficia affatto.
Come arrivare a prendere una pensione più alta, il sistema contributivo a volte aiuta
Quando le retribuzioni sono alte alla fine della carriera lavorativa, il calcolo retributivo assicura generalmente una pensione più elevata.
Tuttavia, il sistema contributivo può risultare più favorevole in situazioni particolari, ad esempio per chi conclude la carriera con retribuzioni basse, dovute magari a periodi di part-time, disoccupazione o ammortizzatori sociali.
La pensione contributiva è calcolata esclusivamente sulla base dei contributi versati. Nel lavoro dipendente, il 33% della retribuzione mensile confluisce nei contributi pensionistici, di cui il 9,19% è a carico del lavoratore e il resto a carico del datore di lavoro. Maggiore è la retribuzione, maggiori saranno i contributi versati, e di conseguenza, più elevata sarà la pensione.
La pensione contributiva è determinata sommando tutti i versamenti effettuati durante la vita lavorativa (montante contributivo), che al momento della pensione viene rivalutato in base all’inflazione e moltiplicato per i coefficienti di trasformazione, più favorevoli quanto più alta è l’età di pensionamento.
Pensione più alta e sistema contributivo, ecco come riuscire a prendere di più
Abbiamo detto che solitamente le pensioni contributive sono inferiori a quelle retributive. Tuttavia, un elemento determinante per aumentare l’importo pensionistico contributivo è rappresentato dai coefficienti di trasformazione, particolarmente vantaggiosi per le lavoratrici madri.
Infatti, le lavoratrici possono beneficiare di un coefficiente più elevato nonostante un’età di pensionamento inferiore, grazie ai figli avuti. Questo vantaggio, però, non è automatico: deve essere esplicitamente richiesto dalla lavoratrice stessa.
Il sistema contributivo a volte ha delle sorprese
Come previsto dalla riforma delle pensioni di Lamberto Dini, le lavoratrici con figli possono accedere alla pensione di vecchiaia anche prima dei 67 anni, usufruendo di uno sconto di 4 mesi per ogni figlio avuto. Questo beneficio, fino al 2024, aveva un limite massimo di 12 mesi, mentre ora è stato esteso a un massimo di 16 mesi, equivalenti a 4 figli.
Questa, tuttavia, è soltanto una delle opzioni disponibili. Oltre alla possibilità di pensionamento anticipato (che può essere richiesta anche al compimento dei 67 anni con pagamento degli arretrati per l’anticipazione del trattamento), esiste un’altra strada per ottenere un importo maggiore richiedere l’applicazione di un coefficiente di trasformazione più favorevole.
Una lavoratrice madre può infatti optare per il coefficiente relativo a un’età più elevata:
- 68 anni, se ha avuto uno o due figli;
- 69 anni, se ha avuto tre o più figli.
Questa scelta permette così di incrementare notevolmente l’importo della pensione contributiva.
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