«Gara di spessore, ma già penso al Bologna. La mia squadra non molla mai e ora sa soffrire»

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La Lazio stacca il pass per i quarti di finale di UEFA Europa League con un pareggio interno (1-1) di pura sofferenza, rimontando il vantaggio del Viktoria Plzeň. Baroni è il sesto allenatore dopo Zeman, Eriksson, Mancini, Petković e Simone Inzaghi che si giocherà un quanto di finale della seconda competizione continentale. La combo letale per gli ospiti è stato il binomio che nell’annata in corso è il marchio di fabbrica della Lazio: rete da calcio piazzato e nell’ultimo quarto d’ora. Il terzo gol in una settimana di Alessio Romagnoli è il ventitreesimo realizzato dalla Lazio dal 76′ al triplice fischio tra tutte le competizioni, nonché il quattordicesimo ad arrivare dagli sviluppi di palla inattiva (rigori esclusi). La sfida di ritorno dell’Olimpico si è dimostrata durissima, come ampiamente anticipato dell’allenatore biancoceleste, che alla vigilia aveva elogiato i rivali. Ad avere la meglio sono Zaccagni e compagni, che tra 10 e 17 aprile si giocheranno una doppia sfida col Bodø/Glimt, con l’andata in Norvegia a tre giorni dal derby di Roma. Il tecnico della Lazio è apparso stremato ai microfoni di Sky Sport. «La difficoltà era portare la testa lontano dal risultato, fino al loro gol eravamo bloccati. Poi ci siamo riversati in avanti e abbiamo dimostrato la nostra voglia di vincere. Loro ci hanno aggredito, giocando in verticale hanno messo in difficoltà i nostri due centrocampisti. Ma alla squadra vanno i miei complimenti, perché abbiamo fatto una partita di spessore». Tra le note liete anche i recuperi di Castellanos e Vecino. «Fondamentali, sono giocatori importanti e ci daranno una mano in questo rush finale».

 

LA CONFERENZA – In sala stampa c’è stato tempo per un commento più approfondito del match.

Che tipo di soddisfazione è a livello personale?

«Non sono abituato a celebrare me stesso, sono entusiasta di questa serata per il nostro popolo. Io devo lavorare con umiltà e attenzione, ho questo dovere nei confronti dei ragazzi».

La gara ha presentato grosse difficoltà…

«Sì, devo fare i miei complimenti al Viktoria Plzeň perché ha fatto una gara importante. La mia difficoltà all’inizio e stata di far capire alla squadra quali problemi ci avrebbero creato. Dopo il loro gol abbiamo tirato fuori tutta la grinta che avevamo. Loro corrono tantissimo, fanno un calcio verticale, sono fenomeni a giocare sulla seconda palla. Per noi era una gara complicata e l’abbiamo gestita nel miglior modo possibile. Tra l’altro abbiamo portato Vecino a 90 minuti, Castellanos a 65, è rientrato Dele-Bashiru e Tavares ci ha dato quello che poteva. Alcune sfumature forse non si notano, ma sono risultate fondamentali».

Le palle inattive stanno facendo veramente la differenza, quanto è soddisfatto?

«Noi troviamo spesso squadre che ci aspettano e stanno basse, il Viktoria ha giocato con un’aggressività fuori dal comune. La risorsa dei corner diventa fondamentale, ci stiamo lavorando tanto perché non sempre è possibile trovare il gol su azione».

Domenica alle 15 c’è già il Bologna. Come si preparano tante partite così ravvicinate?

«Domani è un giorno importante, di recupero per chi ha giocato e di lavoro pieno per chi è rimasto in panchina. Negli spogliatoi ho fatto i complimenti alla squadra ma poi ho subito parlato del Bologna. Sarà un’altra partita importante, dobbiamo finire bene prima della sosta».

Ai quarti di finale ci saranno i norvegesi del Bodø/Glimt. Cosa ne pensa?

«Pensare ora al 10 aprile è impossibile. Non dobbiamo guardare ai nomi delle squadre, sarebbe un errore. Avremo una trasferta difficilissima su un campo sintetico a cui non siamo abituati. Siamo contenti e ambiziosi e vogliamo far strada in Europa, ma in questo momento dobbiamo pensare a rituffarci sul campionato, dove sfidiamo una squadra che sta benissimo. Il Bologna è in grande forma».

Zaccagni e Isaksen stanno incidendo tanto. Quali e dove sono i margini di crescita della Lazio?

«Io stimolo tanto i miei calciatori, perché penso che siano forti. Isaksen andava liberato, aveva bisogno di lasciarsi andare e iniziare a provare la giocata. A questi livelli devi provare a fare le cose difficili. Zaccagni non è una sorpresa, a me la mobilità dell’esterno piace molto. Sicuramente alcuni calciatori con questo modo di giocare si stanno trovando meglio. In questo momento noi abbiamo trovato la capacità di soffrire e di rimanere in partita. Ne sono una testimonianza le gare che siamo riusciti a recuperare il risultato. La squadra non molla mai e non perde l’equilibrio. Stiamo crescendo dal punto di vista dello spessore mentale».

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