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“Nel Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (anno 2013) erano già segnalate criticità del fiume Lamone, ma le immagini di aprile 2023 mostrano un fiume in totale abbandono, senza interventi di manutenzione.
La Direttiva Europea 2007/60/CE imponeva di informare i cittadini sul rischio di alluvione, ma questo non sembra avvenuto, impedendo misure preventive efficaci”.
Con questa motivazione, un gruppo di cittadini di Faenza ha presentato una denuncia alla Commissione Europea per le alluvioni del 2023 e del 2024. Secondo la tesi dei denuncianti, i danni causati dalle due alluvioni potevano essere mitigati o persino evitati.
Alla Commissione Europea, quindi, viene chiesto di: verificare se la Regione Emilia-Romagna ha rispettato la Direttiva 2007/60/CE, in particolare nella gestione del rischio alluvionale del fiume Lamone; richiedere chiarimenti sulla mancata manutenzione del fiume e sulla presunta omissione nell’informare e coinvolgere il pubblico, garantendo trasparenza sulle misure adottate; sollecitare interventi urgenti, come la rimozione della vegetazione nei tratti critici del fiume Lamone e il rafforzamento degli argini, monitoraggio continuo e bonifica delle tane di istrici e nutrie per prevenire future alluvioni.
Pubblichiamo il testo della denuncia:
“Il documento ufficiale della Regione Emilia-Romagna, intitolato “Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni – giugno 2013”, redatto in attuazione della Direttiva 2007/60/CE, individuava nel fiume Lamone (Punto 6.1.2, Voce F. Lamone; Voce manutenzione, primo paragrafo) le seguenti criticità:
– Argini fragili, con presenza di tane di istrici e nutrie che possono causare cedimenti in caso di piena.
– Vegetazione eccessiva negli alvei arginati di pianura, che aumenta il rischio di esondazioni per effetto di “dam break” (rottura improvvisa degli argini dovuta alla pressione dell’acqua).
– Necessità di interventi di taglio della vegetazione e consolidamento degli argini, per ridurre il rischio di allagamenti.
Prove della mancata manutenzione e del suo impatto sulle alluvioni di maggio 2023
Le immagini di Google Earth dell’aprile 2023 mostrano che, prima dell’alluvione di maggio 2023, il fiume Lamone era soffocato da una vegetazione così fitta da non rendere percepibile l’alveo dalle immagini satellitari.
Questa mancata manutenzione pluridecennale ha ridotto la capacità di deflusso, aumentando il rischio di esondazione. Inoltre, la folta vegetazione rendeva difficile individuare e rimuovere le tane di istrici e nutrie, compromettendo la stabilità degli argini e aumentando il rischio di crollo in caso di piena.
Alluvione di Faenza – Maggio 2023.
Il mancato intervento di manutenzione, nonostante le indicazioni del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni giugno 2013, ha contribuito alla catastrofica esondazione del fiume Lamone nel centro di Faenza, causando gravi danni a persone, abitazioni e attività economiche, paesaggio e ambiente.
Intervento di rimozione della vegetazione.
A seguito dell’alluvione del maggio 2023, è stato eseguito un intervento di rimozione della vegetazione all’interno dell’alveo del Lamone nel centro cittadino di Faenza come da immagini Google Earth luglio 2023.
Alluvione di Faenza – Settembre 2024.
Durante l’alluvione di settembre 2024, il fiume Lamone non è esondato nel centro di Faenza, a differenza di maggio 2023, quando devastò la città. I danni principali sono stati causati dallo straripamento dell’affluente Marzeno.
Secondo il rapporto ARPAE https://www.arpae.it/it/temi-ambientali/meteo/report-meteo/rapporti- post-evento/rapporto_meteo_idro_20240917-19 (Punto 3.5.), le precipitazioni registrate a settembre 2024 sono risultate superiori rispetto a quelle di maggio 2023; tuttavia, a Faenza il livello idrometrico nel 2024 è stato di oltre due metri inferiore rispetto ai valori del 2023. La mancata esondazione del fiume Lamone nel centro di Faenza durante l’alluvione del 2024 conferma l’efficacia della rimozione della vegetazione dall’alveo, migliorando il deflusso dell’acqua e prevenendo nuovi allagamenti.
Se gli interventi di manutenzione fossero stati eseguiti prima del 2023, i danni delle alluvioni sarebbero stati ridotti o evitati. Ciò conferma che la mancata attuazione delle misure previste nel Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni 2013 aggravato l’impatto dell’evento.
La Direttiva 2007/60/CE, all’Articolo 10, obbliga gli Stati membri a garantire informazione preventiva e coinvolgimento pubblico nella gestione del rischio alluvioni; come per altro recepito dal punto 8 del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni 2013.
Prima delle alluvioni di maggio 2023, non mi risulta che la popolazione sia stata ufficialmente avvisata del pericolo, nonostante il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni 2013 evidenziasse criticità come la fragilità degli argini e la necessità di interventi. Di conseguenza, i cittadini sono stati lasciati impreparati, senza la possibilità di adottare misure di autoprotezione o sollecitare azioni preventive.
Alla luce di questi fatti, ritengo che vi sia una presunta violazione dell’Articolo 10 della Direttiva 2007/60/CE, in quanto la popolazione non è mai stata adeguatamente informata o coinvolta nella gestione del rischio alluvioni.
Alla luce delle alluvioni del 2023 e 2024, chiedo alla Commissione Europea di:
1) Verificare se la Regione Emilia-Romagna ha rispettato la Direttiva 2007/60/CE, in particolare nella gestione del rischio alluvionale del fiume Lamone.
2) Richiedere chiarimenti sulla mancata manutenzione del fiume e sulla presunta omissione nell’informare e coinvolgere il pubblico, garantendo trasparenza sulle misure adottate.
3) Sollecitare interventi urgenti, come la rimozione della vegetazione nei tratti critici del fiume Lamone e il rafforzamento degli argini, monitoraggio continuo e bonifica delle tane di istrici e nutrie per prevenire future alluvioni.
La sicurezza del territorio e dei cittadini deve essere una priorità, e auspico un intervento della Commissione per garantire il rispetto della normativa comunitaria”.
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