Scioperano i lavoratori Ikea, due giorni di protesta: ecco quando

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“L’azienda non riconosce il valore delle proprie lavoratrici e lavoratori”. Con queste parole i sindacati di categoria hanno proclamato uno sciopero del personale di Ikea. Una protesta, che segue quella dell’8 marzo, indetta dopo la fumata nera al tavolo delle trattative per il contratto integrativo. 

Sciopero Ikea

Lo sciopero dei lavoratori di Ikea, più di 800 in tutta Roma, è fissato per sabato 15 marzo. Eventuali disservizi per la clientela potranno registrarsi però anche nella giornata di lunedì 17 marzo quando incroceranno le braccia pure le lavoratrici e i lavoratori dei centri per la progettazione da remoto e i social delivery, che si occupano di consegne sociali, solidali e sostenibili. “Nonostante la crescita costante del suo fatturato e un modello aziendale che si presenta come inclusivo e attento ai valori della sostenibilità, Ikea continua a non riconoscere il valore delle proprie lavoratrici e dei propri lavoratori. Dopo oltre un anno e mezzo di trattative, l’azienda ha scelto di ignorare completamente le richieste avanzate dal sindacato, voltando le spalle ai suoi dipendenti” tuonano in una nota Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

Lo sciopero dei lavoratori di Ikea e la replica dell’azienda

Le criticità sottolineate dai sindacati

Tra le principali criticità denunciate ci sono il mancato riconoscimento delle maggiorazioni per i nuovi assunti, creando disparità di trattamento tra lavoratori con le stesse mansioni, un sistema peggiorativo delle professionalità, che non valorizza la crescita dei dipendenti, l’eliminazione della “malattia statistica”, ossia la possibilità di assentarsi per malessere dal luogo di lavoro senza essere obbligati a presentare un certificato medico e senza intaccare i permessi retribuiti in una giornata compresa fra due giorni lavorati. “Un passo indietro nelle tutele per chi si ammala e l’obbligatorietà del lavoro festivo, limitando la conciliazione tra vita e lavoro” sottolineano i sindacati. “In un contesto in cui le relazioni territoriali sono ridotte al minimo, con un’alta percentuale di contratti part-time senza possibilità di integrazione oraria – denunciano ancora le organizzazioni sindacali – Ikea sta introducendo nuovi modelli di business che limitano l’agibilità sindacale nei punti vendita di prossimità. Questo significa meno diritti e meno tutele per le lavoratrici e i lavoratori, in netta contraddizione con i valori dichiarati dall’azienda”.

Il sit in ad Anagnina

Sabato 15 marzo a Roma i lavoratori di Ikea in sciopero si concentreranno davanti allo store di Anagnina, in contemporanea ai presidi di Milano e Napoli, “con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni occupazionali e sulle richieste sindacali, rimaste finora inascoltate dall’azienda”.

La replica di Ikea

E ai sindacati replica il colosso svedese. “Ikea conferma che, purtroppo, le negoziazioni relative al rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale si sono interrotte dopo una lunga e importante trattativa, avendo appreso che le organizzazioni sindacali hanno ritenuto non soddisfacente la proposta aziendale presentata. Pur nel rispetto delle decisioni dei sindacati, siamo dispiaciuti dell’esito riscontrato, in quanto l’impegno dell’azienda era volto a migliorare ulteriormente le condizioni economiche già riconosciute a tutti i co-worker dall’attuale contratto integrativo con interventi sia sul versante del welfare che delle maggiorazioni, in Ikea – sottolineano dall’azienda – già ampiamente migliorative rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale”. 

 In particolare, in base a quanto riportato da Ikea, la proposta intendeva incrementare le maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo e creare un premio uguale e inclusivo accessibile a tutti i co-worker, con un significativo aumento degli importi: ad esempio per un addetto vendita full time l’importo del premio avrebbe superato i €2.000 lordi. Inoltre, sarebbero stati previsti maggiori investimenti in formazione per sostenere i percorsi di sviluppo dei co-worker attraverso l’accrescimento delle competenze specialistiche, e l’introduzione di un importo annuale per tutti i lavoratori da poter spendere su una piattaforma di welfare in beni o servizi. Infine, la proposta aziendale comprendeva ulteriori benefit innovativi quali un supporto alle persone che accedono a percorsi di procreazione medicalmente assistita o nei confronti di co-worker che intraprendono percorsi di transizione di genere.

“Ikea ribadisce di non aver proposto alcun peggioramento rispetto a quanto già riconosciuto dalle normativa e dal contratto integrativo vigente. In tal senso, ad applicare il Contratto Integrativo vigente e con esso tutti i benefici in esso previsti. Infine, per quanto riguarda le aperture dei nuovi formati (i Paop – plan and order point ndr.) Ikea ribadisce che si tratta di formati innovativi che consentono di essere più vicini alle esigenze dei clienti e precisiamo che all’interno degli stessi tutti i diritti sindacali previsti dalla normativa vigente sono garantiti”.



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