Il 43% dei lavoratori italiani desidera formazione sull’AI, superata la media europea

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L’intelligenza artificiale sta rapidamente emergendo come la nuova frontiera della formazione aziendale in Italia, con una crescente domanda di competenze specifiche in questo campo. Secondo il Randstad Workmonitor, il 43% dei lavoratori italiani esprime il desiderio di ricevere una formazione specifica sull’intelligenza artificiale, posizionandola come il principale bisogno di apprendimento nel paese. Questo dato supera di 5 punti percentuali la media europea e di 3 punti quella globale, evidenziando come l’Italia si stia muovendo con decisione verso l’adozione di tecnologie AI.

La richiesta di formazione in questo ambito ha registrato un aumento significativo dell’8% rispetto all’anno precedente, dimostrando una crescente consapevolezza dell’importanza dell’AI nel contesto lavorativo.

Indice degli argomenti:

Formazione in AI, a chiederla sono soprattutto gli over 55

È interessante notare come questa esigenza sia particolarmente sentita tra i lavoratori over 55 (50%) e quelli appartenenti alla Generazione Z (43%), seguiti dalla Generazione X (42%) e dai Millennials (36%). Questa distribuzione trasversale tra le diverse fasce d’età sottolinea come l’AI sia percepita come una competenza cruciale per il futuro professionale, indipendentemente dall’esperienza lavorativa pregressa.

La formazione richiesta non si limita agli aspetti puramente tecnici dell’AI, ma abbraccia un approccio più ampio e integrato.

Fabio Costantini

Come sottolineato da Fabio Costantini, Ad di Randstad HR Solutions e consigliere di Fondazione Randstad AI & Humanities, l’utilizzo efficace dei sistemi di Intelligenza Artificiale, in particolare quelli di Generative AI basati su Large Language Model, richiede una combinazione di competenze tecnico-analitiche e umanistiche. Queste ultime includono abilità comunicative, creative ed etiche, essenziali per integrare in modo responsabile e strategico gli strumenti AI nei flussi di lavoro quotidiani.

La formazione aziendale del futuro dovrà quindi bilanciare l’insegnamento di competenze tecniche specifiche con lo sviluppo di soft skill come la learning agility, fondamentale per adattarsi al rapido ritmo di evoluzione delle tecnologie AI.

Il gap di competenze AI e la sfida per le aziende italiane

Il gap di competenze nel campo dell’intelligenza artificiale rappresenta una sfida significativa per le aziende italiane, come evidenziato dai dati del Randstad Workmonitor. Questo divario non solo ostacola l’adozione e l’implementazione efficace delle tecnologie AI, ma rischia anche di compromettere la competitività delle imprese italiane sul mercato globale.

Il fatto che il 43% dei lavoratori italiani richieda formazione specifica sull’AI, superando di gran lunga altre aree di sviluppo come la gestione dei progetti software (21%), l’analisi dati (20%) e l’alfabetizzazione informatica (20%), sottolinea l’urgenza di colmare questo gap. Le aziende si trovano di fronte alla sfida di soddisfare questa domanda di formazione, non solo per migliorare le competenze dei propri dipendenti, ma anche come strategia di retention dei talenti.

Il dato allarmante che emerge dallo studio è che il 38% dei lavoratori si dichiara pronto a lasciare l’azienda in assenza di opportunità di apprendimento sull’AI, con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Questo trend evidenzia come la formazione sull’AI sia diventata un fattore chiave nella scelta e nella fidelizzazione dei dipendenti.

Inoltre, il 40% dei lavoratori afferma che rinuncerebbe a un nuovo impiego se questo non offrisse opportunità di apprendimento legate all’AI, sottolineando ulteriormente l’importanza di queste competenze nel mercato del lavoro attuale. Per affrontare questa sfida, le aziende italiane devono ripensare le loro strategie di formazione e sviluppo, integrando programmi specifici sull’AI che coprano sia gli aspetti tecnici che quelli etici e applicativi. Questo approccio richiede un investimento significativo in termini di risorse e tempo, ma è essenziale per mantenere la competitività in un panorama economico sempre più digitalizzato.

Le imprese devono anche considerare collaborazioni con istituzioni accademiche e centri di ricerca per sviluppare programmi formativi all’avanguardia e garantire un aggiornamento continuo delle competenze AI dei propri dipendenti.

Verso un futuro lavorativo AI-centrico: strategie per attrarre e trattenere i talenti

Il panorama lavorativo italiano sta rapidamente evolvendo verso un modello AI-centrico, come dimostrato dal Randstad Workmonitor che rivela una notevole apertura dei lavoratori italiani verso l’adozione dell’intelligenza artificiale. Il 72% degli intervistati si dichiara disposto a utilizzare le tecnologie AI più recenti nel proprio ruolo, un dato che sottolinea la crescente consapevolezza dell’importanza di queste competenze per il futuro professionale.

Creare “AI Labs” interni

Questi programmi non dovrebbero limitarsi all’insegnamento di competenze tecniche, ma dovrebbero includere anche lo sviluppo di soft skill come la comunicazione, la creatività e l’etica, essenziali per un utilizzo efficace e responsabile dell’AI. Le aziende potrebbero considerare l’implementazione di “AI labs” interni, dove i dipendenti possano sperimentare e applicare le tecnologie AI a progetti reali, favorendo così un apprendimento pratico e contestualizzato.

Inoltre, la collaborazione con università e centri di ricerca potrebbe offrire ai dipendenti l’opportunità di rimanere all’avanguardia sugli ultimi sviluppi nel campo dell’AI. Un’altra strategia efficace potrebbe essere l’implementazione di percorsi di carriera specifici per ruoli legati all’AI, offrendo così prospettive di crescita chiare e allettanti per i talenti in questo campo. Le aziende potrebbero anche considerare l’adozione di modelli di lavoro flessibili che permettano ai dipendenti di dedicare una parte del loro tempo lavorativo all’apprendimento e alla sperimentazione con l’AI, promuovendo così una cultura di innovazione continua.

Infine, è fondamentale che le aziende comunichino chiaramente il loro impegno verso l’AI e l’innovazione, sia internamente che esternamente, per posizionarsi come datori di lavoro attraenti per i talenti del settore. Questo potrebbe includere la partecipazione a conferenze sull’AI, la pubblicazione di case study sui successi ottenuti grazie all’implementazione dell’AI, e la promozione di una cultura aziendale che valorizza l’apprendimento continuo e l’innovazione tecnologica.



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