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Bisogna fare attenzione, camminando per i vicoli di Sant’Angelo in Vado con navigatore alla mano, guardarsi intorno e non oltrepassare quella che, senza farci troppo caso, passerebbe per la serranda di una cantina, oppure di un garage. Invece è qui che bisogna dare un’occhiata e affacciarsi alla finestrella, per accorgersi di Lorenzo Cesari che impasta, sforna e allestisce un bancone con un repertorio di pagnotte e dolci tra i migliori dei colli pesaresi. “Adesso va di moda chiamarle home bakery, ma io preferisco definirla ‘la mi’ botega’”, precisa il 33enne, che questo micro forno da una manciata di metri quadri l’ha aperto nel 2023 dopo aver deciso di cambiare, per mezzo del pane, un po’ tutta la sua vita. Il progetto del suo Solo Cose Buone.
Lorenzo Cesari, elettrotecnico che ha deciso di entrare in cucina
Classe ’93, Cesari nasce e cresce nell’antico borgo della provincia di Pesaro e Urbino appollaiato sul fiume Metauro e si diploma in elettrotecnica. Per tre anni lavora come installatore di quadri elettrici in un’azienda dinamica, “dove avevo tante responsabilità e parecchie prospettive di carriera”, aggiunge, “ma a 25 anni mi sono chiesto se era ciò che mi rendeva felice”. La risposta è no, e il ragazzo, “curioso e iperattivo per natura”, si accorge che l’artigianato sarebbe stato più nelle sue corde.
“Ho l’esempio del nonno, con la bottega di falegname e l’orto con gli animali, che ha curato tutta la vita per le esigenze della famiglia. È lui che mi ha ispirato, e insegnato valori ed etica del lavoro”, racconta Cesari. Cuoco di casa per hobby e per passione, tra le sue preparazioni c’è anche il pane — “molto alla buona, all’inizio” — ma è sulla cucina che decide di puntare per imparare un mestiere che lo gratificasse davvero.
Le esperienze sul pane, con bravi maestri
Cesari entra in una pizzeria del posto “dove però facevano un bellissimo lavoro, di grande qualità, anche sul pane”, poi per altri due anni impara nelle cucine di vari ristoranti. Avrebbe voluto andare all’estero per ampliare il bagaglio, ma invece, un po’ per caso, finisce a Milano da Crosta, laboratorio di Giovanni Mineo e Simone Lombardi che più di altri ha alzato qualità e percepito della panificazione nel capoluogo e oltre.
“Sono rimasto un anno; di più a Milano non avrei retto”, e dunque nell’estate del ’22 rientra nelle Marche e comincia a pensare a un progetto personale. Il pane — infine è chiaro — sarebbe stato il protagonista.
L’apertura di Solo Cose Buone tra i vicoli di Sant’Angelo in Vado
Un posto bellissimo, Sant’Angelo in Vado, toccato però, come altri vicini, dalla crisi del tessile, con le sue ricadute. “Abbiamo 4mila abitanti, che non sono pochissimi, ma la maggior parte lavorano fuori e di conseguenza l’economia reale non gira”; questo però non lo scoraggia, e Cesari decide di restare. A nuove strutture preferisce la taverna al piano terra di casa sua, che attrezza con un forno elettrico (oggi sono due) “allacciato a una normalissima presa domestica”, un piano da lavoro e un semplice espositore con puntelli in legno.
Solo Cose Buone prende la forma di un micro panificio — “20 metri quadri in tutto, bagno compreso” — come ne abbiamo raccontati diversi ultimamente, in cui ovvia all’impossibilità della vendita diretta grazie a una finestrella in comunicazione con l’esterno. “Da lì non solo vendo il pane, ma la lascio sempre aperta per far sì che le persone vedano quello che faccio. In questo modo posso raccontare anche tutto il lavoro”.
Pani antichi e dolci contemporanei (e non): l’offerta del micro panificio
Cesari conta su buone esperienze e la curiosità che l’ha portato a studiare e informarsi in autonomia. Dalla sua ha il lievito madre (ha un nome: Johnny) e una rete di artigiani che provvedono alle farine. Dal piemontese Mulino Marino al maestro mugnaio siciliano Filippo Drago, come il Molino Mariani di Senigallia e il locale Mulino Matteucci, proprio a Sant’Angelo. Si alza tutti i giorni — anzi, tutte le notti — alle 3-4, e impasta cinque tipi di pane, tra bianco, integrale, coi semi e di grani duri siciliani, col gusto netto delle farine agricole che non è esattamente quello al quale sono avvezzi i compaesani (nonché il prezzo, con una forchetta di 6-9€ al kg). Il suo punto forte però è un caposaldo locale, “ovvero il Pan ‘Briec, un pane a base di mosto, con noci e uvetta reidratata nel vin santo di una piccolissima azienda di qui”.
È ugualmente assortito il reparto dei dolci, che spaziano tra croissant e pain au chocolat al banana bread, passando per torte in stampo a base di sola farina di mandorle e due gusti di babka. Anche qui ottime materie prime, come burro belga, confetture e cioccolato artigianale di Marco Colzani. Cesari apre al pubblico alle 7.30 e poi, nel pomeriggio, parte per le consegne a ristoranti e piccole rivendite in provincia: tutto da sé. Il pane però non solo esce, poiché la voce si è sparsa, e le persone lo vengono a trovare da lontano: “Le persone rimangono sconvolte quando vedono da dove arrivano certi clienti”, racconta sorridente, “lo sforzo che voglio continuare a fare, con tanta pazienza, è quello di far cambiare la prospettiva anche a chi abita qui, e sta scoprendo un prodotto diverso”.
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