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Due anni e 4 mesi. E’ questa la condanna inflitta oggi 11 marzo in abbreviato a Youssef Lemfaddel, un 23enne di Treviso che sarebbe stato a capo di una baby gang che avrebbe rapinato giovanissimi che si trovavano a bordo dei mezzi di trasporto pubblico. Il ragazzo era accusato dell’aggressione ai danni di un 14enne avvenuta il 17 febbraio del 2022 (quando cioè avrebbe avuto 20 anni) a Vedelago a bordo a bordo del treno Padova-Castelfranco. Ma era anche ritenuto il responsabile di altre due rapine: la prima avvenuta nel novembre del 2021 presso un a fermata a Villorba dell’autobus della Mom della linea “1” ai danni di un ragazzino che stava scendendo dal mezzo e fruttata una catenina d’oro, che gli era stata strappata dal collo causando anche alcuni escoriazioni, la seconda accaduta pochi giorni dopo su di un autobus diretto a Casier. Insieme ad un complice, rimasto sconosciuto, il 23enne (difeso dall’avvocato Alessandra Nava) avrebbe bloccato un giovane a cui avrebbe sottratto la catenina d’oro, del valore di 800 euro.
Per l’episodio di Vedelago sono stati condannati (sempre in abbreviato), a due anni ciascuno più 700 euro di multa, anche gli altri due che avrebbero partecipato alla rapina: si tratta di Hamsa Bara, 22enne residente in provincia di Brescia (difeso dall’avvocato Stefani Bertoldi) e il 21enne Madiop Ba, residente a San Biagio di Callalta (difeso dall’avvocato Pio Romano), a cui è stata concessa la condizionale e la non menzione della pena. Il pubblico ministero Giulia Rizzo aveva chiesto complessivamente 8 anni.
Il fatto più grave sarebbe stato quello della rapina in treno, avvenuta a bordo del locale che collega Padova con Castelfranco Veneto. Secondo le indagini il ragazzino era stato accerchiato dai tre bulli ventenni che lo hanno avrebbero “inchiodato” al finestrino del treno. Poi, sotto minaccia, era stato costretto a svuotare il portafoglio. Terrorizzato dalla “baby gang” aveva consegnato i 20 euro, tutto il denaro che aveva con sé. Poi una frase che gli avrebbe fatto raggelare il sangue: «Se dici cosa è successo, se ne parli con qualcuno noi ti ammazziamo» gli avevano detto i ragazzi più grandi, che evidentemente confidavano di poterla fare franca.
Tutto sarebbe successo nel breve arco di cinque minuti, tra le 14.25 e le 14.30. Il ragazzino sarebbe rimasto da solo nella carrozza, posizionata verso la coda del convoglio, seduto in uno degli scompartimenti. La baby gang, che probabilmente sarebbe stata solita spadroneggiare sul treno e nelle stazioni della zona, avrebbe colto la palla al balzo e non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione di ottenere soldi facili.
I tre avrebbe sorpreso il 14enne alle spalle mentre il regionale attraversava le campagne di Vedelago. In vantaggio numerico, in quanto si trovavano tre contro uno, avrebbero cominciato ad apostrofarlo con battute pesanti e con un fare strafottente. Quindi lo avrebbero accerchiato e spinto con forza contro il finestrino, di fatto schiacciandolo. Gli assalitori avrebbero persino ripreso la rapina con un cellulare.
Spaventatissimo al 14enne non sarebbe rimasta altra alternativa che cedere alle pretese della “baby gang”. La vittima avrebbe estratto dalle tasche del cappotto il portafogli e avrebbe consegnato una banconota da 20 euro, l’unica che aveva. Lemfaddel, Ba e Bara, preso il denaro, si sarebbero allontanati salvo ripensarci subito dopo e tornare a minacciarlo. Volevano altri 5 euro e il suo telefono cellulare. A questo punto il 14enne avrebbe trovato il coraggio di opporsi alle richieste dei rapinatori e scendere velocemente dal treno.
Per il trauma il giovanissimo non avrebbe però denunciato subito di essere stato rapinato al posto di Polizia Ferroviaria. La storia invece sarebbe emersa alla sera quando, ancora visibilmente sotto shock, si sarebbe confidato con i propri genitori una volta giunto a casa a Castelfranco. Immediata la querela presentata dalla famiglia, a seguito della quale erano partite le indagini. Ad incastrare i tre giovani rapinatori è stato soprattutto l’esame delle riprese effettuate dalle telecamere di sicurezza installate a bordo del convoglio. Dai frame registrati gli inquirenti hanno estratto le foto dei tre presunti autori. Quando sono state mostrate al 14enne la vittima non ha avuto alcun dubbio nel riconoscere i tre bulli come i giovani che lo avevano rapinato.
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