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Mentre negli Stati Uniti il focolaio di morbillo ha acceso i riflettori sullo scetticismo nei confronti dei vaccini, gli ultimi dati italiani mostrano come questi prodotti della ricerca siano in alcuni casi vittime del loro successo. In pratica, il fatto di aver contrastato efficacemente malattie terribili, si accompagna a una riduzione della propensione alla profilassi vaccinale. Un atteggiamento favorito dalla disinformazione, dilagante sui social.
A volte ritornano (le bufale sui vaccini)
Succede anche negli Usa dove, secondo fonti di stampa, con il nuovo segretario alla Salute i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) starebbero pianificando un maxi-studio sul potenziale legame tra vaccini e autismo. Una maxi-bufala d’epoca, che non pare perdere vigore.
“L’ipotesi che la vaccinazione antimorbillo-parotite e rosolia (MPR) potesse essere associata ad autismo è stata sollevata già negli anni Novanta da uno studio inglese pubblicato nel 1998 su The Lancet”, ricorda Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma.
“L’ipotesi – dice Ciccozzi a Fortune Italia – è stata valutata da numerosi studi condotti in Europa e negli Usa, ma nessuno ha confermato una relazione causale tra il vaccino MPR e l’autismo. Gli stessi autori dello studio inglese hanno successivamente ritirato le loro conclusioni e nel 2010 la rivista ha formalmente ritirato tale articolo. Quindi parliamo di un qualcosa mai e poi mai scientificamente dimostrato, tanto che si studia ancora oggi proprio perché il nesso causale non è mai stato trovato”.
Intanto in Italia…
Nel frattempo nel nostro Paese la maggior parte delle vaccinazioni raccomandate nei primi anni di età risulta in lieve calo nel 2023, con l’eccezione di morbillo, rosolia, parotite e varicella, che invece fanno progressi.
Per quanto riguarda la polio (utilizzata per monitorare le vaccinazioni contenute nell’esavalente) e il morbillo, per i nati nel 2021, la copertura si attesta rispettivamente 94,76 % e 94,64%, non si è ancora quindi al 95%, obiettivo indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) “per limitare la circolazione di questi patogeni nella collettività e ottenere, oltre alla protezione dei singoli soggetti vaccinati, anche la cosiddetta immunità di popolazione”, indica il report del ministero della Salute sulle coperture vaccinali dell’età pediatrica e dell’adolescente aggiornato al 31 dicembre 2023.
Le differenze regionali
Come riferisce Adnkronos Salute, si osservano importanti differenze tra regioni. In particolare, la copertura a 24 mesi contro la polio è superiore al 95% in 13 regioni (Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata). Le altre oscillano tra il 90% e il 95%, ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano che registra coperture al 85,28%.
La copertura vaccinale per morbillo a 24 mesi mostra un intervallo molto ampio (dal 83,81% della Provincia di Bolzano al 97,33% della Toscana). Con importanti differenze anche sulle coperture in età prescolare e negli adolescenti.
Le coperture nei confronti del meningococco B si assestano al 79,60% (- 1,31 punti rispetto all’anno precedente), quelle per l’anti-pneumococcico al 91,57% (-0,16) e calano più sensibilmente le coperture per rotavirus (70,76%, -3,63 rispetto alle coperture 2022)”.
Dove si fanno progressi
Continua a migliorare invece la copertura per la prima dose di vaccino contro il morbillo, pari al 94,64%, con un aumento di 0,24 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Le regioni che superano il 95% sono 10, mentre una ha una copertura inferiore al 90% (Bolzano).
Stesso trend anche per la varicella: il dato è al 93,76%, con un aumento di 0,41 punti percentuali rispetto al 2022.
Rispetto alle vaccinazioni in età prescolare, “generalmente somministrate a 5-6 anni (rilevate nei bambini nati nel 2016) e per quelle degli 8 anni (nati nel 2015) si registra un assestamento intorno all’84-86% per la quarta dose di anti-polio e per la seconda dose (ciclo completo) di anti-morbillo, in leggero calo rispetto all’anno precedente. Tali valori sono ancora lontani rispetto all’obiettivo del 95% per questi richiami”.
Adolescenti e vaccini
Passando all’adolescenza, le rilevazione su sedicenni (coorte 2007) evidenziano un lieve aumento delle coperture vaccinali nei sedicenni per difterite, quinta dose (68,76% nel 2023 contro il 65,36% nel 2022), mentre l’anti-morbillo (seconda dose) supera il 91% (91,54%).
E allora? Sostanzialmente i dati 2023 sui vaccini in età pediatrica “mostrano stabilità. L’esavalente scende in maniera impercettibile, insomma siamo sempre intorno al 95%. Morbillo, rosolia e parotite addirittura mostrano un aumento percentuale”, commenta Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene e Sanità pubblica all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Invece “a livello regionale – dice l’esperto all’Adnkronos Salute – certamente c’è una variabilità abbastanza importante che penalizza alcune regioni del Centro-Sud. Una variabilità che c’è sempre stata e ora appare leggermente accentuata”.
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