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«Abbiamo esitato nel rispondere positivamente alla proposta di organizzare la prestigiosa manifestazione, pensando che il nostro piccolo comune non fosse in grado di farlo, ma Saint-Nicolas ha una storia profondamente segnata dall’emigrazione, che ha coinvolto numerose famiglie. L’impegno delle diverse associazioni di volontari ci permetterà di accogliere al meglio i partecipanti della Rencontre valdôtaine con autenticità e calore».
Con questa parole, Marlène Domaine, sindaco di Saint-Nicolas, ha svelato, nel pomeriggio di martedì 11 marzo 2025, nonostante il supporto dell’ancien syndic Davide Sapinet, attuale assessore regionale all’Ambiente, territorio ed opere pubbliche, i dubbi che l’Amministrazione comunale aveva avuto nell’organizzare la 29ª edizione della Rencontre valdôtaine, in programma domenica 3 agosto che, oltre ai consueti festeggiamenti, vedrà anche una serie di convegni, mostre fotografiche e proiezioni di reportage sul tema dell’emigrazione, a partire dalla riproposizione di La mémoire de l’émigration, avviata nel 2020, che presenta testimonianze e documenti del comune ospitante la Rencontre riguardanti l’emigrazione, in collaborazione con le scuole locali.
In particolare quest’anno è stato realizzato, dall’Assessorato regionale ai beni culturali, un progetto condiviso tra le associazioni culturali e le sociétés savantes legalmente riconosciute dalla Regione, per la valorizzazione del particolarismo regionale, avviato nel corso dell’ultima edizione dell’Arbre de Noël. Durante la Rencontre, le associazioni saranno presenti con specifici stand dove proporranno materiali e pubblicazioni, e tutte insieme saranno raccolte, con foto e testi, in un’apposita brochure che verrà presentata nell’occasione, così da presentarsi in maniera integrata.
Il Centro di studi franco-provenzali René Willien di Saint-Nicolas, il cui stabile è ancora interessato da lavori di ristrutturazione ed adeguamento che non si concluderanno entro il mese di agosto, allestirà una mostra sulla vita e le opere dell’abate Jean-Baptiste Cerlogne, il primo ad aver codificato il francoprovenzale e dall’11 al 13 aprile, nel convegno annuale sull’attività scientifica, si occuperà dei giochi e degli sport tradizionali in Europa, con la presentazione, nella sala polivalente, alle ore 18 di venerdì 11 aprile, del volume “Cent ans de Bâton d’or”.
Nonostante Saint-Nicolas non abbia una squadra, la Rencontre proporrà la mostra Un joà de nòhtra tera, lo fiolet presso il museo Cerlogne, che racconterà la storia di questo sport tradizionale, il cui primo trofeo principale, il Bâton d’or, è stato scolpito da Maurice Lavy, artista di Saint-Nicolas. L’esposizione aprirà giovedì 10 luglio è sarà visitabile fino al 31 agosto: nel pomeriggio della Recontre, diverse associazioni culturali e folkloristiche proporranno attività specifiche mentre l’Associazione valdostana Fiolet allestirà uno spazio promozionale in cui si potrà scoprire e provare lo sport tradizionale.
«La Recontre valdôtaine, organizzata ogni anno in collaborazione con un comune della Valle d’Aosta – ha evidenziato Jean-Pierre Guichardaz, assessore regionale ai Beni e alle attività culturali, al sistema educativo e alle politiche per le relazioni intergenerazionali – ha lo scopo di riunire i nostri concittadini emigrati e quelli rimasti in Valle, in uno spirito di convivialità e condivisione, anche se non si limita a un semplice momento di aggregazione festosa. Si tratta di un momento essenziale per rafforzare i legami tra i valdostani, per approfondire la riflessione sui fenomeni migratori e, soprattutto, per sensibilizzare le giovani generazioni su questa parte fondamentale della nostra storia».
«Mantenendo forti legami con i nostri emigranti e i loro discendenti – ha aggiunto Jean-Pierre Guichardaz – affermiamo la nostra capacità di essere una regione aperta e dinamica, legata a una realtà internazionale e francofona. L’identità valdostana affonda le sue radici nelle sue lingue e dobbiamo continuare a preservarle e promuoverle. È innegabile che la pratica del francese stia diminuendo nell’uso quotidiano, ma essa resta un pilastro fondamentale della nostra autonomia e della nostra particolarità culturale. Oggi il linguaggio sta progressivamente perdendo la sua carica ideologica per diventare un vero e proprio strumento di comunicazione, un ponte verso il mondo esterno e questo sviluppo dà motivo di speranza. Quando i giovani si avvicinano a una lingua con curiosità e con il desiderio di utilizzarla per aprirsi al mondo, finiscono anche per riscoprire e valorizzare le proprie radici. Non si tratta quindi di una contrapposizione tra tradizione e modernità, ma di un processo di emancipazione e di riappropriazione culturale, che permette di coniugare identità e apertura, eredità e futuro».
Due eventi faranno da prologo della Rencontre, organizzati dalla Fondation Émile Chanoux. Il primo, venerdì 14 marzo, nell’ambito delle Journées de la francophonie, prevede la proiezione, al cinema De la Ville di Aosta, del documentario sull’emigrazione valdostana in Québec “Je me souviens”, a cui seguirà, in data da definirsi, ad Arvier, un convegno sull’immigrazione nelle regioni alpine, con la partecipazione di Tiziana Caponio, docente all’Università di Torino, specializzata in politiche locali dell’immigrazione.
La Rencontre valdôtaine si concluderà lunedì 4 agosto, con la tradizionale tavola rotonda che, a Palazzo regionale ad Aosta, riunirà i rappresentanti delle associazioni valdostane di emigrati e le autorità.
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