Sassari Un bollettino di guerra. Ogni giorno in Italia, il lavoro si trasforma in tragedia per decine di famiglie. Non è solo una statistica: dietro quei numeri ci sono volti, storie, speranze spezzate troppo presto. Uomini e donne che sono usciti di casa per guadagnarsi da vivere e non sono più tornati dalle loro famiglie. Una ferita aperta che si allarga sempre di più, come ricordano i dati dell’Inail: 890 caduti sul lavoro nei primi dieci mesi del 2024,22 in più dello stesso periodo dello scorso anno. Un incremento che fa rabbrividire. Il timore è che il ci si avvicini al triste record dello scorso anno con 1.041 morti, quasi tre croci ogni giorno.
In Sardegna, la situazione è altrettanto drammatica. 25 vite spezzate dall’inizio dell’anno, 26 con la tragedia di oggi, 18 dicembre, di Elmas. Nel 2023, nello stesso periodo, erano 18. Padri, madri, figli, colleghi che hanno pagato con la vita la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro. Il dolore non si ferma alle morti. Ci sono gli infortuni, le malattie professionali, e un senso di impotenza che attraversa intere comunità.
Il triste primato spetta alla provincia di Sassari con 9 morti, segue Cagliari con 8 vittime (erano 3 a ottobre 2023), Oristano che passa da 0 a 2, Nuoro da 6 scende a 4 e il sud Sardegna da 6 a 2. Nella provincia di Nuoro, in cui fortunatamente cala il numero delle morti bianche, crescono gli infortuni: 1.273 contro i 1.185, il 7,4% in più, tra le percentuali più alte d’Italia secondo i dati resi noti dall’Inail. (se.lu.)
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