Furgone travolto da un tir in autostrada, il ritratto della giovane vittima. Papà, fratello e zio campioni della palla ovale, il liceo a Rovigo, la laurea e la nuova vita a Padova. La scelta: aiutare i «disperati» attorno alla stazione di Mestre
Amava il rugby la psicologa ventiseienne Chiara Moscardi, morta in un incidente lungo la A4 nel primo pomeriggio di martedì 17 dicembre. Quando era più piccola anche lei aveva stretto tra le mani la palla ovale correndo verso la meta e non poteva essere altrimenti per una ragazza figlia di Alberto Moscardi e sorella di Matteo, entrambi campioni d’Italia con la Rugby Rovigo. Alberto, ingegnere, ex dirigente ai lavori pubblici del Comune di Rovigo, è stato un protagonista degli scudetti a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ha giocato con la leggenda sudafricana Naas Botha. Matteo era in squadra durante l’ultimo scudetto rossoblù ed è attualmente in rosa. Per di più nipote di Alessandro Moscardi, fratello del padre, campione d’Italia con Rovigo, Benetton Treviso e, per un periodo, capitano della nazionale italiana di rugby. Anche l’ex fidanzato della giovane è un campione nazionale della palla ovale. Chiara si era approcciata a questo sport per un periodo più per adesione spontanea che in risposta a particolari velleità sportive.
La vita dopo la laurea
Da qualche anno non abitava più a Rovigo: dopo la laurea in Psicologia all’università di Padova si era allontanata dalla casa familiare per esercitare la professione. Prima di giungere nella scuola di via Venezia a Padova, Moscardi aveva studiato al liceo scientifico Paleocapa di Rovigo, dove la ricordano, oltre che per la bravura, per il suo essere educata, gentile, socievole, dal sorriso magnetico. Quindi aveva iniziato a lavorare per la cooperativa Cosep, che ha l’appalto per il servizio del Drop In a Venezia: due i progetti di cui si occupava, lo StopandGo e il New Way. Si tratta di interventi «a bassa soglia», nelle strade a rischio del quartiere della stazione di Mestre: giorno e notte gli operatori prendono contatto con persone senza dimora e con dipendenze offrendo loro aiuto e alternative. La mamma Rosita, il padre Alberto e il fratello Matteo, raggiunti dalla notizia nel pomeriggio di ieri, sono stati travolti dal dolore.
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