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di Capital Web
Il Banco del Mutuo Soccorso con Vittorio Nocenzi, suo figlio Michelangelo e il bassista Marco Capozzi, ospite di Mixo e Luca De Gennaro per un’intervista sul loro nuovo album in uscita: “Storie Invisibili”, presentandoci il nuovo singolo “Il Mietitore“.
Ha attraversato oltre 50 anni di storia della musica, suonato in ogni angolo del mondo e coniugato vasta popolarità e qualità artistica: ospiti di Mixo e Luca De Gennaro, il Banco del Mutuo Soccorso ha presentato “Storie invisibili”, il nuovo album uscito il 28 febbraio 2025. Anticipato dal singolo “Il mietitore”, l’album sta già portando in questi giorni la band in tour per l’Italia. Il veterano del gruppo Vittorio Nocenzi, suo figlio tastierista Michelangelo e il bassista Marco Capozzi hanno raccontato a Capital Records il significato del loro ultimo lavoro.
Una band eterna
Ne è passato di tempo da quando i fratelli Nocenzi, Vittorio e Gianni, iniziarono a suonare insieme ad alcuni amici in quella che sarebbe poi divenuta celebre come la Stalla, una sala prove rimediata con mezzi di fortuna a Marino, un piccolo comune alle porte di Roma. Erano gli anni ‘70, quelli del progressive rock e della musica come esperienza mistica. Da allora quei ragazzi non hanno più smesso di suonare, cambiando più volte formazione e diventando una delle più influenti band europee della loro generazione. Negli anni ‘80 arrivò poi il successo con brani del calibro di “Moby Dick” e “Grande Joe”. Durante il decennio successivo il Banco ha continuato a consolidare le sue prerogative di band impegnata e coerente grazie a testi profondi e a una continua sperimentazione musicale. Tra la fine degli anni ‘90 e i primi 2000, i grandi concerti internazionali: Giappone, Messico, Canada, Brasile e Stati Uniti sono solo alcune delle nazioni toccate dall’energia e dalla musica senza tempo del Banco.
La crisi e la rinascita
Il Banco ha anche affrontato momenti difficili, sempre superati grazie allo smisurato affetto dei moltissimi fan. Nel 2015 muoiono a distanza di pochi mesi Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese, rispettivamente voce e chitarra storiche della band. “Anche io ci ho messo del mio” racconta Vittorio Nocenzi, “mi sono beccato una bella emorragia cerebrale, poi qualcuno lassù ha deciso che dovevo ancora fare danni e mi sono risvegliato intatto”. A quel punto le pressioni affinché l’avventura del Banco continuasse sono state talmente tante e calorose che Nocenzi ha capito di non avere scelta: “Sono convinto che quando incassi una cosa così preziosa come il privilegio di essere amato e stimato, tu lo devi pagare. È un dono pazzesco. Ho sentito un dovere morale nel far continuare questa storia. Ho richiamato perciò subito Filippo Marcheggiani, chitarrista ormai storico del Banco”. Da lì a poco, oltre a Nicola Di Già alla chitarra, sarebbero subentrati Marco Capozzi al basso, Fabio Moresco alla batteria e Tony D’Alessio alla voce, così che il mito potesse risorgere dalle ceneri.
“Storie invisibili” e la fine della trilogia
Storie Invisibili del Banco del Mutuo Soccorso è l’ideale completamento di una trilogia dedicata all’esistenza umana. Tre album collegati l’uno all’altro in modo da formare un quadro unico: se “Transiberiana” (2019) raccontava la vita come un sorprendente tragitto metaforico e “Orlando: le forme dell’amore” (2022) celebrava il sentimento più nobile e intenso provato dagli esseri umani, “Storie invisibili” narra dodici piccole storie individuali di personaggi comuni ma che rappresentano tutti noi e che costituiscono la vera storia dell’umanità. Donne e uomini reali fotografati in momenti delle loro vite, nelle loro vicende personali, o all’interno di periodi storici particolari del genere umano. Attraverso le storie di queste vite potremo parlare di tutti noi, spesso alludendo ai grandi temi dei nostri tempi. Questo concetto, così semplice e potente, viene espresso anche nella copertina dell’album. Essa rappresenta un salvadanaio con all’interno una lente d’ingrandimento che pone l’attenzione sulla storia invisibile di una donna africana intenta a falciare il grano.
“Storie invisibili” è disponibile in CD Digipack e Vinile giallo trasparente, entrambe nella limited edition di mille copie numerate e autografate da Vittorio Nocenzi, con annesso il libretto contenente tutti i testi e commenti sull’album in italiano e in inglese. Sul mercato internazionale le due versioni sono uscite in edizione standard con lo stesso libretto; inoltre, l’album è acquistabile in digital edition su tutti i portali digitali.
La tracklist dell’album
Questa la tracklist dei dodici brani di “Storie Invisibili”:
- Studenti
- Il mietitore
- Il pittore
- Non sono pazzo
- L’ultimo moro dell’Alhambra
- Senza nuvole
- La casa blu
- Sarà ottobre
- Cena di Natale
- Spiegami il cielo
- Solo meraviglia
- Capo Horn
Le storie che rappresentano tutti noi
Dodici storie individuali, nelle quali il particolare diventa universale. Dodici istantanee di donne e uomini di oggi che rappresentano tutti noi, con attenzione ai grandi temi dei nostri giorni e ai personaggi vissuti in momenti precisi della storia dell’umanità. Ogni canzone racconta un’urgenza, ogni testo esprime la necessità di cercare giustizia, legando gli orrori del presente alla dignità degli umani che lottano per un futuro migliore e finalmente a misura d’anima. A questo proposito il pensiero di Vittorio Nocenzi è chiaro: “La poesia e la musica possono (preferirei dire devono) anche condannare quello che non si condivide! Sicuramente questo non cambierà la realtà delle cose, ma può far circolare un’idea diversa da quelle programmate e diffuse dal sistema globale… E non credo che questo sia inutile, anzi penso il contrario, perché è arrivato il momento di risvegliare le nostre coscienze, di ridare fiato a valori diversi dal materialismo consumista e miope che ci sta avvelenando l’esistenza”.
Il tour 2025
L’album sarà presentato con un meet & greet al pubblico romano l’11 marzo presso la Discoteca Laziale. Queste per ora le prime date annunciate del tour:
- 15 marzo Trento, Auditorium Santa Chiara
- 22 marzo Alessandria, Teatro Alessandrino
- 24 marzo Seriate (Bergamo), Teatro Gavazzeni
- 28 marzo Busto Arsizio (Varese), Teatro Sociale
- 29 marzo meet & greet Lugano, presso il LA
- 29 marzo Varese, Teatro di Varese
- 4 aprile Rezzato (Brescia), Cineteatro Lolek
- 5 aprile Conegliano (Treviso), Teatro Accademia
- 12 aprile Piacenza, Teatro Politeama
- 27 aprile Corridonia, Festa primo maggio
- 5 maggio Catania, Teatro ABC
- 6 maggio Palermo, Teatro Al Massimo
- 7 maggio Agrigento, Palacongressi
- 25 ottobre Altamura (Bari), Teatro Mercadante
Tra le band rock italiane, il Banco è una delle poche formazioni a non aver mai interrotto la propria attività concertistica, contribuendo a consacrare il rock progressive italiano in tutto il mondo. Assistere a un loro concerto dal vivo è garanzia di emozioni e adrenalina.
Gli incontri con Steve Winwood e Bill Bruford
Chiacchierando con Vittorio Nocenzi e gli altri componenti del Banco è impossibile non imbattersi in aneddoti davvero curiosi, tante sono le esperienze e gli incontri che questi artisti hanno collezionato durante le loro carriere. Come quella volta in cui un giovane e imbarazzato Vittorio assisté a Roma al concerto dei Traffic e preso dall’emozione non riuscì a proferire parola quando incrociò sul palco il mitico cantante della band inglese Steve Winwood. O quando, sempre Vittorio, contattò il batterista dei King Crimson Bill Bruford per chiedergli di suonare nel suo disco da solista: “Vi confesso una cosa che non ho mai detto pubblicamente. A un certo punto mi venne voglia di fare un disco solista e volevo invitare Bruford a suonare la batteria. In Italia non mi avrebbe risposto nessuno. Il giorno dopo mi arriva una mail da Bruford in cui dice che è molto contento di collaborare con me. Mi compro un paio di bacchette nuove e vengo a Roma, mi disse”.
Ascolta l’intervista integrale:
Testimone e protagonista di stagioni leggendarie, il Banco del Mutuo Soccorso ha definito uno stile e creato un canone con il quale molti in seguito hanno dovuto misurarsi. Un’eccellenza della nostra musica, una band che ha saputo evolversi e restare fedele alle sue origini non smettendo mai di osare e prendere posizione.
(A cura di Andrea Tiradritti)
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