Amministratore delegato Berco Giacomo Bottone sui licenziamenti

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


Copparo «Berco resterà in Italia, lo stabilimento non chiuderà e non ci sarà alcun trasferimento. Da parte nostra il dialogo è aperto, ma se l’accordo non verrà raggiunto, non potremo fare altro che rispettare quanto previsto dai termini di legge per i licenziamenti». Queste, in estrema sintesi, le parole dell’amministratore delegato di Berco Giacomo Bottone che ha voluto incontrare i giornalisti ieri mattina nella sede di Confindustria a Ferrara. «Lo stabilimento esiste da un secolo ed è nostra intenzione andare avanti per altri cento anni – ha detto –. Ma il mondo è cambiato, le condizioni sono cambiate e non possiamo fare a meno di portare avanti un importante processo di ristrutturazione aziendale». Sono 247 i licenziamenti in vista, «con i sindacati che al momento hanno chiuso le porte. Lo sciopero è un diritto sacrosanto dei lavoratori, ma allo stesso modo resta un diritto il poter entrare in fabbrica e scegliere di lavorare».

Le difficoltà «Prima di tutto vorrei chiarire i motivi per cui ci troviamo in questa situazione – ha esordito Bottone -. È un’onda lunga che va dal Covid alle crisi energetiche, passando per la guerra in Ucraina fino al conflitto tra Stati Uniti e Cina. Abbiamo visto i nostri costi energetici aumentare in maniera esponenziale e questo dal 2021 al 2023 ci ha costretti ad aumentare i prezzi per mantenere un equilibrio finanziario. Ovviamente questi costi sono andati a finire sui nostri clienti. I quali, di conseguenza, hanno fatto delle scelte: nel breve periodo hanno appunto subito gli aumenti, mentre nel breve e lungo hanno deciso di fare azioni drastiche, dirottando la propria produzione altrove perché non erano più in grado di stare in Europa. Hanno deciso di andare in India, in Cina, in Brasile e noi abbiamo perso una parte di mercato importante – va avanti Bottone -. Altri hanno deciso che acquistare componenti in Europa non era più l’unica soluzione e quindi hanno cominciato a cercare aperture asiatiche, spostandosi e facendo scelte diverse. In più la guerra. Tutto questo ha creato una perdita forte per Berco». Soprattutto «abbiamo perso il mercato russo, che è una parte importante del nostro fatturato. Non solo, altro fattore fondamentale è stato il conflitto tra Stati Uniti e Cina: queste tensioni hanno fatto sì che molte aziende americane guardassero altrove». Tutto ha portato ad avere un fatturato che «è il 50% di due anni fa – dice Bottone -. Ci siamo quindi trovati davanti a una difficoltà molto forte che poi è diventata strutturale, perdendo gran parte del mercato e dei clienti europei. Da due anni facciamo cassa integrazione. Nel 2023-24 siamo stati costretti a rivedere i Piani industriali per rimettere in sesto Berco».

L’ad non sembra avere dubbi: «Vorrei fosse chiaro che il nostro obiettivo è quello di mantenere la Berco in Italia e parliamo di un indotto di 2mila posti di lavoro e le nostre attività sono finalizzate a mantenere il marchio nello stabilimento di Copparo per altri cento anni. Non si parla di chiusura, ma di trasformazione e in più l’azienda deve essere competitività per i prossimi 50 anni. Abbiamo chiuso una proceduta, abbiamo attivato una mobilità volontaria incentivata ma sfortunatamente questo non ha portato i frutti richiesti perché sono uscite alla fine quasi 160 persone e siamo ancora lontani dagli obiettivi».

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Il confronto Bottone sottolinea come fino a gennaio «il dialogo con i sindacati è rimasto aperto, e non avendo trovato un accordo siamo stati costretti ad aprire una nuova procedura di licenziamento per 247 persone e disdire il contratto integrativo. E siamo proprio in questa fase: abbiamo dei termini di legge per andare avanti e il confronto con i sindacati si è interrotto anche se da parte nostra la porta resta aperta. Ricordiamo che il dialogo serve a trovare soluzioni, altrimenti possiamo solo procedere». Il manager sottolinea come l’azienda sia «viva», con «impianti nuovi che stanno nascendo adesso e un piano di investimenti da 58 milioni nei prossimi quattro anni. Dal punto di vista legale gli operai, i sindacati hanno diritto di scioperare. Dall’altra parte gli stessi dipendenti hanno il diritto di entrare in azienda. C’è tanta gente che vorrebbe rientrare e bisognerebbe applicare il diritto allo sciopero da una parte e il diritto a lavorare dall’altro». Un’altra precisazione, «noi non scegliamo le persone da tagliare, ma le aree su cui intervenire. Stiamo lavorando in prospettiva e abbiamo fatto una lista di posizioni. Stiamo investendo per il futuro e tutto quello che facciamo lo facciamo per difendere mille dipendenti che resteranno in Berco ed altre mille persone che lavorano nell’indotto. Il marchio Berco resta e resterà, perché è uno dei punti di forza che continua a farci andare avanti. Noi vendiamo nel mondo, Berco è nel mondo. In Italia abbiamo solo il 3% di fatturato. Quindi per essere capaci e competitivi bisogna essere forti da tanti punti di vista».

Negli ultimi anni «abbiamo fatto tante attività, sia sui materiali che sugli impianti. Abbiamo messo un parco fotovoltaico che ha un contratto di 20 anni ed entrerà in funzione dei prossimi mesi – anticipa Bottone -. Non ci sono dubbi che l’obiettivo è quello di continuare. La perdita del mercato russo ha portato una perdita importante e in questo momento in quella direzione non ci sono molte prospettive. E lo hanno perso anche i nostri clienti, quindi la somma del mercato russo è di quasi 40 milioni di fatturato». Quindi, cosa potrebbe portare a non procedere con i licenziamenti? «Abbiamo proposto diverse opzioni, che non sono state accettate. Ma questo non significa che siano state messe da parte. Se le parti vogliono tornare al tavolo e discutere, noi ci siamo».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link