Bioman incassa dal Tar un punto a favore nella disputa per la realizzazione di un impianto a biomasse osteggiato da Legambiente e comitati locali contrari all’operazione. Si tratta di un progetto innovativo per la produzione di energia elettrica partendo dalla frazione umida dei rifiuti. L’impianto sorgerebbe a Maniago vicino all’area della Cossana.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha bocciato il ricorso proposto dall’associazione ambientalista e dal “Comitato No all’incenerimento” contro la decisione della Regione di non sottoporre il progetto alla valutazione impatto ambientale. Il progetto Bioman prevede la realizzazione di un impianto innovativo di produzione di energia alimentata da biomassa legnosa che consentirebbe di produrre il biometano in grado di limitare il consumo di gasolio fossile.
L’impugnazione da parte dei ricorrenti, rappresentati dagli avvocati Emanuela Beacco e Gabriele Sansonetti, si basava su una carenza di istruttoria del progetto in vari punti. Dall’assenza della Via, alla mancata illustrazione di proposte alternative, tra cui l’eventualità di non realizzare l’opera, e ancora all’assenza di valutazione di incidenza ambientala (Vinca) rispetto ad aree che rientrano tra i siti di Natura 2000. Il collegio del tribunale amministrativo regionale ha ritenuto infondati tutti i motivi proposti dai ricorrenti.
Dalla Regione, rappresentata dai legali Marina Pisani e Elda Massari, e da Bioman, affidatasi ai legali Roberto Paviotti, Lorenzo Presot, Alberto Beraardi ed Elena Varotto, sono state presentate memorie e repliche. Come stabilito dal Tar, la contestazione della decisione della Regione di non assoggettare a Valutazione di impatto ambientale il progetto di modifica dell’impianto senza la valutazione del cumulo con altri progetti, è da ritenersi infondata, dal momento che Legambiente non ha indicato quali sarebbero gli altri progetti potenzialmente impattanti.
Inoltre, il tribunale amministrativo ha rilevato come Bioman ha definito nella propria “Valutazione numerica della dispersione” sia lo stato attuale che quello di progetto, considerando anche gli effetti cumulativi. Un’analisi validata successivamente anche dall’Arpa. Per quanto concerne la contestazione di omessa attivazione della procedura di Vinca, il Tar ha spiegato come l’area interessata dal progetto non ricade, nemmeno parzialmente, all’interno delle zone naturali protette, tantomeno nei siti della rete Natura 2000. Pertanto, mancano i presupposti per l’attivazione di tale procedura.
L’avvocato della Bioman Roberto Paviotti ha commentato così la pronuncia del Tar per conto del suo cliente: «La Bioman esprime tutta la propria soddisfazione per la sentenza, con la quale, sulla base di ampia ed esaustiva motivazione, tutti i motivi di ricorso presentati da Legambiente e dagli altri ricorrenti sono stati rigettati ed è stata confermata la decisione della Direzione centrale difesa dell’ambiente di non dover sottoporre a Valutazione di impatto ambientale il progetto Bioman per la realizzazione della nuova centrale di produzione di energia da biomasse legnose.
È stato, dunque, confermato che il nuovo impianto è migliorativo rispetto alla situazione esistente sotto il profilo dell’impatto ambientale, prevedendo esso la sostituzione dell’attuale centrale di produzione di energia a biogas con una nuova centrale, alimentata sempre a fonti rinnovabili, quale la biomassa legnosa, che consentirà di produrre, rispetto all’attuale situazione, più biometano in grado di limitare il consumo del gasolio fossile, evitando le emissioni in atmosfera da esso prodotte e contribuendo fattivamente al raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei di produzione di energia da fonte rinnovabile e di decarbonizzazione, con un esempio virtuoso di economia circolare.
La sentenza rasserena circa la positiva prosecuzione e conclusione del procedimento in corso volto ad ottenere per detto progetto l’Autorizzazione Unica e l’Autorizzazione Integrata Ambientale». Il via libera del Tar è solo un primo passo avanti prima di poter mettere in pratica il progetto, che consentirebbe di destinare parte dell’energia prodotta per l’alimentazione del teleriscaldamento urbano nel comune di Maniago.
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