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BARI – Nello stagno della politica pugliese, ancora quasi sonnolenta rispetto alla clessidra che segna l’arrivo delle regionali, arriva il primo sondaggio sulla competizione, realizzato da Zca e BiDiMedia, che fotografa le forze in campo e il gradimento dei leader-potenziali candidati.
COALIZIONI – Il centrosinistra risulta vincente con ampio margine sul centrodestra, sia che corra con i 5S nel campo largo che con i contiani in solitaria. I progressisti, in una corsa tripartita, sono primi con il 48,4%, seguiti dal centrodestra al 39,6% e dai 5S al 9%. In una competizione bipolare, il centrosinistra raggiunge il 55,1%, con l’alleanza conservatrice al 40,8%, che sale solo di un punto (l’elettorato grillino tendenzialmente è restio a posizionarsi a destra).
L’EVOLUZIONE DEL MOVIMENTO – Nella rilevazione agli elettori grillini è chiesto un parere sulla questione annosa del limite dei due mandati. I pentastellati per il 63% considerano naturale la ricandidatura degli uscenti, che gareggerebbero così per la terza elezione consecutiva (tendenza che ha generato già qualche malumore in provincia di Taranto). Il 24% è contrario, richiamando l’antica ortodossia dei tempi di Casaleggio-Grillo, mentre il 13 non si esprime.
CAMPO LARGO – Sempre il 63% dei 5S è determinato ad avere il Movimento nell’alleanza di centrosinistra, con Pd, civici e vendoliani, mentre solo il 28% continua a immaginare la forza politica dell’ex premier autonoma, “oltre la destra e la sinistra”. Solo il 9% non ha una opinione.
I CANDIDATI – Il sondaggio chiede agli elettori di centrosinistra-5S di indicare il candidato governatore più forte per la coalizione. L’esito è prevedibile: il campo progressista è per la quasi totalità schierato con “Mister 500mila preferenze”, Antonio Decaro, premiato dall’86% dei consensi nel confronto con il vicepresidente nazionale contiano Mario Turco (raccoglie solo l’8%). Di fatto questo orientamento rende in salita la possibilità che in un tavolo nazionale i pentastellati possano reclamare la Puglia per un proprio candidato, stante il consenso plebiscitario che registra il leader dem. Decaro, inoltre, è maggioritario anche tra gli elettori 5S (con il 52%), mentre Turco ha solo il 29% dei sostegni.
In un confronto tra il nuovo e il passato, ovvero tra la leadership di Decaro e quella di Emiliano, l’ex presidente nazionale dell’ance ottiene ancora una volta un posizionamento indiscutibile: ha l’85% dei consensi, contro il 9% del governatore uscente. Anche in questo caso, le opinioni offrono uno spaccato nell’eventualità remota che un esito positivo del ricorso del campano Enzo De Luca riapra la questione del terzo mandato per i presidenti di Regione.
IL CONTESTO – I sondaggi fotografano un particolare momento della competizione elettorale. In questo caso si tratta di opinioni raccolte tra i pugliesi che conoscono da mesi la quasi scontata successione a sinistra (Decaro è il candidato designato dallo stesso Emiliano), mentre resta incertezza sia tra i 5S (che stanno iniziando una consultazione provinciale della base) sia nel campo conservatore, dove il dibattito sulla leadership della coalizione è stato finora in sordina. Il centrodestra dovrà in tempo stretti sciogliere il nodo dell’indicazione dello sfidante di Decaro: le ipotesi sono quelle di un candidato politico (un parlamentare o un deputato europeo) o di una personalità riconoscibile della società civile pugliese (un imprenditore o un accademico). Quando anche leghisti, melograni e fornisti avranno scoperto le carte, inevitabilmente sarà indispensabile un nuovo sondaggio per ascoltare il sentiment degli elettori delle sei province.
CINQUE ANNI FA – Nelle regionali del 2020, la competizione avvenne con ai nastri di partenza ben otto candidati, ma la sfida fu sostanzialmente a tre: Emiliano (centrosinistra più civici) vinse con il 46,78%, Raffaele Fitto (centrodestra) ebbe il 38,93%, Antonella Laricchia (5S) l’11,12%, mentre ottennero percentuali risicate Ivan Scalfarotto, terzo polo (1,6%), Mario Conca, civico (0,89%), Nicola Cesaria, sinistra radicale (0,39%), Pierfranco Bruni, Fiamma Tricolore (0,17%) e Andrea D’Agosto, Riconquistare l’Italia (0,13%). Tra i partiti il primato andò al Pd con il 17,25%, seguito da Fdi con il 12,63%, mentre la Lega si fermò al 9,57% e Forza Italia all’8,91%. Il successo della coalizione progressista si materializzò per il forte consenso del mondo civico trasversale (anche con espressioni di destra) che supportò il governatore uscente Michele Emiliano (vincente in tutte le province tranne in quella di Brindisi.
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