Digitalizzazione della giustizia, la roadmap ticinese

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Non esita a definirla una «rivoluzione». Perché «inciderà in maniera importante sull’attività di magistrati, avvocati e rispettivi collaboratori», evidenzia dal Dipartimento istituzioni la direttrice della Divisione giustizia. «La trasformazione digitale della giustizia, approvata dalle Camere federali lo scorso dicembre, è – aggiunge Frida Andreotti – una priorità anche per la giustizia ticinese, che entro il 2032, termine ultimo che si ipotizza verrà assegnato da Berna ai Cantoni, dovrà modificare le proprie modalità di lavoro, passando dalla gestione cartacea degli incartamenti a quella digitale. In base alla legge federale votata di recente la nuova modalità di lavoro sarà obbligatoria sia per le autorità giudiziarie sia per i rappresentanti legali delle parti interessate da un procedimento civile, penale o amministrativo federale». Il 2032 «sembra lontano ma in realtà non lo è», avverte Andreotti. E preannuncia: «Come Dipartimento contiamo entro la fine di questo mese di avviare la consultazione presso i vari organi della magistratura sul progetto di messaggio governativo riguardante le risorse umane necessarie a concretizzare nel cantone la trasformazione digitale, che figura peraltro negli indirizzi strategici per la giustizia ticinese indicati pochi mesi fa dal Consiglio di Stato al parlamento».

La piattaforma ‘justitia.swiss’

La responsabile della Divisione giustizia è nel Comitato di progetto nazionale ‘Justitia 4.0’, in rappresentanza della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali di giustizia e polizia per il settore dell’esecuzione delle pene e delle misure. Portato avanti da Confederazione e Cantoni, ‘Justitia 4.0’ mira allo scambio elettronico di dati e atti giudiziari fra le parti di un procedimento. Atti oggi cartacei sostituiti quindi da quelli elettronici, affinché “la strada della giustizia non passi più per montagne di carta”, si afferma su www.justitia40.ch. «Autorità giudiziarie e avvocati di tutta la Svizzera – spiega Andreotti – comunicheranno per via elettronica tramite un’apposita piattaforma, denominata ‘justitia.swiss’. L’accesso agli incarti sarà immediato e la sicurezza nello scambio delle informazioni garantita». L’obiettivo della trasformazione digitale «è di contribuire a velocizzare i tempi della giustizia». Una «rivoluzione» alla quale, ricorda la direttrice della Divisione, «il nostro Cantone sta lavorando dal 2019, da quando il progetto nazionale è stato avviato». E al progetto «il Ticino ha dato e dà un rilevante contributo: nei gruppi di esperti ci sono infatti rappresentanti della magistratura, del Centro sistemi informativi dell’Amministrazione cantonale e della stessa Divisione». Sempre nell’ottica della digitalizzazione della giustizia in Ticino, osserva Andreotti, «è tuttora pendente in Gran Consiglio il messaggio licenziato dal governo nel novembre 2021 per la digitalizzazione del settore notarile, con l’introduzione dell’autentica elettronica di firma e della certificazione elettronica della copia di un documento e con l’allestimento di copie autentiche in forma elettronica certificata. Senza dimenticare la realizzazione dell’archivio notarile elettronico, con conseguente archiviazione digitale degli atti».

Ammodernamento del sistema informatico

Adesso però si è alle prese con il piatto forte, ovvero con l’attuazione alle nostre latitudini di ‘Justitia 4.0’. «Il Consiglio di Stato – riprende Andreotti – ha intanto avallato, era lo scorso dicembre, l’ammodernamento del sistema informatico ‘Juris/Agiti’ – utilizzato in Ticino da tutti gli uffici giudiziari, nonché dalle autorità amministrative del settore dell’esecuzione delle pene e delle misure – con l’acquisto dal medesimo fornitore, LogObject, dell’aggiornamento del software: il nuovo applicativo si chiama ‘MyAbi/Juris’. Un investimento di circa 1,5 milioni di franchi sull’arco di tre anni – l’importo è stato ricavato dal budget del Dipartimento istituzioni e inserito nel Piano finanziario degli investimenti –, indispensabile per consentire alle nostre autorità giudiziarie di interfacciarsi con la piattaforma ‘justitia.swiss’ e mettere in tal modo a disposizione delle parti gli atti di un procedimento. Cosa impossibile con l’attuale versione dell’applicativo informatico. Si è trattato dunque di un passo fondamentale verso l’implementazione in Ticino di ‘Justitia 4.0’».

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Implementazione al centro del messaggio che il Dipartimento diretto da Norman Gobbi sta affinando, pure per quanto riguarda la richiesta dei relativi mezzi finanziari, e che intende sottoporre, per consultazione, alla magistratura ancora questo mese. «Il testo definitivo del messaggio, che sarà allestito tenendo conto anche delle osservazioni che giungeranno dagli organi giudiziari interpellati e previa approvazione del governo, verrà trasmesso al Gran Consiglio: in caso di luce verde al messaggio – continua Andreotti – potremo partire con il primo test in Ticino legato alla digitalizzazione della giustizia. Secondo i nostri programmi, nel gennaio del 2026».

‘Quell’ufficio giudiziario dispone dell’infrastruttura necessaria’

La sperimentazione si svolgerà alla Pretura di Riviera, con sede a Biasca. Anche perché possiede “l’infrastruttura (rete e cablaggi) necessaria per accogliere la digitalizzazione dell’attività”, ha scritto la Divisione giustizia in una lettera indirizzata in febbraio al Consiglio della magistratura per informarlo delle prossime tappe della trasformazione digitale della giustizia ticinese previste dal Dipartimento. Il quale, dice Andreotti, «ha individuato nel pretore di Riviera Elisa Bianchi Roth, la persona idonea a condurre, insieme con i propri collaboratori, il progetto pilota e a occuparsi pure, con il supporto del Centro sistemi informativi, della configurazione del nuovo programma informatico per il collegamento alla piattaforma ‘justitia.swiss’». Identificato il magistrato di riferimento, «il Dipartimento ha proposto al Consiglio della magistratura, che nel frattempo si è detto d’accordo, di sgravare Bianchi Roth dall’attività a favore della Pretura penale (i giudici delle Preture di valle fungono anche da pretori penali, ndr) per il periodo 2025-2030». In seno alla Pretura di Riviera Bianchi Roth dedicherebbe pertanto metà del proprio tempo lavorativo al test sulla digitalizzazione e a tutti i passi correlati, l’altra metà alle decisioni, in veste di magistrato, sulle cause civili che approderanno all’ufficio giudiziario di Biasca.

Pretura penale: potenziamento e modifiche legislative

«Per non creare ulteriori difficoltà alla Pretura penale (sede a Bellinzona, ndr), che soprattutto negli ultimi anni ha registrato un aumento non indifferente del carico di lavoro, come Dipartimento abbiamo anche espresso al Cdm la volontà di sostituire Bianchi Roth, nell’appena citata autorità giudiziaria, con un pretore straordinario sino al 2030 nella misura del 50 per cento, affiancato da un vicecancelliere straordinario con analoga percentuale lavorativa. Ed è ciò che prospetteremo nel messaggio governativo sulla trasformazione digitale», fa sapere la direttrice della Divisione giustizia. C’è di più. «Considerate le implicazioni del progetto di digitalizzazione – prosegue Andreotti –, coglieremo l’occasione di questo messaggio per sottoporre all’approvazione del Gran Consiglio il già pianificato potenziamento ordinario della Pretura penale con l’elezione di un pretore aggiunto a tempo pieno, supportato dal necessario personale giuridico e amministrativo, prospettando anche una modifica delle competenze della stessa autorità».

Sfida nella sfida, la questione logistica

C’è però una sfida nella sfida rappresentata dalla trasformazione digitale. L’implementazione di ‘Justitia 4.0’, avverte Andreotti, «presuppone sedi della magistratura con cablaggi adeguati alla digitalizzazione dell’attività. È uno degli aspetti principali che consideriamo nella ricerca di soluzioni logistiche dopo il no popolare all’acquisto dello stabile Efg a Lugano. Mi riferisco in particolare ai quattro blocchi identificati dal governo nell’autunno scorso per il comparto della giustizia nel Luganese». Il 2032 intanto si avvicina. «E il Ticino vuole farsi trovare pronto».



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