L’arrivo dell’anno nuovo è un concentrato di speranze e aspettative, che i più pragmatici ripongono nella prescrizione. Trovarsi liberi dai debiti con il solo passare del tempo, senza sforzi particolari, è sicuramente il regalo sotto l’albero di tanti italiani. La prescrizione dei debiti, però, per quanto semplice dal punto di vista tecnico non è così probabile.
Per la sua decorrenza è necessario che il creditore non compia alcun atto interruttivo formale, ad esempio dei solleciti di pagamento, per il periodo di tempo stabilito dalla legge. Si va dalla prescrizione ordinaria di 10 anni a quella breve di 5, senza dimenticare della prescrizione presuntiva che scende drasticamente a soli 6 mesi.
Ogni anno diversi contribuenti sono salvati dalla prescrizione, per quanto possa apparire strano il mancato esercizio di un diritto di credito, specialmente se piuttosto oneroso. Rivediamo quindi le regole fondamentali sulla prescrizione civile, provando ad anticipare cosa si prescrive nel 2025 a seconda della nascita del debito o dell’ultimo atto interruttivo ricevuto. Ogni dettaglio potrebbe far la differenza.
Le regole sulla prescrizione
I termini di decorrenza della prescrizione e la sua durata cambiano a seconda del diritto in questione, ma è importante conoscere le regole generali sul suo funzionamento prima di addentrarsi in calcoli e tempistiche. Innanzitutto, la prescrizione si azzera e ricomincia a partire da ogni atto interruttivo (diffide, solleciti e richieste di pagamento notificati con raccomandata a/r o pec, atti giudiziari e ammissioni del debitore).
La prescrizione, di norma, estingue il debito. Dopo un certo periodo di tempo, il creditore non può più pretendere il pagamento del credito, anche se dimostra di averne diritto. Esiste però anche la prescrizione presuntiva, che non ha un effetto così drastico. Per la prescrizione presuntiva, i pagamenti si considerano saldati solo fino a prova contraria.
La prescrizione estintiva può essere di 10 anni (ordinaria) o di 5 anni (breve), i termini più brevi sono invece relativi a prescrizioni presuntive (fatta eccezione la prescrizione delle bollette di acqua, luce e gas).
Cosa cambia nel 2025
Per quanto non ci siano variazioni nelle regole generali sulla prescrizione, il 2025 porterà con sé alcuni novità non indifferenti per i contribuenti. Si fa riferimento innanzitutto al discarico automatico delle cartelle esattoriali affidate all’Ader dopo un periodo di tempo di 5 anni, con cancellazione automatica di quelle non esigibili. Restando in tema di cartelle esattoriali, inoltre, si attendono chiarimenti dalla giurisprudenza sulla proroga dei termini di accertamento disposta durante la pandemia.
A causa della situazione emergenziale legata al Covid19, infatti, l’Agenzia delle entrate – Riscossione ha avuto a disposizione più tempo del consueto per ultimare le procedure di accertamento. In particolare, è stata disposta una sospensione dei termini dall’8 marzo 2020 al 31 maggio 2020, con uno slittamento complessivo di 85 giorni del periodo previsto dalla legge.
Le norme, per l’appunto legate al contesto di emergenza, non dovrebbero riferirsi a tutti i termini di decadenza, ma soltanto a quelli in scadenza nel periodo indicato. Questa è almeno l’interpretazione dei tribunali che si sono pronunciati sull’argomento, mancando ad oggi una regola definitiva. La scrittura delle norme emergenziali, infatti, fa trasparire l’applicazione generale della sospensione, che quindi dovrebbe ancora riflettersi sui termini di accertamento. È assai probabile che nel 2025 arrivino delle sentenze della Corte di Cassazione per chiarire definitivamente la questione, in attesa delle quali è bene consultare un avvocato esperto in tributi in caso di dubbi.
Debiti del 2020 e debiti del 2019
Nel 2025 si prescrivono tutti i debiti risalenti al 2020 o al 2019 (a seconda delle regole di calcolo) che sono soggetti a prescrizione di 5 anni, ovvero:
- Bollette del telefono;
- omessa dichiarazione dei redditi;
- canone di locazione;
- multe stradali;
- spese condominiali ordinarie;
- spese di ristrutturazione;
- indennità di fine lavoro, tra cui il Tfr;
- interessi bancari;
- risarcimenti danni derivanti da fatti illeciti;
- annualità di rendite perpetue o vitalizie (debiti con le assicurazioni);
- utili dei soci in azienda;
- abbonamenti (come servizi di streaming, paytv);
- titoli di Stato emessi al portatore;
- alimenti e assegno di mantenimento;
- tasse e imposte dovute agli enti locali (Imu, Tari, Icp, Tosap, Dpa, tassa di soggiorno, Ipt);
- contributi dovuti all’Inps e all’Inail;
- cartelle esattoriali relative ai tributi che si prescrivono in 5 anni;
- interessi sulle imposte con prescrizione quinquennale;
- alcuni crediti derivanti dal rapporto di lavoro (stipendi, differenze retributive, tredicesima, quattordicesima, indennità sostituiva di preavviso).
Come regola generale, si prescrivono in 5 anni i pagamenti dovuti in modo periodico (su base annuale o inferiore) o derivanti da illeciti. Nel 2025, dunque, si prescriveranno tutti i crediti citati, con l’estinzione dei relativi debiti. Nel calcolo della decorrenza, si precisa che:
- Per i crediti di lavoro la decorrenza inizia alla cessazione del rapporto di lavoro;
- per i pagamenti periodici o dilazionati la prescrizione si calcola in modo indipendente per ogni rata o pagamento;
- per i tributi, le imposte e le sanzioni amministrative i termini partono il 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui era atteso il pagamento.
Dunque, soltanto per le imposte, i contributi e le sanzioni si ha la certezza che andranno in prescrizione il 1° gennaio 2025 tutte quelli dovuti nell’anno 2019. Per gli altri debiti, la decorrenza comincia nel giorno in cui era attesto il pagamento, da cui calcolare 5 anni. Di conseguenza tutti i crediti con prescrizione quinquennale risalenti al 2020 si prescrivono nel 2025.
Debiti del 2015
Nel 2025 si prescrivono tutti i debiti risalenti al 2015 derivanti da contratti e fatture, ma in generale tutti i crediti che non fanno parte delle eccezioni di prescrizione breve. Citiamo i principali:
- Fatture insolute;
- finanziamenti, prestiti e mutui;
- tasse e imposte (Irpef, Iva, Ires, Irap, imposta di bollo e così via, comprese le eventuali addizionali);
- ticket sanitari;
- sentenze di condanna al pagamento e decreti ingiuntivi;
- spese condominiali straordinarie.
Per le cartelle esattoriali, è importante presentare ricorso e opporre la prescrizione in caso di richiesta di pagamento successiva alla prescrizione.
Debiti del 2024
Nel 2025 si prescrivono anche i debiti del 2024 relativi a crediti con prescrizione di 6 mesi (hotel, B&B, alberghi e così via) o di 1 anno:
- Compenso degli insegnanti per le lezioni impartite a giorni, mesi od ore;
- compenso dei prestatori di lavoro per periodi inferiori al mese;
- pensione e istruzione a convitti e case di educazione;
- compenso degli ufficiali giudiziari;
- prezzo dei medicinali;
- pagamento dei commercianti per beni acquistati al dettaglio senza fini commerciali:
Debiti del 2022
Nel 2025 si prescrivono i debiti del 2022 con prescrizione triennale, ovvero:
- Pagamenti delle prestazioni di lavoro per periodi superiori a 1 mese;
- compenso delle opere e rimborso delle spese ai professionisti;
- compenso dei notai;
- compenso degli insegnanti per lezioni impartite per tempo superiore al mese.
Anche il bollo auto si prescrive in 3 anni, ma iniziano a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui era atteso il pagamento. Di conseguenza, il 1° gennaio 2025 si prescrive il bollo auto che doveva essere pagato nel 2021.
Debiti del 2023
Nel 2025 si prescrivono le bollette di luce, acqua e gas emesse nel 2023 e gli eventuali conguagli. La prescrizione decorre dall’ultimo giorno in cui era possibile pagare e non dal primo utile. Anche le spese condominiali dovute dall’inquilino insieme al canone d’affitto nel 2023 si prescrivono nel 2025.
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