For our English speaking friends, click here for the Google translated version.
In questo numero i SEMI viaggiano tra le Marche e il Portogallo, il GERMOGLIO attecchisce grazie alla fotografia, le LINFE scorrono verso una call for artists. Se fin qui è andato tutto bene, otterrai delle bellissime CHIOME con la nostra proposta di approfondimento: Neocolonial Minecraft da Jstor.
Se vuoi, leggila con questo sottofondo musicale su Spotify: brani che ci colpiscono, ci entusiasmano e ci commuovono.
Se ancora non l’hai fatto, ti chiediamo di compilare un breve questionario per aiutarci a rendere questo progetto sostenibile.
Questa è l’ultima newsletter della settimana! Ci rivediamo il 15 marzo con la prima newsletter del tema editoriale dedicato al consenso.
NOTIZIE CHE VIAGGIANO, SI DIFFONDONO E INFORMANO IL NOSTRO MONDO ALLO ZENIT
Tra i semi di questa settimana le due voci che compongono l’articolo di oggi:
🍃 Antonio Damasio, neuroscienziato portoghese (1944) tra i nomi di maggior rilievo nel panorama internazionale delle neuroscienze. Ha approntato un sistema di ricerche sul rapporto mente-corpo di stampo antidualistico.
🍃 Francesca Tilio, artista e fotografa nata a Jesi (1975) e focalizzata sugli esseri umani. Ha esposto a Londra con Les Bonnes e vinto il premio Camera d’Oro a Torino con ME². Il suo Pink Project, sostenuto da grandi testate e dalla LILT, è una mostra itinerante per la lotta al tumore al seno. Dal 2023 coordina Acca Fotografia. Il suo progetto Adolescenti del XXI° secolo si è evoluto in mostre, pubblicazioni ed esperienze didattiche in Italia e all’estero.
PAROLE CHE ATTECCHISCONO CREANDO IMMAGINARI FUTURI
fotografia: dall’ingl. photography, comp. di photo- «foto-» e -graphy «-grafia», è il procedimento che, mediante processi chimico-fisici, permette di ottenere, servendosi di un apposito apparecchio, l’immagine di persone, oggetti, strutture, situazioni
La parola “fotografia” e, quindi, il verbo che ne sostanzia l’atto, significa letteralmente “scrivere con la luce“: una tecnica di riproduzione della realtà che è un modo di interpretare luci e ombre, presenze e assenze. Ma anche un atto creativo che ha a che fare con una scelta: cosa inquadrare, cosa escludere, da quale angolazione guardare? E che di per sé non potrà mai essere completamente oggettivo nel rappresentare qualcosa o qualcuno del mondo.
In un’epoca in cui le immagini si moltiplicano all’infinito e vengono consumate velocemente, riprendiamo in questo germoglio la riflessione di uno dei pensatori più visionari del Novecento, Vilém Flusser (1920-1991), acclamato come il “profeta dei nuovi media”, il quale afferma che “per le tecnoimmagini il mondo non è lo scopo, ma la materia prima. Esse non mediano tra l’uomo e il mondo – come facevano tutti i codici precedenti, bensì utilizzano il mondo, affinché esso medi tra loro e gli uomini.” (L’utopia di una società dialogica, 2015). La sua teoria delle “immagini tecniche”, ossia le immagini realizzate nell’era della tecnica, vede l’avvento delle foto come l’inizio di una post-storia in cui i testi e le teorie non sono rappresentabili (ad es., l’equazione della teoria della relatività) e le foto affrancano l’umanità dal pensiero concettuale, andando a sostituire la coscienza storica con una “coscienza magica”, che rende la loro oggettività solamente un’illusione.
La storia Mangrovia di questa settimana ci parla di fotografia, di emozioni e sentimento:
🍃 Sentirsi in uno scatto. Emozioni e riconoscimento nello sguardo di Francesca Tilio. Emozioni e sentimenti come insegna l’embodied cognition, sono un ponte tra corpo e mente e tra corpo e corpo. Il ritratto fotografico può raccontarne l’intensità e la trasformazione: rivolto verso gli adolescenti, diventa uno strumento di connessione e ascolto.
SEGNALAZIONI DI EVENTI E OPPORTUNITÀ CHE SCORRONO NEL TEMPO, NUTRENDOLO
In Mangrovia riflettiamo e scriviamo di cosa significhi abitare lungo i fiumi, senza radici perché sempre più nomadi o in luoghi che soffrono l’overtourism.
Tra le linfe di questa settimana vi proponiamo perciò una call for artists per esplorare il tema della casa, che è molto di più di un semplice posto: è una sensazione, un ricordo, un luogo sicuro o meno, un’aspirazione. Può essere plasmata dalla famiglia, dalla cultura, dall’ambiente o dalle esperienze personali. Come ci si sente a casa mentre l’ambiente che ci circonda cambia rapidamente?
Fino a martedì 18 marzo è aperta la call for artists per partecipare alla prossima mostra di primavera di Left Bank Leeds, situato nel cuore di Hyde Park a Londra, e sede di iniziative artistiche e comunitarie, workshop, mostre ed eventi.
L’opera sarà in mostra dal 16 aprile al 28 maggio. Per maggiori info puoi dare un’occhiata qui.
CONDIVISIONE DI RIGOGLIOSI SAPERI CHE ONDEGGIANO, VOLANO E RICADONO
Nel primo mese di Mangrovia dedicato agli habitat, abbiamo parlato del videogioco Minecraft e del progetto Rooted Together. Il protagonista è un ricercatore a capo del Mangrove Restoration Project che ha bisogno di aiuto per ripristinare la foresta in pericolo e a sua disposizione ha una speciale nuova tecnologia: un cannone spargisemi.
Ma c’è sempre l’altra faccia della medaglia e in questi giorni si è tornato a parlare dello sguardo colonizzatore che Minecraft perpetua. In questo articolo pubblicato su Jstor, l’educatore Bennett Brazelton nota che, nel videogioco, il giocatore viene catapultato in un mondo inesplorato, spogliato di storia e abitanti legittimi, per estrarre risorse e costruire il proprio dominio. Questa dinamica ricalca il modello dell’espansione coloniale occidentale, dove territori apparentemente “vuoti” venivano sfruttati senza considerazione per le popolazioni autoctone. Inoltre, la meccanica del gioco incentiva un’ideologia estrattivista che ignora le implicazioni ecologiche e sociali dell’accaparramento di risorse.
Minecraft non sarebbe un sandbox innocuo, ma anche un prodotto culturale che merita una lettura critica più profonda. E, in un’epoca in cui il gaming e la gamification sono diventati un trend, ci sembra essenziale interrogarsi sui messaggi sottesi che i videogiochi trasmettono.
Uno strumento che perpetua narrazioni problematiche o un mezzo per promuovere consapevolezza e cambiamento positivo?
L’arboricultura è completa. Una Mangrovia è cresciuta nella tua casella di posta elettronica.
Vuoi sponsorizzare i prossimi numeri con un contenuto che parla del tuo progetto, della tua azienda o della tua ricerca? Trovi tutte le informazioni qui oppure scrivi a sponsorship@mangrovia.info.
Se questo numero ti è piaciuto, fallo leggere a chi vuoi bene.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link