Genova – In Italia quella degli sprechi nelle mense scolastiche è una questione significativa, da affrontare il più presto possibile. Secondo un calcolo riportato da Slow Food Italia, circa il 22% delle pietanze preparate e servite nelle scuole – soprattutto quelle a base di verdure, legumi e pesce – viene sprecato, per un totale di 200 milioni di pasti gettati nell’immondizia ogni anno.
Considerando che ogni piatto ha un peso medio di circa 500 grammi, parliamo di circa 100.000 tonnellate di cibo sprecato annualmente nelle mense scolastiche italiane. Va tenuto presente poi che il 47% dei bambini consuma meno della metà del pasto, cosa che contribuisce ulteriormente agli sprechi alimentari. Affrontare questa problematica a monte, con un percorso di educazione alimentare sin dalla scuola infanzia o dall’asilo nido, sarebbe un passaggio fondamentale per ridurre lo spreco nelle scuole e promuovere una cultura del consumo responsabile tra le nuove generazioni.
Ma qualcosa si può fare anche a valle. A Genova ha preso piede La mensa in fattoria, un progetto di circolarità che prevede il riutilizzo degli avanzi provenienti dalle mense scolastiche in aziende agricole del territorio. Partito dal quartiere di Nervi, grazie all’intraprendenza delle insegnanti della scola primaria Enrico Fermi, ora il progetto è approdato in val Bisagno, portato avanti da Elisa Pezzoli, titolare dell’azienda agricola Maixei – ve ne abbiamo parlato qui –, una fattoria didattica sull’acquedotto storico di Genova.
PUNTARE A QUOTA SPRECHI ZERO: L’INIZIATIVA IN DETTAGLIO
È venerdì, telefono a Elisa subito dopo pranzo per farmi raccontare del progetto e mi risponde al primo squillo. «Ti metto in vivavoce perché sto guidando – mi dice –, sto andando proprio adesso alla materna [scuola d’infanzia Peter Pan, in via Sertoli, ndr] a ritirare gli avanzi della mensa. Ieri le galline erano felicissime: penne al pesto e bietole ripassate in padella! Hanno fatto festa… chissà cosa troveranno di buono oggi nel sacco!», sorride.
Mi piace l’idea che si provi a ridurre l’enorme spreco di cibo a cui assistiamo, facendo educazione ambientale
Scatta una foto di lei mentre apre il bidone in refettorio, me la manda e poi mi richiama. «Sai, sono davvero orgogliosa di aver portato questa iniziativa bellissima nel nostro territorio», sottolinea più volte mentre chiacchieriamo. Anche se non è stato semplice far partire la macchina burocratica, adesso che il progetto ha preso il largo è molto entusiasta.
«Mi piace l’idea che si provi a ridurre gli enormi sprechi di cibo a cui assistiamo ogni anno», mi spiega, raccontandomi che i bambini delle scuole che aderiscono al progetto sono invitati a visitare la fattoria didattica per essere consapevoli di dove va a finire tutto ciò che a pranzo non viene consumato. «Adesso sanno che il cibo che non riescono a terminare in mensa non finirà nella spazzatura, ma nelle pance degli animali dell’azienda agricola. Nulla verrà sprecato».
I bambini così entrano a far parte di un meccanismo virtuoso che altrimenti non avrebbero occasione di sperimentare: in tanti non hanno mai visto dal vivo una gallina, un coniglio o una capra. E poi questo progetto insegna a ridurre la produzione dei rifiuti non sprecando il cibo, che è un importante messaggio educativo da dare ai più piccoli, sin dall’asilo nido.
COME FUNZIONA
L’iter prevede che la scuola che decide di aderire al progetto e l’azienda agricola che si rende disponibile al ritiro prendano accordi; dopodiché la referente dell’azienda dovrà prendere contatto con la direttrice scolastica del plesso e con la figura responsabile della ristorazione scolastica del Comune di Genova, inviando la richiesta formale con in allegato il progetto.
Elisa pochi giorni fa ha pubblicato un post sui suoi canali social rendendosi disponibile a fare consulenza a chi abbia bisogno di supporto per intraprendere l’iniziativa in altri quartieri. «Sin da subito ho ricevuto tantissimi messaggi e chiamate, soprattutto da parte di maestre che vogliono capire come muoversi», mi spiega, rivolgendo poi un appello a fattorie didattiche e aziende agricole del territorio affinché si uniscano al circuito.
Chiunque voglia farlo può prendere contatti con Elisa. L’intento ora è far diventare il progetto capillare su tutta Genova. «Anzi, su tutta la Liguria!», aggiunge Elisa sorridendo. Una piccola iniziativa che è un concreto passo avanti verso la lotta allo spreco alimentare e per diffondere un’educazione al rispetto dell’ambiente.
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