Spazio e cyber, un intreccio per le nuove dinamiche di potere

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Come ben noto a chiunque segua anche marginalmente le notizie provenienti dal mondo – e come anche trattato in precedenti numeri di questa pubblicazione – negli anni recenti si è assistito all’aumento dei piani, o canali, su cui interagiscono e si confrontano gli Stati di tutto il mondo.

L’evoluzione del cyberspace

Il cyberspace è sicuramente il più rivoluzionario tra questi. Il concetto di geopolitica del cyberspazio è stato diffuso già prima degli anni duemila nel dibattito scientifico francese, sulla rivista intitolata Hérodote, che nel 1997 prefigurava una “internettizzazione della geopolitica”. All’epoca era stata fatta una previsione, ossia: “Internet moltiplicherà i conflitti di natura geopolitica, portando a una strategia di dominio con la partecipazione di paesi con interessi divergenti. È un’arma di importanza strategica per la sicurezza nazionale” (Douzet F.), che si può affermare si sia concretizzata a tutti gli effetti.

Già all’epoca, quindi, si ipotizzava il ruolo che il nuovo dominio avrebbe potuto giocare nello scenario internazionale.

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Lo spazio come campo di confronto geopolitico

Un altro storico campo di confronto geopolitico è stato (ed è ancora oggi) lo spazio, considerato tale già dai tempi della Guerra Fredda. La Space Race fu infatti uno degli aspetti in cui si concretizzò la tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica, che correva sul doppio binario della supremazia tecnologica – con possibili applicazioni militari e di spionaggio, data la natura dual use della tecnologia spaziale – e della propaganda ideologica.

Oggi lo spazio sta vivendo una seconda centralità, forse proprio grazie al cyberspace. L’intersezione tra spazio fisico e cyber, al di là delle valutazioni tecniche e diplomatiche, è data dal fatto che le funzioni vitali per la società moderna dipendono da questi due domini, senza la disponibilità dei quali molti aspetti della società che conosciamo non esisterebbero.

Spazio e cyberspace sono inoltre sfruttati dai singoli Stati per raggiungere i propri obiettivi strategici. Questi possono essere di varia natura, tra cui:

  1. Sicurezza nazionale e difesa: gli Stati utilizzano satelliti per il monitoraggio delle attività militari e la sorveglianza dei confini. La capacità di condurre operazioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione dallo spazio è fondamentale per mantenere la sicurezza nazionale. Allo stesso modo, il cyberspace è un campo di battaglia dove le nazioni difendono le proprie reti e infrastrutture critiche da attacchi cibernetici e possono condurre operazioni offensive per neutralizzare minacce esterne.
  2. Comunicazioni globali: i satelliti sono essenziali per le comunicazioni globali, inclusi ad esempio internet e telefonia. Questo consente agli Stati di mantenere connessioni strategiche e operative su scala mondiale. Anche il cyberspace ha un ruolo cruciale nel campo della comunicazione, per la capacità di diffusione di informazioni in tempo reale e a qualsiasi distanza.
  3. Navigazione e gestione del traffico: i sistemi di navigazione satellitare come il GPS sono fondamentali per la navigazione militare e civile, nonché per la gestione del traffico aereo e marittimo. Questi sistemi dipendono da infrastrutture informatiche per la loro operatività e sicurezza.
  4. Meteorologia e monitoraggio ambientale: i satelliti monitorano il clima e forniscono dati critici per le previsioni meteorologiche e la gestione dei disastri naturali. Le infrastrutture del cyberspace elaborano e distribuiscono queste informazioni, supportando decisioni tempestive e informate.
  5. Sviluppo economico: l’esplorazione e lo sfruttamento delle risorse spaziali, come l’estrazione di minerali dagli asteroidi, rappresentano nuove frontiere anche in campo economico . Le tecnologie cyber sono cruciali per il controllo e la gestione di queste operazioni remote.

La mutua dipendenza tra spazio e cyberspace

Il rapporto tra i due domini è inoltre connotato da una mutua dipendenza intrinseca. Il cyberspace è un dominio artificiale, ormai riconosciuto nelle dinamiche di potere, che ha anche la caratteristica di creare interdipendenze tra gli altri domini operativi. Da notare che lo spazio è stato riconosciuto dalla NATO come dominio operativo nel 2019 e una politica aggiornata in materia è stata pubblicata nel 2022.

Questa interdipendenza si manifesta in diversi modi.

  • Interconnessione delle infrastrutture: le reti di comunicazione spaziali e terrestri sono strettamente collegate. La gestione e il controllo dei satelliti avvengono attraverso reti informatiche, rendendo queste infrastrutture vulnerabili ad attacchi che possono avere ripercussioni su larga scala.
  • Supporto reciproco: le tecnologie spaziali forniscono piattaforme fisiche per sensori e trasmettitori utilizzati per svariati ambiti di applicazione. Allo stesso tempo, le infrastrutture di comunicazione informatiche offrono i mezzi per elaborare e distribuire i dati raccolti dallo spazio, rendendoli utilizzabili per una vasta gamma di applicazioni.
  • Resilienza e continuità operativa: la dipendenza reciproca tra spazio e cyberspace implica che la compromissione di uno dei due domini può avere effetti devastanti sull’altro. Pertanto, la protezione e il rafforzamento delle infrastrutture critiche in entrambi i domini sono essenziali per garantire la continuità operativa e la resilienza complessiva.

Questa mutua dipendenza rende indispensabile un approccio integrato alla sicurezza e alla gestione delle risorse spaziali e cyber. Solo attraverso una stretta collaborazione e una strategia coordinata è possibile affrontare le sfide complesse che emergono da questa intersezione cruciale.

Al pari di ogni altra infrastruttura critica digitalizzata, come anticipato, anche quella spaziale è vulnerabile ad attacchi cyber. Ciò pone rischi importanti non solo per l’infrastruttura stessa, ma per tutte le ulteriori infrastrutture e funzioni “a terra” che su di essa si appoggiano.

Si tratta di un’architettura molto complessa, che va quindi protetta in ogni sua parte. Infatti può essere colpita da vari tipi di attacchi, dal command injection (che potrebbe manipolare i controlli dei veicoli spaziali) ai denial of service, o ancora alle intercettazioni.

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Un attacco cyber potrebbe anche sfruttare l’infrastruttura spaziale come ponte per infettare una infrastruttura terrestre. Ogni componente chiave, a qualsiasi livello, deve dunque essere hardenizzato ed adeguatamente difeso. Sul tema della difesa delle infrastrutture spaziali si è di fronte, però, a un doppio problema: da un lato i sistemi spaziali più legacy, con protezioni molto basilari, dall’altro la crescente commercializzazione dello spazio, che ha aumentato la superficie d’attacco. Si può pensare a un parallelismo con il mondo IoT, il cui numero è esploso negli ultimi anni e dove strumenti più datati devono essere difesi e poter convivere con altri più moderni.

Anche sul fronte dell’intelligence questa interdipendenza tra domini assume una importanza notevole. L’intelligence ha, come sappiamo, un ruolo fondamentale, in quanto raccoglie informazioni vitali per la sicurezza nazionale.

Come dichiarato da Sorin Ducaru, direttore del SatCen (European Union Satellite Centre), l’intelligence geospaziale fornisce informazioni a Stati, organizzazioni internazionali e varie altre entità. Si tratta quindi di un’attività per entità ground-based, che utilizzano il prodotto dell’intelligence per prendere decisioni.

Va da sé dunque la criticità legata alla sicurezza e all’affidabilità dei dati provenienti da sensori spaziali, per garantire le quali è necessario un approccio che tenga in debita considerazione la cybersecurity dell’infrastruttura. Un esempio concreto – e anche abbastanza vicino a noi – dell’importanza di questi aspetti e in generale dell’infrastruttura spaziale è stato dato dalla guerra russo-ucraina, dove gli attacchi cyber da parte della Russia contro il sistema ViaSat hanno dimostrato la possibilità di disabilitare il sistema stesso, facilitando lo spostamento di truppe e rendendo di fatto “cieca” una parte del sistema di intelligence.

Sempre nello stesso scenario, la comunicazione satellitare fornita da Starlink si è rivelata preziosa: quando le infrastrutture di comunicazione terrestri sono state compromesse dal conflitto in corso, le immagini satellitari hanno fornito informazioni sulla posizione degli asset militari e sono state utilizzate durante le fasi di pianificazione delle difese.

Il futuro della space dominance

Da queste osservazioni si evince come ci si trovi davanti a uno scenario in cui la space dominance sarà un tema centrale, che sarà raggiungibile solamente in presenza di forti capacità di cyber disruption verso il dominio spaziale stesso. La corsa per la supremazia nello spazio non è solo una questione tecnologica, ma riflette le dinamiche di potere terrestri tra Stati, influenzate da interessi politici, economici e anche militari.

Guardando al futuro, la space dominance non si limiterà alla competizione tra nazioni ma coinvolgerà anche attori commerciali, il cui ruolo sarà importante per l’incremento e il rafforzamento delle infrastrutture spaziali. Le aziende private stanno già contribuendo significativamente con innovazioni e investimenti che riducono i costi e aumentano l’accessibilità delle tecnologie legate allo spazio.

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Questa evoluzione, però, porta con sé la necessità di una robusta cyber deterrence nel dominio spaziale. La possibilità di attacchi cyber che possano disabilitare infrastrutture spaziali critiche sottolinea l’urgenza di sviluppare strategie di difesa avanzate. L’implementazione di politiche di sicurezza rigorose e la collaborazione internazionale saranno essenziali per proteggere queste infrastrutture da minacce crescenti.

Diventa fondamentale, inoltre, considerare le implicazioni etiche e legali di tali capacità di disruption. L’equilibrio tra sicurezza nazionale e stabilità internazionale dipenderà dalla capacità degli Stati e delle organizzazioni sovranazionali di sviluppare norme e accordi che regolino l’uso delle tecnologie spaziali e cyber.

Pertanto la strada verso una space dominance sostenibile richiederà non solo avanzamenti tecnologici, ma anche una visione strategica globale che promuova la cooperazione e la sicurezza condivisa. Solo attraverso un approccio integrato e multilaterale sarà possibile affrontare le sfide future e sfruttare appieno le opportunità offerte dalla convergenza tra spazio e cyberspace.

Andrea Leoni è cyber security manager presso una società multinazionale nel settore del credit and business information, è specializzato in governance e ambito GRC, con esperienza pluriennale di security advisory verso realtà nazionali ed internazionali. Già ricercatore di intelligence presso il Laboratorio di Intelligence dell’Università della Calabria, presso cui ha conseguito un Master di II livello in Intelligence, si è occupato anche di politica e geopolitica e del loro rapporto col dominio cyber.
Attualmente, presso la Società Italiana di Intelligence, è Segretario della Commissione Studi Cyber Threat Intelligence & Cyber Warfare.



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