“SCOPERTA AZIENDA ABUSIVA”, INCHIESTA PROCURA TERAMO. MONTORIO AL VOMANO: 2 INDAGATI ECCELLENTI | Notizie di cronaca

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MONTORIO AL VOMANO – Da un esproprio di un terreno da adibire a terminal dei bus operato dal Comune e dal conseguente contenzioso innescato dai proprietari per rivendicare una valutazione economica più alta, spunta fuori un insediamento industriale che sarebbe gravato da più di un abuso che non sarebbe stato scoperto senza questa circostanza fortuita.

La singolare vicenda accade nel popoloso e virtuoso comune di Montorio al Vomano (Teramo), centro in cui si registra la presenza come residenti di un folto numero di solidi costruttori.

La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta che vede indagati Pasqualino Marano, noto e stimato imprenditore e presidente della Cassa edile dell’associazione nazionale costruttori edili (Ance) della provincia di Teramo, e sua sorella Giuseppina Marano: le ipotesi di accusa, tutte da dimostrare, ruotano intorno a presunte violazioni edilizie e paesaggistiche nell’ambito di una azienda edile a livello industriale che tra l’altro è vicino alle zone centrali del paese. Le indagini sono in corso e per ora non c’è stato il sequestro dell’insediamento.

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Secondo la Procura, gli indagati avrebbero realizzato su un loro terreno, senza autorizzazione, in particolare un massetto sul quale sarebbero state posizionate baracche, container e anche un distributore di benzina da cantiere oltre a una rampa di accesso e una rete metallica. Contestata, secondo gli atti ufficiali dell’accusa, anche l’alterazione del suolo tramite “abbancamento” di materiale inerte esterno di natura ignota.

L’indagine è in mano al sostituto procuratore della Repubblica di Teramo Davide Rosati che ha delegato la polizia locale ad eseguire gli accertamenti fatti dal maggio dello scorso anno. Si tratta di un’area formalmente destinata a uso alberghiero, ma di fatto adibita a insediamento produttivo dalla società Ing. Marano & C. Srl. L’area risulta inoltre sottoposta a vincolo paesaggistico anche per la prossimità con il fiume Vomano.

Il tutto nasce dalla contestazione della somma stimata dalle competenti autorità pubbliche per l’espropriazione di un pezzo di terra di proprietà della famiglia Marano nel quale il Comune ha pianificato la realizzazione di un terminal bus finanziato con i fondi Pnrr: dalla valutazione Ute di 230mila euro con l’impugnazione sarebbero stati ottenuti circa 70mila euro in più. L’episodio ha fatto scattare accertamenti tecnici ai fini della valutazione istruttoria e la polizia locale, una volta sul posto, avrebbe notato le presunte violazioni inviando d’ufficio una relazione alla procura della Repubblica di Teramo.

Il sindaco, Fabio Altitonante, interpellato da Abruzzoweb, ha espresso “stupore per la presenza di un insediamento industriale in un’area con altra destinazione, che si trova nel centro urbano, e della quale nessuno mai si era accorto in tanti anni”.

L’ingegnere ed ex consigliere regionale e sottosegretario alla presidenza della giunta della Lombardia, eletto con una coalizione di centrodestra con una schiacciante maggioranza dopo ben tre commissariamenti ai danni di amministrazioni di centrosinistra, ha manifestato, inoltre, “forte preoccupazione per l’irregolarità riscontrata e, soprattutto, per la presenza di materiali di cui non si conosce la natura”.

A tale proposito, nei mesi scorsi il Comune ha chiesto l’intervento dell’Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta) per verificare la natura delle polveri tra l’altro alzate dal vento.

Ma una serie di lettere inviate dall’Amministrazione comunale alla partecipata guidata dal direttore, Maurizio Dionisio, non hanno sortito effetti. Una volta scattata la inchiesta l’Arta si sarebbe rifatta viva però stando a fonti comunali il sopralluogo non sarebbe andato in porto per la indisponibilità dei due indagati.

“È nostro dovere”, ha dichiarato, ancora alla nostra testata, “garantire che l’ambiente e la salute pubblica non siano a rischio, per questo ci aspettiamo che le indagini facciano piena chiarezza nel più breve tempo possibile. Il Comune ha agito con tempestività, segnalando la situazione non appena emersa alle Autorità competenti. Abbiamo sollecitato anche ARTA per la verifica della natura dei materiali presenti in diversi cumuli. Ma in questo senso nulla ancora è stato fatto e per questo sollecitiamo i controlli.

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Comunque, confidiamo nel lavoro della Magistratura, poiché è fondamentale fare piena luce sulla vicenda, sia per il rispetto delle norme urbanistiche e ambientali, sia per garantire la sicurezza dei cittadini, anche per non rischiare di compromettere l’apertura del nuovo terminal dei bus. Continueremo”, ha concluso il sindaco, “a monitorare da vicino l’evolversi della vicenda”. (g.g. – b.s.)

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