Secondo il Dipartimento statunitense per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano, prima del covid il costo mensile di una casa di proprietà era inferiore del 12% rispetto a quello di una casa in affitto. L’Economist ha pubblicato un rapporto con dati prima e dopo il 2020 che solleva dubbi sul fatto se oggi sia più conveniente affittare o comprare casa.
I prezzi delle case negli Stati Uniti sono saliti alle stelle dall’inizio di questo decennio. Secondo i dati dell’ente governativo, dal 2024 a oggi sono aumentati del 40% e gli interessi dei mutui fissi a 30 anni si attestano intorno al 7,3%, più di quattro punti percentuali rispetto alla media registrata nel 2020 (3,1%). Il tutto senza contare l’esborso iniziale, che nel Paese nordamericano è solitamente pari al 13%.
L’aumento dei prezzi e degli interessi ha fatto aumentare il costo mensile della proprietà della casa di oltre il 50% in soli quattro anni. D’altro canto, il Dipartimento nazionale per l’edilizia abitativa assicura che anche il prezzo dell’affitto è aumentato, sebbene in misura minore rispetto alle compravendite, e lo colloca intorno al 20%.
Bllomberg afferma che, secondo i suoi sondaggi, l’89% degli americani pensa che il costo mensile dell’affitto di una casa sia inferiore a quello del possederla. Lo stesso studio, ma nel 2020, colloca questa percentuale al 16%.
Va notato che questa analisi include solo la spesa mensile per l’alloggio di un americano, non include i benefici a lungo termine, come la proprietà della casa. Inoltre, non include le spese di gestione e le tasse sulla proprietà che l’acquirente dovrà pagare.
Rinascita della proprietà della casa
L’Economist prevede che per “ripristinare il vantaggio immobiliare prevalente negli anni 2010”, è necessario ridurre i prezzi delle case di un terzo e abbassare i tassi ipotecari al 3,2%.
Al contrario, per rilanciare il valore delle abitazioni di proprietà rispetto a quelle in affitto sostengono che il costo dell’affitto dovrebbe aumentare del 50%. Questa situazione genererebbe prezzi molto elevati nel mercato immobiliare nordamericano, ma la proprietà prevarrebbe sull’affitto.
Interessi ipotecari elevati: il grosso problema
Il rapporto del quotidiano economico riporta le conclusioni di Torse Slok, partner e capo economista della rinomata società di private equity Apollo. L’esperto afferma che, anche in luoghi dove il prezzo delle case non è particolarmente alto, come Baltimora, Philadelphia o il Bronx a New York, gli interessati non sono incoraggiati ad acquistare, a causa dei tassi di interesse ipotecari.
Slok afferma che in queste zone quattro proprietari su cinque hanno un tasso di interesse inferiore al 5%, mentre oggi sono sopra i sette punti percentuali, il che porta gli interessati a optare per l’affitto e i proprietari che vogliono cambiare casa a non farlo a causa della perdita di potere d’acquisto che ciò genererebbe.
Previsioni 2025
Il quotidiano economico riporta le previsioni dell’istituto bancario Golman Sachs, che prevede un aumento del 2,8% dei prezzi delle case negli Stati Uniti entro il 2025; anche se stima una riduzione dei tassi fissi trentennali, collocandoli al 6,6%.
Nel settore degli affitti, la banca non prevede un aumento drastico dei prezzi, ma non anticipa l’incremento anno dopo anno dovuto alle numerose nuove costruzioni di case che si realizzano in tutto il Paese, a fronte di una crisi domanda non molto elevata.
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