Un prelievo di cuore da donatore
‘a cuore fermo’ è stato effettuato nell’Azienda ospedaliero
universitaria di Careggi, a Firenze, una delle sedi a più alto
volume di donazioni in Italia. Fino ad oggi in Italia nel 2024
sono stati più di 30 i trapianti cardiaci realizzati grazie ai
donatori a cuore fermo. L’intervento è stato eseguito nelle
scorse settimane e il trapianto, spiega la Regione in una nota,
“è stato un successo” e la persona che ha ricevuto l’organo è in
“buone condizioni”. Quello ‘a cuore fermo’ è un prelievo
dell’organo in un paziente senza supporto respiratorio,
dichiarato deceduto con elettrocardiogramma senza ritmo cardiaco
per 20 minuti. E’ diverso dal prelievo detto ‘a cuore battente’
che è quello in paziente con supporto respiratorio e
dichiarazione di morte encefalica, che avviene accertando
l’assenza di attività cerebrale mediante elettroencefalogramma.
Oltre al cuore, si spiega, in questo caso sono stati
prelevati e trapiantati anche fegato e reni dai centri trapianto
regionali e tutti i pazienti riceventi sono “in buone condizioni
e già casa”. “Ringraziamo il giovane donatore e la sua famiglia
per questa scelta. La donazione è una possibilità concreta di
vita, un gesto che trasforma un grande dolore in speranza”
commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani. “Donare un
organo è una scelta di grande altruismo – sostiene l’assessore
al diritto alla salute della Toscana, Simone Bezzini – Il primo
pensiero va al donatore e ai suoi familiari”. Al prelievo ha
partecipato l’equipe del Centro trapianti di cuore dell’Ospedale
di Padova, con il quale da molti anni il Centro trapianti cuore
di Siena collabora. Ad agosto erano stati effettuati con
successo una donazione e un prelievo analoghi, a Pisa, che hanno
permesso il trapianto di cuore, fegato e reni. La peculiarità
della donazione di Careggi risiede nella complessità tecnica e
nell’efficace sinergia di più equipe prelievo-trapianto
regionali ed extraregionali. “Il prelievo effettuato rappresenta
un esempio di eccellenza del nostro sistema sanitario – conclude
Bezzini -: merito dei nostri professionisti, grazie ai quali è
stato possibile ripetere questo intervento a distanza di pochi
mesi. E’ la dimostrazione che processi donativi così complessi
sono possibili in più sedi della nostra regione”. Careggi,
ricorda infine la Regione, è da anni il centro in Italia con il
maggior numero di donatori a cuore fermo non controllato,
pazienti con arresto cardiaco refrattario nei quali non vi è
possibilità terapeutica.
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