di Enrico Iemboli
Il Rotary ha promosso un convegno su come deve svilupparsi la città di Corigliano Rossano per aggregare i comuni del territorio sull’idea di istituzione della Provincia nell’area della Calabria del Nord Est.
Sul territorio del nord est della fascia Jonica è stata fatta la “fusione” di Corigliano e di Rossano, una delle più importanti d’Italia e la terza d’Europa, che ha dato origine ad una città di 77 mila abitanti, con un territorio di 346,56 Kmq che è il più vasto delle città della Calabria e con una costa di circa 30 Km. che può diventare il lungo mare più esteso d’Italia. Un fatto eccezionale che ha cambiato le prospettive di sviluppo per l’intera area.
E’ necessario averne consapevolezza e progettare il futuro partendo dalla propria storia e dalle risorse che il territorio possiede, al fine di diventare anche polo di riferimento per l’area della Sibaritide.
Come deve svilupparsi la nuova città e che ruolo deve avere nel contesto del territorio?
Il Rotary ha avviato una riflessione che i due Club della città, il “Rossano Bisantium” ed il Corigliano Rossano “Sibaris” hanno presentato in un convegno tenutosi presso la Sala Rossa di San Bernardino, chiamando a relazionare tecnici qualificati i quali hanno confermato che la “fusione” delle due realtà urbane ha aperto uno scenario nuovo e che potenzialmente può giocarsi la partita per l’istituzione di una nuova Provincia a condizione che diventi “attrattiva”, che sappia cioè sviluppare un modello di servizi per se stessa e per il territorio che ad essa guarda.
Una interessante proposta che i relatori hanno sviluppato con i loro interventi, a cominciare dall’ing. Giovanni Soda, dirigente del Dipartimento Programmazione del Comune di Corigliano Rossano il quale ha affermato che il suo ufficio è tra quelli che maggiormente hanno progettato i fondi del PNRR che darà un volto nuovo alla città unica e ai suoi centri storici.
L’intervento dell’ing. Raffaele Zinno, docente di Scienza delle Costruzioni presso l’UNICA, ha rafforzato il rilancio dei centri storici che rappresentano il punto di partenza per il decollo della città. Secondo l’ing. Franco Vercillo la nuova città ha bisogno di un piano strategico che ridisegni il territorio alla luce delle adesioni che i Comuni della Calabria del nord est hanno manifestato per l’istituzione della nuova provincia.
A soddisfare tale curiosità, l’intervento dell’ing. Giosuè Giovinazzo che ha illustrato lo stato di fatto della città , situazione dalla quale bisogna partire per immaginare un futuro e pervenire ad una aggregazione che veda il territorio di questa area Jonica unito.
Giovinazzo ha subito messo in evidenza che la presenza di molte frazioni abitate richiede di affrontare il problema della connessione di questi policentri tramite una infrastruttura di trasporto che integri il trasporto ferroviario e quello su gomma.
Dati interessanti sono emersi per quanto riguarda la capacità abitativa che, da un’analisi dei dati riferita all’anno 2011 e in base al numero dei vani presenti, è stimata in circa 140.000 abitanti su circa 75.000 residenti. Tenendo conto dell’alto tasso di vani abusivi, se si proietta il dato del 2011 ad oggi, la capacità abitativa dai 140.000 balza a 170.000 abitanti stimati. Quindi, non si ha bisogno di destinare altro suolo all’edificazione abitativa , è invece necessario incentivare la riqualificazione urbana dell’esistente, in particolar modo nei centri storici per la finalità di rendere attrattiva la città nel suo complesso, oltre che accrescere anche il valore immobiliare.
Con tale premessa, quali sono le occasioni di sviluppo della città-capoluogo?
Prima di tutto la città deve avere una mobilità sostenibile tra le varie aree urbane, ragion per cui le infrastrutture esistenti necessita renderle coerenti con le nuove esigenze del territorio, ad iniziare da quella ferroviaria che ad oggi ha una densità di utilizzo quasi trascurabile, creando una metropolitana di superficie che connetta l’intera città a partire dalla stazione ferroviaria di Sibari fino alla stazione di Mirto Crosia (Nord e Sud del territorio). Su questo tratto basta realizzare delle stazioni/fermate, connesse alla viabilità ordinaria.
E’ ovvio che la connessione va estesa utilizzando navette su gomma o tranvie che collegano i centri montani con i centri a mare, interconnessi alle fermate/stazioni della metropolitana di superficie. In aggiunta alla ferrovia esistente necessità un raccordo ferroviario che si biforca dopo l’uscita dalla stazione FS di Sibari per connettere il porto turistico di Sibari ed il parco archeologico di Sibari, l’area industriale della città di Corigliano Rossano ed il porto industriale commerciale dell’area urbana di Schiavonea e chiudendo il raccordo ferroviario con la stazione centrale dell’area urbana di Corigliano Scalo.
Tale raccordo, secondo Giovinazzo, “consentirà al porto di Schiavonea di avere una stazione marittima che consentirebbe la creazione delle linee di traghetto verso il Sud della Grecia, Malta e Turchia nonché entrare nelle rotte delle navi da crociera, oltre a consentire uno sviluppo industriale e commerciale tramite un accordo di programma con l’autorità di sistema portuale dei mari Tirreno e Meridionale e Jonio”, di cui fa parte il porto di Schiavonea per attività di transhipment per l’imbarco di container sulla rotta adriatica, in questo modo le merci prodotte nella Piana di Sibari potrebbero raggiungere facilmente oltre che rapidamente i mercati internazionali con costi competitivi.
Giovinazzo ha parlato anche della centrale Enel dove attualmente è in fase di dismissione l’impianto di produzione, ipotizzando per il futuro una prosecuzione dell’attività tramite l’utilizzo di impianti di di energia rinnovabile ed ha proposto la realizzazione di un sistema per produrre idrogeno da utilizzare per la mobilità sostenibile della città “metropolitana di superficie, bus a trazione a idrogeno”.
Le proposte accennate possono realizzare una città che consentirebbe una migliore qualità della vita dei cittadini ed una capacità di accoglienza per una immigrazione dei centri periferici verso la città-capoluogo, ma anche accogliente per una immigrazione internazionale regolare, di cui la città ha bisogno sia per una crescita demografica e sia per il lavoro nelle aziende del territorio ed infine anche per la valorizzazione del patrimonio immobiliare presente, generando ricchezza sostenibile nel tempo.
E’ chiaro che tutto ciò ha come obiettivo la realizzazione di una città-capoluogo finalizzata alla legittima richiesta di una nuova provincia che potrebbe sviluppare tutto il territorio della Sibaritide.
L’istituzione della provincia garantirebbe una migliore organizzazione delle strutture e delle infrastrutture ed avrà anche sviluppi importanti sotto il profilo occupazionale, sia nell’ambito pubblico che privato, con ovvie ripercussioni sulle ricadute economiche sul territorio.
Un progetto di così grandi ambizioni ha tutte le condizioni per essere condiviso dalla società civile, dal mondo produttivo ed artigianale, da tutti coloro che operano sul territorio. Fin da subito, il mondo dell’associazionismo deve farlo proprio ed il Rotary per le capacità professionali che ha al suo interno, può e deve essere la guida promozionale del progetto.
Ovviamente la politica territoriale dovrà prendere atto delle aspirazioni del territorio ed avviare l’iter che necessariamente deve passare attraverso il consenso delle amministrazioni comunali e regionali per pervenire infine alla proposta di legge per la istituzione della nuova provincia che dovrà essere sviluppata e condivisa dai Parlamentari del Territorio e supportata da parlamentari di livello Nazionale.
F.to Enrico Iemboli
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