Sembra destinata a restare senza colpevoli la strage di Ustica. La procura di Roma ha chiesto al gip l’archiviazione dell’ultima inchiesta sul Dc-9 Itavia che la sera del 27 giugno 1980 precipitò nel mar Tirreno, provocando 81 morti. Lo scrive la Repubblica, riferendo che per i pm lo scenario resta comunque quello della battaglia aerea ed è stata esclusa la pista della bomba esplosa a bordo.
Secondo il quotidiano la procura romana non sarebbe riuscita a identificare la nazionalità dei caccia in assetto da guerra che quella sera erano nei cieli di Ustica e che avrebbero provocato l’abbattimento dell’aereo diretto da Bologna a Palermo e dunque a individuare i responsabili. E questo nonostante le decine di rogatorie internazionali – in particolare quelle degli ultimi anni con la Francia e gli Usa – e le numerose testimonianze raccolte dai magistrati. Ci sarebbe stata poca trasparenza nella collaborazione fornita dai Paesi ai quali l’Italia si è rivolta , con informazioni incomplete, non riscontrabili e in alcuni casi addirittura fuorvianti.
Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage: ‘Dolore e delusione’
“Con grande dolore e delusione apprendo la richiesta della Procura di Roma di archiviazione per la indagine sulla tragedia di Ustica aperta nel 2008 dopo le dichiarazione del Presidente Cossiga che indicava aerei francesi come responsabili dell’abbattimento del DC9 Itavia”. È la reazione alla richiesta di archiviazione della procura della Repubblica di Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica. Dolore, sottolinea Bonfietti, “per i nostri morti che non hanno ancora avuto completa giustizia e delusione per i tanti anni di indagini e sforzi di magistratura e avvocati che non hanno ancora potuto portare alla completa verità”.
“L’avevamo sempre ribadito, anche nell’ultimo anniversario a Bologna, confortati dalle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ci è sempre stato vicino in questi anni, che il nodo centrale dell’indagine era la collaborazione degli Stati amici e alleati, che avevano aerei da guerra nella vicinanza del DC9 Itavia nella tragica notte del 27 giugno 80”, sottolinea. “Oggi – prosegue – sappiamo ufficialmente che questa collaborazione non c’è stata, e la lettura degli atti ci permetterà di approfondire, ma da subito voglio considerare questa mancata collaborazione come un oltraggio alla nostra dignità nazionale che impedisce il raggiungimento della verità”. “La decisione di questi giorni della Procura – spiega – confermando lo scenario di guerra che aveva indicato la sentenza ordinanza del giudice Priore ci pone ancora davanti ai tanti perché che abbiamo sollevato in questi anni. Per questo, anche dopo tanti anni, continuerà l’impegno della Associazione dei parenti della vittime della strage di Ustica che chiede di avere ancora al suo fianco tutte le forze democratiche del Paese. È necessario che la Repubblica italiana continui a pretendere collaborazione da tutti gli Stati amici e alleati per la propria dignità nazionale e per dare giustizia e verità alle Vittime della Strage di Ustica”.
Verini, ‘confermato scenario guerra, Italia si muova’
“Ci auguriamo che la richiesta di archiviazione non venga accolta. E ci auguriamo soprattutto che il Governo italiano si muova subito per ottenere dai paesi alleati, i cui aerei erano quella sera in quello scenario di guerra, quella collaborazione che è fin qui mancata, ma che è giusto pretendere. Per le 81 vittime, per i loro familiari, per il nostro Paese. E comunque, noi non archiviamo”. Lo afferma il senatore Walter Verini, capogruppo Pd in Commissione Antimafia., commentando la richiesta di archiviazione dei pm di Roma dell’inchiesta sulla strage di Ustica. Richiesta che “è una brutta notizia, pur confermando la verità su cosa accadde quella sera nel cielo sopra Ustica ed escludendo piste fantasiose e frutto di depistaggi. Il DC 9 Itavia venne abbattuto da un aereo di un paese alleato (che inseguiva un MIG libico nel quale si pensava ci fosse Gheddafi) in uno scenario di guerra, sul quale per decenni ci sono stati depistaggi, false testimonianze, morti sospette, sparizione di tracciati radar”. “Dall’altro lato, però -osserva Verini- la richiesta di archiviazione nasce dall’impossibilità, finora, di ottenere da paesi alleati, in particolare dalla Francia, la piena collaborazione: si sa cosa accadde, manca solo il timbro. A nulla sono valsi in questi anni richieste, rogatorie, qualche iniziativa di governi diversi. L’unico risultato lo ottennero Prodi e Veltroni nel 1997 ( il governo era presieduto da Prodi e Veltroni era vicepresidente) quando i due si mossero e ottennero i tracciati Nato dal Segretario Solana, che confermavano l’azione di guerra”.
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