La sinistra resta allergica alle armi ma solo per tornaconto elettorale

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 




È una sorta di richiamo della foresta. Un automatismo che fa archiviare in un baleno le parole belle sull’Europa e sulla difesa dell’Ucraina appena si introduce il tema del riarmo per garantire al vecchio continente un peso a livello internazionale. Non c’è niente da fare, a sinistra funziona così. Un passo avanti e due indietro. È fatale.

La presidente della Commissione europea von der Leyen annuncia un piano che mette a disposizione della difesa dell’Unione 800 miliardi e le belle parole dei giorni scorsi finiscono in soffitta. Addirittura Giuseppe Conte, vestiti i panni del Gandhi di Volturara Appula, annuncia che diserterà la piazza per l’Europa di domenica prossima, l’iniziativa lanciata da Michele Serra su Repubblica. «Che ci vado a fare?», chiede. Gli fanno eco la sinistra radicale e i verdi. «L’uscita di Ursula – quasi grida Bonelli – è allucinante, allucinante! I paesi europei già ora spendono per la difesa 730 miliardi, il 58% in più della Russia. Il problema non è spendere ma razionalizzare».

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Elly Schlein non si spinge a tanto, ma critica lo stesso Ursula perché ha parlato di riarmo degli Stati e non di difesa comune. Interpretazione tutta da dimostrare ecco perché le parole della leader del Pd hanno tanto il sapore di un distinguo capzioso. Un distinguo che stride con il momento attuale visto che Trump blocca gli aiuti militari per Kiev e Zelensky lancia un S.O.S. a Bruxelles e alle cancellerie del vecchio continente per avere l’equivalente dall’Europa. L’alternativa, inutile nasconderselo, è lasciare gli ucraini alla mercé dell’armata rossa.

Insomma, oggi sarebbe il momento di agire, non di congetturare. Solo che a sinistra anche i più avvertiti, i più sensibili ai temi europei, i cosiddetti riformisti, si nascondono dietro mille riserve, distinguo, formule lessicali. «La von der Leyen – osserva Graziano Delrio – avrebbe fatto meglio a parlare di proteggere l’Europa non di riarmarla. Con quelle parole allarma l’opinione pubblica. La gente si chiede chi metterà i soldi. Inoltre un’operazione di questo tipo puoi farla solo sotto il cappello di una grande iniziativa per dar vita ad un esercito europeo». «La von der Leyen – introduce un altro argomento l’ex-ministro Vincenzo Amendola – annuncia 800 miliardi, ma il cash quant’è? Io conosco gli eurobucrati: fanno un elenco di fondi da utilizzare per poi sganciare la metà, della metà, della metà della cifra iniziale. E invece ci vuole l’argent come diceva Napoleone per vincere le guerre. La verità è che la von der Leyen fa solo titoli, sarebbe una grande titolista per un giornale».

Magari Amendola qualche ragione ce l’ha, ma nelle settimane in cui Trump e Putin, la strana coppia, si prendono quotidianamente le aperture dei giornali, qualche titolo che parli delle iniziative della vecchia cara Europa sarebbe essenziale. Sarebbe un modo per rincuorare chi ci crede ancora, per dimostrare che l’Europa c’è e non è solo un’espressione geografica, la famosa frase del Metternich sull’Italia che, a quanto pare, il Cremlino e la Casa Bianca hanno riadattato alla Ue.

Siamo all’a,b,c ma a sinistra fanno orecchie da mercante. Sicuramente con discorsi meno bruschi – a parte Conte – di quelli di Salvini, ma che alla fine servono a non pronunciare il fatidico «sì» sulle armi. E in questa logica perversa c’è qualcosa che fa somigliare la sinistra nostrana a Trump.

The Donald nell’incontro con Zelensky ha mischiato questioni di politica internazionale e di politica interna, ha parlato della pace, di Kiev e quant’altro ma in un modo e nell’altro ha ficcato polemicamente nella conversazione anche i nomi di Obama e Biden poco e niente. Anche Schlein e compagni parlano di armi, di Ucraina e di pace con un occhio, purtroppo, alla politica interna. Ragionano sulle tragedie ponendosi dei limiti, delle inibizioni per evitare di mostrare all’esterno le loro divisioni. «Io – spiega l’ex presidente della Camera, il grillino Roberto Fico – sono per l’Ucraina senza alcun dubbio, so chi è Putin, ma a sinistra, diciamocelo francamente, il tema delle armi è indigesto, è l’unico tema lacerante, divisivo impedisce l’unità».

Appunto, tutti sono consapevoli, come dice Federico Fornaro, piddino di scuola Bersani, che «nel mondo siamo

passati dal calcio al rugby, per cui se vuoi giocare ti devi fare il fisico, cioè armarti», solo che poi alla fine quando si passa dalle parole ai fatti, la sinistra del Belpaese non scende in campo, resta negli spogliatoi.

Microcredito

per le aziende

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link