Lavoratori sfruttati e irregolarità in diciotto aziende su 29 controllate: due su tre. Diciotto lavoratori non regolarmente assunti, sospensione delle attività per sette società, novemila euro di sanzioni amministrative e segnalazione di cinque aziende destinatarie di fondi europei presso Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, per la sospensione o revoca dei finanziamenti ottenuti. Sono passati appena sei mesi da giugno quando, a pochi giorni dalla morte di Satnam Singh, Inps e Carabinieri avevano registrato un’impennata del 53% delle assunzioni nel comparto agricolo in Agro Pontino, dalle 4.790 tra 1 giugno e 15 luglio del 2023 alle 7.368 di quest’anno. Ma il picco di regolarità, coincidente con quello dei controlli messi in campo dall’ispettorato del lavoro a seguito del caso Satnam, sembra già storia passata.
“Condizionalità sociale sì ma con i controlli”
Il sistema agricoltura ha bisogno di manodopera a basso costo per andare avanti. Il decreto flussi, seppur riformato, resta la cornice legale con il quale procurarsela. La Politica Agricola Comune 2023-2027 (Pac) vincola la concessione dei pagamenti dei generosi sussidi all’agricoltura che valgono circa il 20% dell’intero bilancio comunitario al rispetto di norme relative alle condizioni di lavoro e di impiego dei lavoratori agricoli, salute e sicurezza inclusi. L’obbligo di ricezione per i paesi europei scatta dal 1 gennaio 2025, mentre in Italia il meccanismo è in vigore dal 1 gennaio 2023 ma, tra decreti attuativi e verifiche di Agea, sta diventando operativo in queste settimane.
Il bilancio del primo anno di Pac in Italia
“Noi sulla condizonalità sociale facciamo una battaglia da un decennio”, spiega Stefano Morea, responsabile della Flai Cgil Roma e Lazio, “il tema della Pac è centrale, è necessario interrompere il flusso di finanziamenti quando non c’è rispetto delle regole. C’è comunque il problema della carenza di personale negli ispettorati del lavoro, senza controlli non si attivano le sanzioni. Però le condizioni per fare verifiche dentro le aziende ci sono, a partire da quelle fatte in remoto anche grazie all’incrocio di banche dati che rendono possibile capire chi, a fronte di una produzione cospicua, utilizza troppi pochi impiegati in una determinata coltura”.
In questo senso va l’istituzione della banca dati inter-operativa tra INPS e Agea, presentata a luglio 2024 per sviluppare una strategia congiunta di contrasto al fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Come si legge dal protocollo “Agea avrà un ruolo fondamentale, mettendo a disposizione dati precisi e certificati sulle aziende agricole, che verranno inseriti in una banca dati comune, dalla quale potranno attingere gli altri enti, per verificare informazioni relative alle coltivazioni e agli allevamenti realizzati per ciascun anno solare e alle particelle catastali sulle quali si trovano i terreni”.
In effetti Agrilovato, cooperativa presso la quale era “impiegato” Satnam Singh, aveva ottenuto fondi europei per 131mila euro, non certo utilizzati per la sicurezza e la dignità dei propri lavoratori. Oltre alla leva economica sulle aziende – non è ancora dato sapere l’entità dei fondi sospesi o bloccati da Agea – resta il “problema” dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro in un settore, quello agricolo, con stringenti necessità stagionali. “Si parla di vittime di un sistema, il decreto flussi che consegna i migranti all’irregolarità”, dice Morea, “ci sono tantissimi casi di lavoratori che a migliaia di km di distanza riescono a trovare un contratto, arrivano in Italia e poi non riescono a concretizzare il rapporto di lavoro: è quello che è successo a Satnam.”
Rendere possibile la migrazione lavorativa
Proprio sull’onda del clamore suscitato dal caso Satnam e a seguito di alcuni dati diffusi da Ero Straniero, campagna per una nuova legge sull’immigrazione, che descrivono un sistema spesso manovrato dai tentacoli della criminalità organizzata, il decreto legge 145 del 2024 ha introdotto alcune restrizioni. In particolare per i cittadini provenienti da Bangladesh, Sri Lanka e Pakistan, che dovranno essere sottoposti a una verifica preliminare dell’Ispettorato del Lavoro sulla documentazione prodotta, prima di trasformare il nulla osta in permesso di soggiorno. Inoltre i datori di lavoro potranno presentare come utenti privati fino ad un massimo di tre richieste di nulla osta al lavoro. Cavilli burocratici che dovrebbero tamponare il mercato illegale dei nulla osta di cui si rendono protagonisti intermediari di vario tipo, come quello che abbiamo incontrato a Roma e di cui vi abbiamo raccontato qui.
Il problema, come segnalato da numerose associazioni di settore, è che ancora una volta il corretto svolgimento delle pratiche è delegato ai controlli di ispettori e funzionari i cui organici sono ridotti all’osso. In Bangladesh nel frattempo sono rimaste bloccate circa centomila persone, titolari di un nulla osta che non vale più niente, e si sono svolte diverse proteste di fronte all’ambasciata italiana per richiedere uno sblocco dei visti, fermi da prima del provvedimento del governo italiano. “Il tema centrale è l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro”, commenta Morea, “non esiste il luogo pubblico dove l’azienda possa trovare il suo lavoratore nel settore agricolo. In assenza è impossibile capire come possano trovarsi due che non parlano la stessa lingua, è all’interno di questo meccanismo che si inseriscono mediatori e caporali”.
La criminalità in provincia di Latina
In Agro Pontino il ricorso a manodopera sfruttata è strutturale alle produzioni ma le ispezioni restano troppo poche. Nel 2023 su 8.222 ispezioni e totale accessi per settore produttivo, 222 sono state sul settore agricolo. Il tasso di irregolarità si è attestato al 64,5%: su 785 lavoratori le violazioni riscontrate sono state 608 per casi di caporalato/sfruttamento (sui 2.123 verificati in tutta Italia, come riportato dall’ultimo rapporto Agromafie e caporalato della Flai Cgil), 61 lavoro nero, 34 salute e sicurezza, 17 di intermediazione, 33 violazioni penali, 72 violazioni amministrative e 3 per lavoratori extra comunitari privi di permesso di soggiorno.
Secondo la Relazione semestrale della Dia 2023 il Lazio “rappresenta un caso emblematico, con la produzione ortofrutticola, in particolare della provincia di Latina, condizionata dal radicamento di clan di varia appartenenza mafiosa e da un diffuso sistema di caporalato”. A preoccupare la direzione investigativa antimafia c’è la diffusione nel comparto del fenomeno dell’usura che nel 2023 in regione, nel comparto agricolo, “ha raggiunto un valore del 120% annuo, per un giro complessivo di 40 milioni di euro: 15,5 milioni nella provincia romana, 13 in quella di Latina, 8 a Viterbo, due a Frosinone e un milione a Rieti”.
L’alternativa che nessuno vuole percorrere
Incontriamo Shah Mohammed nella piccola sede dell’associazione che rappresenta, ItalBangla, in un locale adibito a Caf al piano terra di una palazzina in via di Torpignattara. Ci mostra orgoglioso sul suo portatile i video dei tanti lavoratori che ha formato in Bangladesh e che sono in procinto di arrivare in Italia nell’ambito del programma Bangla Dream cui partecipa con la sua associazione. Il progetto prevede il coinvolgimento di un ente di formazione, l’Università di Siena, un’agenzia per il lavoro, Format, ItalBangla in Italia e Greenland in Bangladesh per il reperimento della manodopera e l’organizzazione della formazione. Il tutto rientra nella procedura introdotta dal decreto Cutro che stabilisce una quota di ingressi vincolata alla formazione linguistica e professionale, sotto la supervisione delle ambasciate territoriali.
“Questi Cv sono i risultati del nostro progetto che è focalizzato nei settori dell’edilizia e della sartoria. Ci hanno dato l’autorizzazione per formare centro lavoratori nel settore tessile e venti saldatori, gli insegniamo la lingua, il mestiere e l’ente di formazione deve dare il suo beneplacito sennò non arrivano i visti”. Sul sito su cui ha raccolto tutti i cv c’è anche la voce agricoltura, vuota. “Non abbiamo richiesta dai datori di lavoro”, spiega Mohammed, “sennò imposteremmo un lavoro ma è necessario l’input di chi assume. La gran parte in quel settore lo fa attraverso il decreto flussi rivolgendosi a intermediari di comunità che si prendono una percentuale. Siamo aperti a un dialogo con Coldiretti e Confagricoltura per aprire canali di questo tipo”.
A conclusione della fase di precompilazione delle domande del decreto flussi 2025, una novità che si è svolta dal 1° al 30 novembre 2024, sono state presentate 180.012 domande, a fronte di 180.720 quote previste, secondo quanto riportato dal ministero dell’Interno. Delle 180.012 domande precompilate, 66.761 sono per lavoro subordinato stagionale; settore nel quale si è assistito a una riduzione dell’80% delle stesse. La diminuzione generale delle domande di lavoratori è del 73%. Per il governo si tratta di una diretta conseguenza delle restrizioni del decreto legge appena deliberato. “Ma lo si dice prima dei controlli, che ancora non sono stati effettuati”, fa sapere l’associazione Ero Straniero. “La verità è che tante associazioni patronali e aziende si sono tirate indietro da questa opportunità, anche per le difficoltà di caricamento sul portale”. Resta da chiedersi allora dove troveranno le aziende i braccianti necessari alla raccolta del 2025 – 200mila gli irregolari censiti quest’anno. Con ogni probabilità nelle sacche di clandestinità già generate dai click day degli anni passati o da paesi che non siano stati toccati dai maggiori controlli.
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