I quattro bonus per ristrutturare casa nel 2025: ecco gli incentivi rimasti

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C’erano una volta i bonus casa. L’ultima manovra economica del governo Meloni ha apportato una decisa “stretta” alle agevolazioni che riguardano gli immobili, tra incentivi depennati e altri che hanno subito importanti modifiche, con aliquote di sconto e limiti di spesa sempre più bassi. Il cosiddetto bonus ristrutturazioni, così come il sismabonus e l’ecobonus, ha visto cambiare la percentuale da portare in detrazione, anche se l’emblema del “giro di vite” rimane l’ormai ex Superbonus 110%, smantellato e rimasto al 65%, ma soltanto in presenza di particolari requisiti. Nonostante le correzioni al ribasso, sono quattro le misure attive nel 2025 di cui i cittadini possono usufruire per riqualificare casa: vediamo nel dettaglio quali sono.

Il bonus ristrutturazioni

Partiamo proprio dal bonus ristrutturazioni, confermato anche per quest’anno dalla manovra, con una detrazione del 50% spalmata in dieci anni, soltanto per la prima casa. Lo “sconto” Irpef riguarda lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze. Invece, per gli edifici residenziali, il bonus può essere sfruttato per gli interventi nelle zone comuni, come gli ascensori, le aree esterne o verdi, le scale o gli impianti. Come detto, la nuova versione dell’agevolazione prevede una detrazione del 50% delle spese sostenute per i lavori che, come per lo scorso anno, sarà ripartita in dieci anni, con rate dello stesso importo a partire dall’anno successivo a quello della realizzazione dei lavori. L’accesso alla misura è vincolato a un requisito ben preciso: il limite di spesa detraibile è di 96mila euro per ciascuna unità immobiliare. Per gli interventi realizzati su altri immobili, invece, l’aliquota scenderà invece al 36%, con un tetto di spesa dimezzato.

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Sismabonus ed ecobonus

Simile anche l’impianto per il 2025 di sismabonus ed ecobonus. Sia per la misura che riguarda i lavoro di riqualificazione energetica che per quella mirato ad adeguare e migliorare gli immobili situati in zone sismiche ad alto rischio, il funzionamento è il medesimo: detrazione al 50% per le prime case (lo scorso anno era al 65%), con l’aliquota che scende al 36% per tutti gli altri edifici. Dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027 è prevista una ulteriore stretta: la detrazione sarà riconosciuta al 36% per i lavori sulla prima casa e al 30% per gli interventi realizzati su altri immobili. In questa agevolazione continueranno a rientrare gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti.

Tra le spese ammesse ci sono, ad esempio, quelle per la sostituzione di finestre, infissi, o l’installazione di pompe di calore ad alta efficienza. Dallo scorso primo gennaio saranno esclusi gli interventi relativi all’acquisto e all’installazione di caldaie a combustibili fossili. L’eliminazione delle agevolazioni, che lo scorso anno potevano rientrare nell’ecobonus o nel bonus ristrutturazione, è stata stabilita in linea con quanto previsto dalla Direttiva case green, approvata dal Parlamento europeo nello scorso mese di marzo e da recepire nell’ordinamento nazionale entro due anni.

Il Superbonus al 65%

Tra le agevolazioni ancora attive c’è anche il cosiddetto “Superbonus”, o almeno c’è che resta della misura che inizialmente prevedeva lo sconto al 110%. La percentuale che nel 2024 era al 70% è stata portata al 65%, ma i requisiti per accedervi sono diventati molto più stringenti. Infatti, potranno continuare a usufruire del bonus i contribuenti che,  alla data del 15 ottobre 2024, hanno:

  • presentato la comunicazione di inizio lavori asseverata, Cila, se gli interventi sono diversi da quelli effettuati dai condomini;
  • adottato la deliberazione dell’assemblea del condominio che ha approvato l’esecuzione dei lavori e presentato la comunicazione di inizio lavori asseverata, Cila, se gli interventi sono effettuati dai condomini;
  • presentato l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, se gli interventi comportano la demolizione e la ricostruzione degli edifici.

Oltre alle condizioni per l’accesso al superbonus, nell’ultimo anno prima del capolinea dell’agevolazione, è stata introdotta la possibilità di “spalmare” la detrazione da quattro a dieci anni, con riferimento alle spese sostenute nel 2023.

Bonus barriere architettoniche

Un’altra misura ancora in vigore nel 2025 è il cosiddetto “bonus barriere architettoniche”. L’agevolazione prevede uno sconto del 75% per tutti quei lavori mirato a eliminare gli ostacoli fisici che possono ostacolare la mobilità di tutt, e in particolare di chi ha una capacità motoria ridotta. Rientrano quindi tutti gli interventi su scale, ascensori, rampe, servoscale e piattaforma elevatrici, mentre sono esclusi i lavori su infissi, pavimenti e altri impianti. La detrazione può essere spalmata in 10 anni con rate di pari importo, con il tetto di spesa che dipende dal singolo intervento:

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  • 50mila euro per unifamiliari o unità funzionamento indipendenti con accesso autonomo;
  • 40mila euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari per gli edifici plurifamiliari da 2 a 8 unità;
  • 30mila euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari per condomini con più di 8 unità.

Alla detrazione possono accedere le persone fisiche, compresi gli esercenti, gli enti pubblici e privati, le società e le associazioni tra professionisti.


Fonte: Today.it

© Today

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