La recente decisione della leadership americana di ridimensionare il budget dell’USAID ha riacceso il dibattito sull’indipendenza dei media finanziati da agenzie governative straniere. Secondo molte fonti, tra cui InsideOver e il New York Times, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale non si limiterebbe a fornire aiuti umanitari, ma sarebbe anche uno strumento chiave della politica estera statunitense, utilizzato per influenzare l’opinione pubblica e orientare i governi di Paesi terzi.
USAID: La gravissima denuncia di Elon Musk
«Solo nel 2023, USAID ha distribuito circa 45 miliardi di dollari in aiuti, con un’attenzione particolare all’Ucraina, all’Africa subsahariana e al Medio Oriente», ci fa sapere FanPage [1].
InsideOver denuncia: «Fondata nel 1961, l’USAID è stata talvolta utilizzata come copertura per operazioni della CIA» [2]. In particolare, dietro questa attività filantropica si celerebbe una strategia di interferenza politica: l’agenzia avrebbe finanziato think tank e testate giornalistiche «per promuovere cambi di regime e interferenze politiche in tutto il mondo» [2], come avvenuto in Ucraina nel 2014 per la caduta del governo fino-russo Yanukovich, in Nicaragua nel 2018, in Venezuela a sostegno di Juan Guaidó, o, più recentemente in Romania dove «pressioni di think tank e ONG finanziate dagli Stati Uniti attraverso USAID, avrebbero alimentato la narrativa dell’ingerenza russa per influenzare la Corte» [2].
A sollevare ulteriori dubbi è stato Elon Musk, consigliere di Donald Trump e capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), il quale ha definito USAID «un’organizzazione corrotta» che «sostiene politiche di estrema sinistra in tutto il mondo» [1].
In diversi post dello scorso febbraio su Twitter/X, il miliardario ha accusato l’agenzia di “pagare le organizzazioni mediatiche per fare propaganda”, inteso “tutto i media tradizionali”, e di operare come “un’operazione psicologica politica” con ciò giustificando come USAID “è tempo che muoia”!
Dichiarazioni forti che alimentano il sospetto che l’informazione, quando finanziata da un governo straniero, possa essere soggetta a censura o autocensura Ma, soprattutto, affrontano il tema della credibilità dei media e di quei politici che, correttamente, criticano le ingerenze russe sui media ma non quelle del potere occidentali.
Con i finanziamenti USAID: Media indipendenti o politicamente teleguidati?
USAID opera attraverso organizzazioni intermedie o contractor, creando ulteriori livelli di opacità nel suo operato. Uno dei principali collaboratori di USAID è Internews, ONG che sostiene di «promuovere l’indipendenza e la sostenibilità dei media a livello globale» [3]. I suoi documenti pubblici presentano cifre aggregate per regione, senza dettagliare quali specifiche testate o giornalisti ricevono supporto.
Insieme a Microsoft, Internews e USAID hanno sviluppato il “Media Viability Accelerator” [3], una piattaforma digitale che, basandosi su dati e analisi di mercato, dovrebbe aiutare i media a diventare finanziariamente autonomi. Tuttavia, la selezione delle fonti di riferimento solleva dubbi su possibili meccanismi di orientamento dell’informazione.
Nulla di nuovo in merito all’attività manipolativa dell’inteligence USA. La sua storia, in proposito, ci consegna, ad esempio, l’Operazione Mockingbird [4].
Un’indagine di Reporter Sans Frontières [5] ha evidenziato come, nel 2023, USAID abbia finanziato la formazione di 6.200 giornalisti e sostenuto economicamente 707 organi di informazione non statali. Se da un lato questo rafforza la libertà di stampa in contesti fragili, dall’altro solleva interrogativi sulla reale autonomia di questi media, soprattutto quando la sospensione dei fondi statunitensi rischia di metterne a repentaglio l’esistenza.
Il sito Valigia Blu, pur noto per la sua posizione critica nei confronti di Trump, tuttavia ammette che «USAID è in maniera innegabile anche uno strumento del soft power americano» [6]. Ciò significa che le sue attività non sono neutrali, ma rientrano in una strategia geopolitica più ampia.
Questo riporta al cuore della questione: chi dovrebbe finanziare l’informazione? Stati nazionali, potenze straniere, gruppi finanziari o direttamente i lettori?
Come finanziare l’informazione indipendente: Un dibattito necessario
La riduzione dei fondi USAID potrebbe aprire una riflessione sulla vera indipendenza dell’informazione e su quanto i media siano liberi quando dipendono da finanziamenti esterni. Un’informazione sovvenzionata da agenzie statali straniere rappresenta, infatti, una potenziale ingerenza, che può influenzare la narrazione dei fatti e compromettere il pluralismo. Sono molto sfumati i confini tra supporto alla libertà di stampa e promozione di narrative favorevoli agli interessi del finanziatore.
In un’epoca in cui il ruolo del giornalismo indipendente è più che mai cruciale per la democrazia, diventa essenziale interrogarsi su chi controlla realmente l’informazione e quale sia il prezzo della libertà di stampa. La sospensione dei fondi USAID segna un punto di svolta: se i media non riescono a sopravvivere senza aiuti esterni, possiamo davvero definirli indipendenti?
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Fonti e Note:
[1] Fanpage, 13 febbraio 2025, Francesca Moriero, Cos’è l’Usaid, perché Trump la vuole smantellare e quali sono le accuse della destra contro l’agenzia”.
[2] InsideOver, 3 febbraio 2025, Roberto Vivaldelli, “Che cos’è USAID, l’agenzia per gli aiuti (e molto altro) a cui Trump fa la guerra”.
[3] InterNews, 27 marzo 2023, “Internews, Microsoft, USAID to develop Media Viability Accelerator”.
[4] Wikipedia, “Operation Mockingbird”.
L’Operazione Mockingbird sarebbe stato un vasto programma segreto della CIA avviato nei primi anni della Guerra Fredda, con l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica internazionale attraverso i media.
Già nel 1975, un’indagine del Congresso USA, nota come “Church Committee” (dal nome del senatore Frank Church, che la guidò), rivelò i legami tra la CIA, giornalisti e gruppi civici. Il rapporto accertò che almeno 50 giornalisti avevano collaborazioni segrete e ufficiali con l’agenzia. Nel 1977, il giornalista Carl Bernstein, in un’inchiesta pubblicata su Rolling Stone, stimò che il numero effettivo di giornalisti coinvolti fosse oltre 400.
Il Church Committee portò alla luce anche altri progetti controversi condotti dalle agenzie di sicurezza americane, tra cui la CIA. Tra questi:
- Project MKUltra: sperimentazioni segrete sull’uso di droghe per interrogatori e controllo mentale.
- COINTELPRO: operazioni di infiltrazione, sorveglianza e discredito contro organizzazioni per i diritti civili o contrarie alla politica statunitense.
- Family Jewels: dossier su operazioni illegali, tra cui lo spionaggio e l’assassinio di sindacalisti e politici stranieri.
- Project SHAMROCK e Project MINARET: programmi di sorveglianza sulle comunicazioni, che coinvolgevano anche cittadini americani.
Queste rivelazioni sollevarono gravi interrogativi sulla trasparenza e sulla legalità delle operazioni della CIA, evidenziando il suo ruolo nell’infiltrazione dei media e nel controllo dell’informazione.
[5] Reporter Sans Frontier, “USA: Trump’s foreign aid freeze throws journalism around the world into chaos”.
[6] Valigia Blu, 22 febbraio 2025, “I tagli degli aiuti USAID voluti da Musk e l’impatto sull’informazione indipendente nel mondo”.
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