Giornata mondiale dell’obesità: il “Manifesto” di Valter Longo

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Il 4 marzo è la giornata mondiale dell’obesità e un’occasione in più per fare una riflessione irrimandabile sul nostro futuro e quello dei bambini. Come educarli a mangiare sano? Quali sono i cibi da proporgli perché crescano in salute? Come capire se sono in sovrappeso? Come aiutarli a perdere peso, quando serve, con la serenità necessaria in modo che per loro la dieta non diventi un’ossessione?

Da qui parte Il manifesto per un’Italia senza obesità della Fondazione Valter Longo: uno strumento per famiglie, scuole, docenti e istituzioni che per la prima volta, proprio in occasione della Giornata mondiale dell’obesità, possiamo leggere tutti perché è stato messo a disposizione gratuita online (su www.fondazionevalterlongo.org). Un piccolo, ma denso volume con il contributo di psicologi, pediatri ed esperti della fondazione – e con l’introduzione di Valter Longo, professore di Biogerontologia e direttore del Longevity Institute alla University of Southern California di Los Angeles – che fa il punto sull’obesità in Italia e dà le linee guida da seguire spiegando cosa voglia dire essere obesi sin da bambini.

Manifesto per un’Italia senza Obesità 2025 – Fondazione Valter Longo Onlus.

I dati sull’obesità infantile in Italia

L’Italia è tra i Paesi con il più alto tasso di obesità infantile con picchi di oltre il 43% nel Meridione (siamo secondi solamente a Cipro e quasi allo stesso livello di Grecia e Spagna) e il motivo siamo noi adulti: non diamo l’esempio (siamo obesi anche noi), non li educhiamo a mangiare correttamente e soprattutto non ci rendiamo conto della gravità del problema. I dati della Fondazione Valter Longo dicono infatti che per oltre il 45% dei casi l’obesità infantile in Italia è molto spesso sottovalutata da noi genitori.

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Quali sono le conseguenze dell’obesità

Forse ignoriamo il fatto che un bambino obeso è sensibilmente più esposto al rischio di malattie croniche come il diabete, malattie cardiovascolari, diversi tipi di tumore. E probabilmente ignoriamo anche che l’obesità pediatrica è spesso associata a conseguenze psicosociali negative, tra cui una scarsa qualità della vita, ansia, depressione e stigma correlato al peso aumentato. Il Manifesto della Fondazione lo spiega bene, e spiega anche molto chiaramente quanto costi non investire in educazione alimentare (altro esempio di come in Italia si tenda a sottovalutare il problema).

L’obesità costa come il Covid

I costi sociali ed economici dell’obesità sono enormi: il World Obesity Atlas 2023, pubblicato dalla World Obesity Federation, prevede che l’impatto economico globale del sovrappeso e dell’obesità raggiungerà i 4,32 trilioni di dollari all’anno entro il 2035 se le misure di prevenzione e cura non migliorano: quasi il 3% del PIL mondiale, paragonabile all’impatto di COVID-19 nel 2020.

«L’obesità è una delle sfide più urgenti del nostro tempo, con effetti devastanti sulla salute pubblica e sui sistemi sanitari globali» ha commentato infatti il professor Valter Longo, ricordando che la soluzione più efficace è la prevenzione primaria, vale a dire intervenire su fattori potenzialmente modificabili come l’alimentazione. Da dove cominciare? I dati della Fondazione Valter Longo dicono anche che i nostri bambini sono sovrappeso o obesi anzitutto perché mangiano troppo pane, pasta, pizza, e troppe proteine, sviluppando cattive abitudini che mantengono nel tempo.

«In questa battaglia, innanzitutto di alfabetizzazione sanitaria, Fondazione Valter Longo è in prima linea con oltre 75mila bambini e studenti italiani sensibilizzati nelle scuole su tale tema negli ultimi tre anni e un’attività di assistenza nutrizionale prestata quotidianamente a tanti pazienti in sovrappeso o in condizione di obesità» ha commentato Antonluca Matarazzo, amministratore delegato della Fondazione Valter Longo Onlus. «Una integrazione fra sistema sanitario pubblico e quello costruito dalle realtà del terzo settore, che andrebbe riconosciuto come parte di una complessiva offerta pubblica, sarebbe un passaggio auspicabile e necessario per agevolare l’impatto immediato di interventi realmente risolutivi volti a consentire una reale sostenibilità sociale, sanitaria e finanziaria».

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