PIETRO PIERANTONI
È di pochi giorni fa la pubblicazione del nuovo rapporto Oxfam, che, come ogni anno, viene presentato in occasione dell’apertura del World Economic Forum di Davos – meeting che riunisce persone di spicco dell’imprenditoria, della politica, del giornalismo e della finanza per affrontare le questioni più urgenti del panorama mondiale.
Il report dal titolo “Disuguaglianza. Povertà ingiusta e ricchezza immeritata” evidenzia uno scenario in cui, sempre più, poche persone, il cosiddetto 1% del pianeta, detengono il 45% della ricchezza planetaria. Al contempo 3,5 miliardi di individui (pari al 44% della popolazione globale) si trova a vivere con meno di 6,85$ al giorno. Dati di questa portata lasciano trasparire l’impossibilità di riuscire ad eliminare la povertà internazionale entro il 2030.
Se guardiamo l’anno appena trascorso, il patrimonio dei dieci uomini più facoltosi è cresciuto a un ritmo di circa 100 milioni di dollari al giorno e sempre nel 2024 la ricchezza dei miliardari è lievitata di 2 mila miliardi di dollari, a un ritmo tale che ogni settimana sono nati 4 nuovi miliardari. Secondo dati forniti dalla rivista statunitense “Forbes”, il numero dei più ricchi del mondo è aumentato fino a 2682 unità in circa dieci anni e le loro fortune sempre nel medesimo arco temporale sono passate da 6300 miliardi a 14 mila miliardi di dollari[1]. Il capitale di Elon Musk, l’uomo al primo posto nella classifica dei paperoni e strenuo sostenitore del neoeletto presidente americano Trump, è cresciuto del 31% in 12 mesi, arrivando a valere oltre 330 miliardi di dollari a fine novembre del 2024 (oggi il patrimonio del tycoon ha superato i 400 miliardi). Parallelamente, sono 733 milioni le persone che soffrono la fame nel mondo con un incremento di 152 milioni rispetto al 2019.
Quando si parla di povertà non ci si riferisce però esclusivamente alla dimensione economica. Infatti, sono tante altre le variabili che portano un individuo a rientrare nella categoria dei “poveri”: Si pensi all’accesso o meno alla sanità, all’istruzione e all’acqua pulita.
Scorrendo il report di Oxfam, emerge che l’“accumulo di ricchezza in gran parte non [è] ascrivibile al merito, ma derivante da rendite di posizione (eredità, monopoli, clientelismo), da un sistema economico ‘estrattivo’ o da politiche, come nel caso italiano, che vanno caratterizzandosi più per il riconoscimento e la premialità di contesti e individui che sono già avvantaggiati”. Già l’economista francese Thomas Piketty nel suo libro “Il capitale nel XXI secolo”, che lo ha consacrato come uno dei più illustri studiosi delle dinamiche economiche del capitalismo, sosteneva che “il patrimonio non è solo una questione di merito. E i patrimoni ereditati arrivano sovente a ottenere un rendimento elevatissimo per il semplice effetto del loro volume iniziale”[2].
Anche per quanto riguarda il nostro paese, in Italia il 63% della ricchezza è frutto di eredità: “In 14 anni, la ricchezza del 10% più ricco delle famiglie italiane è aumentata di oltre 7 punti percentuali, mentre quella del 50% delle più povere è diminuita di quasi 1 punto percentuale.
È il quadro di un Paese delle fortune invertite con traiettorie di benessere familiare profondamente divergenti. Cristallizzando le differenze di opportunità nell’accesso a credito ed investimenti, a migliori istruzione, formazione e posizioni lavorative, le disuguaglianze definiscono strutture di cittadinanza differenziate. Persistendo nel passaggio da una generazione all’altra, impediscono all’ascensore sociale di ripartire”.
Secondo l’ultimo rapporto della Caritas Italiana (il 28°),[3] nel nostro Paese abbiamo una situazione sociale nella quale la povertà assoluta tende ad attestarsi su livelli record e numerosi rimangono quei problemi di disagio sociale nel quale versano diverse persone: pensiamo, in primis, al problema dell’abitazione, al pagamento delle utenze, alla ricerca di un lavoro stabile, dignitoso e ben remunerato solo per citarne alcuni. Secondo il report della Caritas, una persona su dieci vive in povertà assoluta per un totale di 5 milioni e 694 mila poveri (2 milioni e 217 mila famiglie). Altro dato importante che emerge consiste nel fatto che, dal 2014 ad oggi, la crescita della povertà non si è arrestata con una maggiore crescita durante e dopo il periodo della pandemia. Inoltre, se da un lato si è detto che la ricchezza non sempre è frutto del merito personale ma di un fatto ereditario, lo stesso vale per la povertà. Il dato che ci induce a riflettere è che chi nasce in una famiglia povera difficilmente può trasformare la sua condizione. Si può, perciò, affermare che lo stato di povertà è ereditario. A risentirne sono i più giovani: in Italia abbiamo ben 1 milione e 295 mila bambini poveri.
Lo studio di Oxfam si conclude con il quarto capitolo, intitolato “Per un futuro più giusto per tutti”, nel quale vengono avanzate alcune raccomandazioni circa interventi da applicare nei seguenti ambiti: 1) misure di contrasto alla povertà a vocazione universale; 2) misure per contrastare il lavoro povero e promuovere un lavoro dignitoso per tutti; 3) misure in materia fiscale per una maggiore equità del sistema impositivo; 4) misure di decentramento delle politiche pubbliche nel rispetto della Costituzione; 5) infine, Oxfam invita a intervenire con iniziative e disposizioni in ambito internazionale che aiutino a diminuire le disuguaglianze a livello planetario, incidendo sui processi ONU e G20.
Per un cambio di passo e quindi per giungere a un processo di cambiamento, occorre “mettere in pratica un’economia diversa, più giusta, inclusiva, sostenibile, che non lasci indietro nessuno”[4]. E una crescita che sia più equa – come riportato nella “Evangelii Gaudium” – “esige qualcosa di più della crescita economica, benché la presupponga: richiede decisioni, programmi, meccanismi e processi specificamente orientati a una migliore distribuzione delle entrate, alla creazione di opportunità di lavoro, a una promozione integrale dei poveri che superi il mero assistenzialismo”[5].
È possibile leggere e scaricare il rapporto 2025 al seguente indirizzo:
[1] La ricchezza globale dei miliardari vola a 14mila miliardi, + 121% in 10 anni, in <https://forbes.it/2024/12/06/la-ricchezza-dei-miliardari-vola-a-14-mila-miliardari/>.
[2] T. Piketty, Il capitale nel XXI secolo, Bompiani, Milano 2016, p. 683.
[3] Caritas Italiana, Fili d’erba nelle crepe. Risposte di speranza. Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia 2024, Palumbi 2024.
[4] L. Tonello, Nessuno resti indietro, editoriale, in “Il santo dei miracoli”, ottobre 2023, n. 9, p. 3.
[5] Francesco, Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, 24 novembre 2013, n. 204.
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