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Firenze sarà una delle prime, tra le città più grandi d’Italia a dotarsi di un Piano del Verde.

“Siamo convinti – spiegano il capogruppo PD Luca Milani con i vice capogruppo PD Alessandra Innocenti e Cristiano Balli – che questo strumento debba essere utilizzato al meglio da tutte le direzioni ed integrato con i progetti. Gli obiettivi che si pone sono trasversali e condivisibili dai cittadini. È una novità importante perché da questa prospettiva di pianificazione il verde non è più considerato un arredo urbano ma diventa parte essenziale della progettazione nella vita quotidiana dei cittadini.

Il Piano del Verde di Firenze presenta un approccio innovativo e sostenibile, puntando su: Soluzioni verdi integrate per la gestione delle acque e la mitigazione climatica. Forestazione urbana e biodiversità per migliorare la qualità ambientale. Gestione differenziata del verde con tecnologie smart per una maggiore efficienza. Partecipazione attiva dei cittadini con iniziative di monitoraggio e cura del verde.

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La nostra città – continuano i consiglieri PD – punta ad essere fra le prime d’Italia ad impostare una serie di strategie congiunte che si ispirano al principio 3-30-300: 3 alberi visibili da ogni finestra, il 30% di copertura verde e 300 metri al massimo tra casa e lo spazio verde più vicino.

Una rivoluzione green che vede nel Piano del Verde e degli spazi aperti uno strumento di settore, collegato al Piano Operativo, che ha l’obiettivo di rendere Firenze sostenibile, resiliente e vivibile per le generazioni presenti e future anche di fronte al cambiamento del clima di cui già si stanno vedendo gli effetti”.

“A nome di tutti e cinque i presidenti di Quartiere – ha detto in Consiglio comunale il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni – vogliamo ribadire che abbiamo seguito attentamente la formazione del Piano del verde e degli spazi aperti. È un piano che viene da lontano e che è diventato pieno di indirizzi strategici per costruire una città sostenibile senza lasciare indietro nessuna persona, nessuna comunità, nessun rione. Gli indirizzi del Piano hanno come obiettivo necessario e prioritario la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.

È un piano che mette in campo una nuova cultura e che deve diventare patrimonio comune di tutte le Direzioni tecniche dell’amministrazione comunale per quanto riguarda la progettazione e la gestione di ogni pezzo della nostra città, ma anche degli interventi privati. Si parla di piantumazione diffusa, della depavimentazione, dei pocket garden, dei parcheggi ombreggiati, della creazione di nuove aree di verde pubblico (anche attrezzate per ogni età), senza trascurare la manutenzione straordinaria di quelle già esistenti.

Ogni Quartiere – aggiunge Dormentoni – seguirà e supporterà in modo molto attento l’attuazione del Piano avendo proposte specifiche per i nostri rioni a seconda dei diversi bisogni rilevati dal nostro stare sul territorio quotidianamente oltre che dalle preziose analisi presenti nel quadro conoscitivo del Piano. Tutti i Consigli di Quartiere hanno creduto molto in questo Piano che punta alla sostenibilità guardando al futuro prossimo e al lungo periodo, all’Accessibilità, alla Partecipazione, alla Socialità e alla qualità della vita individuale e collettiva, all’Attività motoria, alla Salute.

I Quartieri se ne faranno carico – conclude il presidente Mirko Dormentoni – per progettare, e in alcuni casi, curare gli spazi verdi insieme ai cittadini”.

“Finalmente è giunto al termine il Piano del Verde, il cui lavoro ho avviato nel 2019 quando ero assessora all’ambiente e all’urbanistica per dotare la città di uno strumento importante nella lotta ai cambiamenti climatici per un diverso approccio alle infrastrutture verdi e blu, basando su queste lo sviluppo urbanistico della nostra città -dichiara la capogruppo di Firenze Democratica, Cecilia Del Re- In aula, ho ricordato i percorsi di partecipazione svolti tra il 2020 e il 2021, gli accordi di ricerca con l’Università, la mappatura delle isole di calore con il CNR. E ancora le visioni strategiche contenute nel Piano Strutturale sul sistema dei Parchi intorno all’Arno, e allo sviluppo che abbiamo disegnato nella parte nord-ovest della città.

Ringraziamo la Direzione Ambiente e tutti i tecnici che hanno lavorato a questo importante piano di settore – il primo Piano del Verde e degli spazi aperti della Città di Firenze – redatto in mezzo ad anni difficili: una pandemia di mezzo e vicissitudini politiche, che non hanno aiutato nella restituzione di una visione d’insieme e nello sviluppo di strategie chiare con obiettivi quantificabili predeterminati che possano aiutare nel monitoraggio e abilitare operatori ad effettuare interventi utili al drenaggio urbano, alla mitigazione del clima, alla realizzazione di interventi utili alla gestione del rischio idraulico.

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Anche il quadro conoscitivo è carente di diversi elementi, e per questo ci auguriamo che questo lavoro venga presto condiviso con la consulta e gli operatori del settore al fine di recepire osservazioni che possono migliorare questo lavoro.

Abbiamo presentato 10 emendamenti per arricchire il Piano di quei contributi, che, nei limiti dell’apporto di un Piano a cui sono state dedicate solo 2 commissioni consiliari, abbiamo ritenuto utile presentare per sottolineare determinati aspetti”.

“Ringraziamo i gruppi consiliari di maggioranza e quelli di opposizione che hanno votato a favore di alcune proposte. Di 30 emendamenti solo 5 hanno avuto un parere negativo. Rispetto agli altri 25, nella consapevolezza di non poter riscrivere complessivamente parti importanti del Piano del Verde, abbiamo preferito concentrarci su alcune priorità” dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune.

“Voto favorevole al Piano del Verde perché rappresenta uno strumento importante per il futuro della città e per la qualità della vita dei fiorentini. Tuttavia, adesso è necessario tradurre gli intenti in azioni concrete” dichiarano Francesco Casini e Francesco Grazzini, consiglieri comunali di Italia Viva.

“Il piano offre una visione chiara e ben strutturata della gestione del verde urbano, con un’importante mappatura delle aree verdi e delle infrastrutture connesse. Tuttavia, restano ancora molte sfide da affrontare, a partire dalle nuove progettazioni green, fino alla gestione e manutenzione delle alberature esistenti e alla realizzazione di nuovi interventi di piantumazione, che auspichiamo vengano avviati al più presto” proseguono i consiglieri.

Casini e Grazzini sottolineano inoltre la necessità di un maggiore investimento nella forestazione lungo le infrastrutture – come rete ferroviaria e autostrade –realtà alle quali potrebbero essere chiesti impegni per progetti condivisi di piantumazioni tesi a ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico da questi causati. Altrettanto innovativa e auspicabile sarebbe la previsione nei parchi e nelle aree gioco di spazi con essenze a basso contenuto di polline, “antiallergiche”, per garantire aree verdi più inclusive. Infine l’attivazione di un percorso culturale, anche didattico nelle scuole, sull’importanza del verde per la qualità di vita e per la creazione di una comunità consapevole.

“È fondamentale che questo piano non rimanga solo un documento di buone intenzioni. Firenze ha bisogno di una gestione del verde attenta ed efficace, che contempli anche la riduzione delle superfici asfaltate a favore di nuove aree alberate” aggiungono.

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Infine, un appello all’amministrazione, un segno concreto per passare dalle parole ai fatti: “Un caso emblematico è il progetto del nuovo parcheggio per bus in Viale Europa: mentre da un lato si parla di depavimentazione e valorizzazione del verde, dall’altro si insiste sulla progettazione e previsione di costruzione di un parcheggio per bus in un’area ancora permeabile, ignorando alternative più adeguate già esistenti come il grande parcheggio scambiatore nelle vicinanze. Serve coerenza tra le politiche e le scelte concrete”.

“Saremo attenti quindi a monitorare l’attuazione del Piano, affinché non resti solo un elenco di buone idee ed intenti, ma diventi uno strumento reale di trasformazione per la città” concludono Casini e Grazzini.

“Il nuovo piano del verde dell’amministrazione Funaro assomiglia più ad un manifesto ideologico anziché ad un documento strategico che dovrebbe guidare le politiche ambientali negli anni a venire. Una fotografia dell’esistente che nulla aggiunge, che non fornisce criteri e obiettivi per il futuro su tante questioni concrete, a partire dalle procedure d’appalto per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli spazi verdi.

Un libro di favole che concentra l’attenzione su piante rampicanti e pareti verdi senza dar risposte concrete in termini di vivibilità dei quartieri e, soprattutto, adeguatezza delle nuove piantumazioni, del tutto sottodimensionate rispetto alle reali esigenze che ha la città. Un piano che non è in grado di rispondere alle esigenze reali della città ma che sicuramente fa sembrare tutto molto “green” anche quando di concreto c’è ben poco.

Un documento, peraltro, che nelle intenzioni doveva legarsi alla nuova pianificazione urbanistica, ma che invece ne è divenuta una propaggine scollegata e disomogenea, senza né capo né coda” dichiarano i consiglieri del gruppo Fratelli d’Italia Angela Sirello (capogruppo), Matteo Chelli, Alessandro Draghi e Giovanni Gandolfo.

“Avrebbe fatto piacere avere più tempo per l’analisi del primo Piano del Verde del Comune di Firenze, come richiesto da molte forze politiche ma anche da associazioni ambientaliste e da tanti cittadini che hanno a cuore il futuro del verde in città” così il Capogruppo del MoVimento 5 Stelle Lorenzo Masi “Il Comune, non dimentichiamoci, che ci ha messo molto più del dovuto: l’ex assessore all’ambiente Giorgio aveva dichiarato che il Piano del Verde sarebbe stato pronto entro il 2023. Ventimila gli euro spesi per l’incarico di redazione affidato ad uno studio esterno e oltre un anno di ritardo”.

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“Condividiamo comunque lo spirito green dell’Amministrazione, il Piano parrebbe essere uno strumento di pianificazione apparentemente completo, c’è da capire se e come verrà realizzato”.“Di fatto, è innegabile che le risorse messe a disposizione sul piano degli investimenti sono passate da 18 a 36 milioni di euro, e questo è un dato molto positivo”.“Riteniamo comunque che debbano esserci delle priorità. Per questo motivo il MoVimento 5 Stelle ha presentato 5 ordini del giorno, affinchè sia data massima attenzione alle aree critiche della città – le cosiddette hot spot – che riguardano in particolare il centro storico, la zona di Peretola-Aeroporto Via Pistoiese/via Pratese e quella di Novoli/Firenze Nova/via Mariti/viale Corsica”.

“Chiediamo inoltre un aumento delle risorse destinate alla manutenzione del verde urbano, garantendo una corretta potatura delle piante, che eviti tagli eccessivi o errati che possono ridurre la vita degli arbusti stessi, e al fine di mantenere la stabilità e il valore ornamentale degli arbusti”.

“Non possiamo dimenticare poi che l’attuazione delle misure del Piano del Verde coinvolge anche quei soggetti istituzionali, penso a Regione e Soprintendenza, ma anche alle ditte che operano per conto del Comune, con i quali occorre istituire un tavolo tecnico permanente, per facilitare il dialogo e il lavoro sul campo”.

“E poi la riqualificazione delle aree cani in tutti i quartieri della città. Ce ne sono 51 in tutta Firenze ma lo stato di degrado in cui versano molte di queste non può essere tollerato. Chiediamo dunque una loro sistemazione, aprendo anche la possibilità della loro gestione da parte delle associazioni di volontariato attive sul territorio”.

“Ed infine, evitiamo l’abbattimento indiscriminato degli alberi che si trovano sul tragitto delle linee tramviarie in corso di realizzazione. Le rassicurazioni dell’Amministrazione che saranno piantati più alberi di prima non devono certo impedire la salvaguardia degli esemplari ad oggi esistenti che hanno solo il difetto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato” conclude Masi.



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