MILANO – Edison avanza verso l’obiettivo di 5 gigawatt di capacità rinnovabile installata fissato per il 2030. Al momento, il gruppo di Foro Bonaparte ha in corso cantieri per la realizzazioni di 400 MW – di cui oltre 300 di nuovo fotovoltaico e circa 100 di eolico –, per un investimento complessivo di 500 milioni di euro. Nel frattempo, prosegue l’iter autorizzativo per oltre 3,3 GW di rinnovabili, di cui circa uno ha ottenuto di recente i decreti di valutazione di impatto ambientale (Via) dal Mase e dalle regioni. Cifra che si tradurrà in aperture di nuovi cantieri nei prossimi due anni da 1,5 miliardi di euro, portando gli investimenti del prossimo biennio a 2 miliardi.
Mezzogiorno al centro degli investimenti
“Anno dopo anno stiamo accelerando il ritmo di crescita organica nelle rinnovabili concorrendo concretamente e con responsabilità agli obiettivi nazionali di decarbonizzazione”, commenta Marco Stangalino, Evp Power Asset di Edison. I nuovi investimenti saranno concentrati prevalentemente nel Mezzogiorno, dove la materia prima di certo non manca. Inoltre, rispetto al nord Italia, i terreni e gli allacci alla rete sono meno costosi. La nuova sfida del sistema Paese sarà accumulare l’energia generata al sud e trasportarla alle altre regioni dove la richiesta il più elevata.
“I Tso dovranno investire ancora”
“La Sicilia dovrà dotarsi di sistemi di accumulo importanti, a giudicare dal numero di iter autorizzativi aperti”, riprende Stangalino. “E il Tyrrhenian Link, così come era stato pensato qualche anno fa, è insufficiente per evacuare tutta l’energia che sarà prodotta da qui ai prossimi cinque anni”. Quello citato dal manager è il cavo sottomarino elettrico in corrente continua, che collegherà la Sicilia con la Sardegna e la Campania e per cui Terna prevede un investimento di circa 3,7 miliardi. Il primo tratto è stato posato giusto a inizio febbraio.
A detta di Stangalino, i Transmission System Operator (Tso), come Terna ed Enel Distribuzione, “dovranno investire affinché l’infrastruttura elettrica tenga il passo con lo sviluppo delle rinnovabili. È fondamentale perché l’Italia raggiunga gli obiettivi” di decarbonizzazione “che si è prefissata”. Tuttavia, spiega ancora, “la difficoltà sta nella velocità con cui queste tecnologie progrediscono, la numerosità degli impianti e la ciclicità delle autorizzazioni, che rendono più complesso per i Tso stabilire una programmazione”.
“Positivo passo avanti con il dl sul nucleare”
Edison spinge sulle rinnovabili, ma è ben cosciente che in futuro bisognerà trovare un equilibrio che comprenda anche fonti programmabili per abbassare i costi del sistema energetico e incrementare la sicurezza della rete elettrica. “Ci vuole un mix: spingeremo verso le rinnovabili in modo da staccarci dal gas. Ma ci vuole anche il nucleare e il termoelettrico con dei gas verdi come l’idrogeno e il metano senza Co2”.
In quest’ottica, il disegno di legge delega è “un passo avanti positivo per l’introduzione in Italia del nucleare di nuova generazione, indispensabile, a nostro avviso, per assicurare una transizione energetica sostenibile sia economicamente sia energeticamente nel rispetto degli obiettivi sul clima”. Secondo le stime di Edison, al 2050 sarà indispensabile avere un mix composto all’80% da energia rinnovabile e al 20% da energia programmabile, come appunto l’energia nucleare e i cicli combinati di ultima generazione.
Sui pompaggi idroelettrici target minimo di 500 MW al 2030
Accanto alla produzione di energia verde, Edison è al lavoro su strumenti di stoccaggio e flessibilità, come le batterie elettrochimiche e i pompaggi idroelettrici. “Questi ultimi hanno anche il grande vantaggio di assicurare ricadute nelle filiere storiche italiane del comparto civile e manifatturiero, incrementare la quota di energia sostenibile in rete e contribuire a limitare i rischi legati a eventi climatici estremi, come siccità o piene”, aggiunge il manager.
Sui pompaggi idroelettrici, il gruppo ha un target minimo al 2030 di 500 MW, che i soli due progetti di Pescopagano in Basilicata e di Villarosa in Sicilia – per cui Edison ha stretto un accordo programmatico con Webuild – sarebbero in grado di battere. A questi si aggiungono altri cinque dossier in corso di autorizzazione, tutti al sud. Come per le batterie elettrochimiche, anche per gli impianti di pompaggio sono previste delle aste di assegnazione, che dovrebbero essere bandite entro l’anno e a cui Edison intende partecipare.
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