Polemica su fondi pubblici per la ristrutturazione della Marinella di Nervi, botta e risposta Salis Regione

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Non si spengono le polemiche sulla Marinella di Nervi, storico locale sulla passeggiata Anita Garibaldi di Nervi che, dopo un restyling molto travagliato e l’inaugurazione un anno fa, ha chiuso a distanza di pochissimi mesi (a questo link le ultime sulla vicenda) con la Marinella 1934, società assegnataria della concessione, finita in liquidazione giudiziale.

Marinella di Nervi, chiusura e liquidazione: cosa succede adesso, cosa ne sarà della diga

Salis attacca: “500 mila euro di fondi pubblici per il ripristino: regalo ai privati?”

Nelle ultime ore sono arrivate le critiche da parte di Silvia Salis, candidata alle prossime elezioni comunali per il centrosinistra: “Apprendiamo con preoccupazione, da quanto si legge su Repubblica Genova, che per il ripristino della Marinella a Nervi siano stati spesi 500 mila euro di denaro pubblico concesso alla società attraverso il Fondo strategico regionale – ha dichiarato Salis -. Siamo di fronte a un altro regalo di soldi dei contribuenti ai privati? I cittadini genovesi e liguri si meritano trasparenza e chiarezza su come viene speso il denaro pubblico, basta con le elargizioni a privati senza monitoraggio. Veniamo da una stagione triste per la nostra regione con un’inchiesta che ha coinvolto politica e imprenditori spregiudicati, non possiamo permetterci di avere la benché minima ombra su questi processi di collaborazione tra pubblico e privato. Si faccia al più presto chiarezza e si diano risposte ai cittadini che stanno continuando a subire le conseguenze delle scelte opache e poco lungimiranti di questa amministrazione. Oggi la Marinella è di nuovo chiusa”. 

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La replica della Regione

Regione Liguria, attraverso le parole del consigliere delegato allo Sviluppo economico Alessio Piana ha poi fornito alcune precisazioni, con l’obiettivo di fare chiarezza: “L’iniziativa di riqualificazione, a valere sul Fondo Strategico Regionale 2019, prevedeva che l’intervento di Ligurcapital fosse sussidiario e paritetico rispetto all’intervento di co-investitori privati terzi e indipendenti dalle imprese richiedenti – ha detto – .In particolare, il piano prevedeva che, a fronte di una concessione ventennale, la società ristrutturasse completamente l’immobile e lo allestisse rendendolo idoneo all’attività di bar e ristorazione oltreché di hotel, generando a regime un volume di affari di circa 2 milioni di euro e l’occupazione di 30 persone. A copertura dei costi complessivi, stimati in 1,25 milioni di euro (di cui 300 mila euro già coperti dal capitale sociale) la società aveva presentato domanda ad aprile 2019 allo ‘strumento finanziario capitale di rischio’ emanato da Ligurcapital. Al termine del processo di valutazione condotto dal Comitato di Investimenti, Ligurcapital ha sottoscritto a giugno 2020 l’aumento di capitale della società versando 500 mila euro a valere sul citato bando. Intervento che ha reso possibile attrarre un gruppo di co-investitori anche di profilo internazionale e fortemente interessati al progetto che hanno inizialmente versato capitali per altri 500 mila euro”.

“Lavori ultimati, torna a disposizione ristrutturato e valorizzato”

Qualcosa, però, sembra essere andato storto: “Fattori esterni e imprevisti (mareggiata che ha causato danni per oltre un milione e il covid che ha determinato un fermo lavori) hanno generato un rallentamento sul cronoprogramma di ristrutturazione e allestimento – ha detto ancora Piana -, per un importo complessivo del piano d’investimento che ha fatto lievitare i costi a circa 2,5 milioni di euro. Nonostante queste difficoltà i lavori sono stati ultimati, l’immobile ha riaperto al pubblico a inizio 2024, grazie a un aumento di capitale di 200 mila euro e 800 mila euro di finanziamento soci (Ligurcapital escluso). La gestione dell’attività dopo il suo avvio non può essere in alcun modo dipendente dalla responsabilità di Ligurcapital, il cui ruolo si è limitato a quello di mero socio finanziario. Ad oggi, con la liquidazione giudiziale, l’immobile tornerà a disposizione del demanio, e quindi alla collettività, completamente ristrutturato e valorizzato.

‘Venture capital’, cosa significa

E ancora: “L’attività di venture capital (‘capitale di rischio’) consiste nell’individuare iniziative imprenditoriali ad alto potenziale di crescita e in fase di avvio per accompagnarle, a fronte di un piano pluriennale, a diventare vere e proprie imprese. Per farlo, Regione Liguria si serve dal 1989 di Ligurcapital (società in-house del Gruppo Filse) utilizzando strumenti finanziari di rotazione come il Fondo strategico regionale che, una volta terminato il periodo di investimento, vengono rimborsati compresi di plusvalenze realizzate, interessi incassati ed eventuali perdite subite. I risultati dimostrano l’efficacia di questa politica economica, visto che negli ultimi 10 anni Ligurcapital ha saputo generare valore sul territorio, con 38 milioni di euro gestiti e 238 interventi finanziari a supporto di start up e di piccole e medie imprese – sostiene ancora il consigliere delegato allo Sviluppo economico Alessio Piana -. Con riferimento al ‘Fondo Equity 2019’, a valere sul quale è stata concessa la partecipazione nel capitale de ‘La Marinella 1934 Srl’, sono 16 gli interventi finanziati, per un importo pubblico erogato superiore ai 4,6 milioni di euro. Nove di questi interventi sono già rientrati e con loro oltre 2 milioni di euro, generando un plusvalore di 136 mila euro, un aumento del fatturato sulle imprese beneficiarie del 279% (dal momento dell’intervento di Ligurcapital) e la creazione di 112 nuovi posti di lavoro (dal momento dell’intervento di Ligurcapital). Numeri che testimoniano come, anche sullo specifico provvedimento, l’amministrazione abbia fatto la propria parte”.

“La liquidazione giudiziale non è attribuibile all’intervento del pubblico”

Infine la conclusione: “La liquidazione giudiziale, a cui è stata sottoposta la società ‘La Marinella 1934 Srl’, non è pertanto attribuibile all’intervento del pubblico, che si è limitato, in maniera silente, a sostenere un progetto in linea con la generale strategia pubblica di valorizzazione della zona costiera di Nervi a fini turistici. Obiettivo che, indipendentemente dall’esito della procedura di liquidazione, ha riconsegnato al demanio e al Comune di Genova un bene totalmente riqualificato e pronto ad essere messo a reddito. E questo grazie anche a un intervento pubblico che è riuscito a mobilitare risorse private quasi 4 volte superiori a quelle stanziate”.



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